Nureyev

Film 2017 | Documentario,

Regia di Jacqui Morris, David Morris (III), David Morris (II). Un film con Rudolf Nureyev, Siân Phillips, Dick Cavett, Grace Jabbari, Margot Fonteyn. Cast completo Titolo originale: Nureyev: An Orgy Of One. Titolo internazionale: Nureyev: Lifting the Curtain. Genere Documentario, - Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Spagna, USA, Ucraina, 2017, Uscita cinema lunedì 29 ottobre 2018 distribuito da Nexo Digital. - MYmonetro 3,10 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 26 ottobre 2018

Jacqui e David Morris ripercorrono la vita straordinaria dell'uomo che ha trasformato il mondo della danza diventando un'icona della cultura pop del tempo. In Italia al Box Office Nureyev ha incassato 227 mila euro .

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Consigliato sì!
3,10/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,19
CONSIGLIATO SÌ
Il ritratto di una creatura leggendaria e refrattaria che unì due mondi e cambiò per sempre la storia della danza.
Recensione di Marzia Gandolfi
venerdì 26 ottobre 2018
Recensione di Marzia Gandolfi
venerdì 26 ottobre 2018

La vita di Rudolf Nureyev è un romanzo delle meraviglie. Quello di un giovane tartaro, nato in treno e in piena Siberia e impostosi radicalmente sulla scena internazionale. Considerato, a ragione, il più grande ballerino del XX secolo, Nureyev è stato tutto e ha toccato tutto con un'urgenza viscerale: dal barocco alla commedia musicale, dalla coreografia al cinema, dalla direzione d'orchestra alla danza contemporanea. Animale da palcoscenico, ha restituito il blasone al danseur, ridotto al ruolo di porteur, riequilibrando la coppia ballerino-ballerina, ha rimesso in sella il repertorio classico, ha costretto i suoi colleghi e le sue colleghe a superarsi per esistere al suo fianco, ha formato un duo da leggenda con Margot Fonteyn, ha creato con lei una nuova versione del Lago dei cigni, è diventato il più grande direttore dell'Opéra national de Paris, allargando il loro repertorio e facendo scoprire al mondo da questa parte del muro balletti sconosciuti.

A venticinque anni della sua morte, Jacqui Morris e David Morris concentrano il loro documentario su un altro celebre gesto, l'avvenimento di Bourget, il passaggio all'Ovest più spettacolare concepito da un artista. Un'evasione in linea coi romanzi di spionaggio della Guerra Fredda.

Il 16 giugno 1961, Nureyev realizza il suo salto più celebre, un grand jeté che lo lancia verso la libertà e il futuro. In tournée a Parigi col Kirov, al momento di imbarcarsi per Mosca, l'artista elude la sorveglianza del KGB e chiede rifugio a due poliziotti francesi. Coup de théâtre, la saga comincia e il successo è incomparabile. Nureyev detiene il record di apertura di sipario: 89 volte. Ma gli autori non si accontentano di sfruttare le potenti risorse drammatiche della sua vita, intraprendendo un lavoro di fondo e sviluppando una biografia in dialettica con la Storia.

I debutti del ballerino, la tecnica, la direzione dell'Opéra di Parigi, la carriera di coreografo, i gusti, la vita sentimentale (l'incontro con Erik Bruhn), gli anni della malattia, la fortuna, tutto è riletto alla luce di una relazione complessa col suo Paese in pieno raffreddamento sovietico. Cresciuto in un sistema totalitario, che ha nutrito la sua rivoluzione, Nureyev dispiega danzando sul palcoscenico di Leningrado un mondo immaginario, pieno di audacia e pulsione di emancipazione. E l'occasione di affrancarsi non tarda. Una tournée parigina gli permette di scoprire, dall'altra parte della cortina di ferro, la cultura occidentale. I teatri dell'Ovest diventano per gli artisti dell'Est terreno e simbolo politico, per Nureyev l'opportunità che sognava. Una rivendicazione artistica prima che un'affermazione politica.

L'Occidente gli consente di vivere la sua vita come la intende, di danzare i ruoli che vuole e come li vuole. Nureyev diventa 'elettrone libero', senza bisogno di unirsi a una compagnia. La sua defezione ha marcato una rottura nella storia della danza del XX secolo e consegnato all'Occidente un ballerino dotato che conosce alla perfezione il repertorio russo e la cui carriera tocca l'apice grazie alla collaborazione con l'étoile britannica Margot Fonteyn. L'incontro tra il balletto dell'Est e quello dell'Ovest s'incarna in questa coppia di ballerini diventata progressivamente mitica. Allo stesso modo la relazione artistica e sentimentale con Erik Bruhn, stella della Royal Danish Ballet, annuncia uno stile di danza maschile nuova.

Assunta l'androginia fiera, Nureyev ha restituito alla danza maschile il potere che aveva perso nel XIX secolo. Il documentario dei Morris, storico e biografico insieme, contribuisce allo studio della Guerra Fredda dal punto di vista degli individui, di un individuo indomito che realizzò con la diserzione la danza come arte transnazionale. Ed è sulla prospettiva transnazionale che insistono gli autori per decostruire lo stereotipo dei ballerini marionette sotto il giogo sovietico e raccontare soprattutto la carriera di un uomo che ha gratificato la storia della danza con performance spettacolari.

Jacqui Morris e David Morris rileggono un secolo di Storia attraverso il corpo iconico di Rudolf Nureyev e la sua biografia attraverso i tableaux viventi coreografati da Russell Maliphant. A colpi di 'schemi a blocchi' e testimonianze, scorrono cronologicamente la vita dell'artista a partire dalla nascita rocambolesca, evocando la vocazione, che lo coglie sotto la forma modesta di una classe di folclore, e l'ascensione folgorante, i trionfi all'Opéra national di Parigi, alla Royal Ballet di Londra e sui palcoscenici americani, gli anni alla direzione dell'istituzione francese fino alla morte per AIDS avvenuta nel 1993.

I testimoni richiamano il ricordo e il dolore del suo esilio, la perestroïka di Gorbaciov che gli permise, nel 1989, di rivedere la madre morente. Ma lei non lo riconobbe. Di questa ferita, Nureyev non parlerà mai. Il piccolo Rudik divenne la grande icona della danza e della libertà ma rimase in fondo un solitario nostalgico. Una creatura leggendaria e refrattaria, ieri come oggi, a qualsiasi velleità di analisi.

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NEWS
BOX OFFICE
martedì 30 ottobre 2018
Andrea Chirichelli

Nessun film riesce a superare i 100mila euro nella giornata di lunedì. In testa rimane Halloween con 85mila euro, insidiato da Nureyev, il documentario di Nexo Digital, che apre al secondo posto con ben 76mila euro e poco più di 7mila spettatori.

TRAILER
martedì 18 settembre 2018
 

Nureyev morì a 54 anni nel 1993, ma un quarto di secolo dopo la sua storia non è mai stata così rilevante. La sua defezione verso ovest è simbolica, mentre la Russia e l'Occidente lottano ancora per riconciliare i valori in conflitto.

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