Titolo originale | The Visit |
Anno | 2015 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Finlandia, Danimarca, Austria, Norvegia, Irlanda |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Michael Madsen (II) |
Attori | Mazlan Othman, Paul Beaver (II), Janos Tisovszky, Michael Boyce, Niklas Hedman Sheryl Bishop, John D. Rummel, Douglas Vakoch, Chris McKay (II), Jacques Arnould, Chris Welch (II), Vickie Sheriff, Ernst Fasan, Michael Dangl, Birgit Radeschnig, Nicole Radeschnig, Christian Reiner, Kurt Waldheim. |
Uscita | giovedì 3 settembre 2015 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,08 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 agosto 2015
Il film è stato realizzato accedendo ai documenti dell'Ufficio per gli affari spaziali delle Nazioni Unite. Il film è stato premiato a Biografilm Festival,
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CONSIGLIATO SÌ
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Se un velivolo alieno giungesse sulla Terra, in che modo reagiremmo? Il dietro le quinte di una situazione che, sin dalla prima didascalia, si afferma essere soltanto ipotetica offre lo spunto per riflettere sulle possibili risposte del genere umano ad un incontro ravvicinato. Le maggiori autorità mondiali, scienziati, teologi, psicologi e studiosi vari fanno domande direttamente allo sguardo della macchina da presa, mentre un astronauta penetra dentro alla navicella per cercare di capire di più.
Con la stessa stilizzazione visiva del precedente Into Eternity: a Film for the Future, il danese Michael Madsen oscilla tra forma documentaria, ambizioni saggistiche e interpretazioni di genere, confezionando uno strano prodotto. In breve, siamo alle prese con un oggetto filmico davvero poco identificabile, volutamente "alto" e non di rado pretenzioso, perché al gioco delle ipotesi di una venuta aliena si sostituisce presto un'indagine strettamente orientata sull'uomo e sull'innata voglia di distruggere ciò che esula dal suo controllo. È così che quel linguaggio ricercato da fantascienza filosofica - le citazioni si sprecano e non manca nemmeno un accenno di Strauss nella colonna sonora - esce dal sospetto dello sfoggio fine a se stesso, sostanziando riflessioni su tematiche cruciali: la paura dell'ignoto, la supposta affidabilità della realtà visiva, l'evoluzione e l'equilibrio naturale.
Non immemore della lezione di Werner Herzog, si pensi soltanto ad un titolo per certi versi assimilabile come L'ignoto spazio profondo, il cineasta danese mescola materiali ibridi per arrivare ad una forma documentaria inedita, una nuova possibilità in cui la fiction e la non fiction tendono a diventare la medesima cosa. O, ancora meglio, giunge in un territorio dove le definizioni non hanno più alcuna importanza e l'unica cosa che conta è la costruzione di una nuova realtà da interpretare con occhi nuovi. Non c'è dubbio che un particolare sentore di sana minaccia venga fuori da sequenze visivamente affascinanti, dalle divagazioni morali, dal particolare uso del fermo immagine, del rallenti e delle accelerazioni, ma The Visit - Un incontro ravvicinato è anche un lavoro troppo sicuro di se stesso, come anticipato dalla firma autografa del regista sui credits iniziali.
Nella colonna sonora si mescolano Bach, Strauss, Stravinskij, Arvo Pärt e il David Bowie di Space Oddity.
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lentissimo, l'ho visto a velocità 2x ed era ancora lento ... alcuni buoni spunti di riflessione ma triti e ritriti, si salvano l'ottima fotografia ed alcuni riferimenti ai montaggi di Stanley Kubrick