Titolo originale | Madame Courage |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Algeria, Francia, Emirati Arabi Uniti |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Merzak Allouache |
Attori | Adlane Djemil, Lamia Bezouaoui, Leila Tilmatine, Abdellatif Benahmed, Mohamed Takerret Faidhi Zohra, Lamia Bezoiui. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,17 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 settembre 2015
Il film è stato selezionato in Orizzonti alla 72. Mostra del Cinema di Venezia.
CONSIGLIATO SÌ
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Mostaganem, Algeria. Omar, adolescente, abita in una baraccopoli con la madre e una sorella prostituta che qualche volta riesce a sfamare grazie ai suoi scippi. Una mattina come un'altra, strappa dal collo della giovane Selma una collana d'oro: dapprima scappa, ma più tardi torna a restituire il maltolto a quella ragazza che l'ha guardato negli occhi solo per un istante. Qualcosa è cambiato in lui. Come molti giovani della sua generazione, Omar è dipendente dalla "madame courage", una potente sostanza psicotropa.
Amato dai maggiori festival internazionali fin dall'inizio di una carriera ormai quasi quarantennale, Merzak Allouache espande il discorso inaugurato dal precedente Les Terrasses (in concorso a Venezia 70), focalizzandosi sulla precarietà e sulle tensioni che si annidano nel tessuto sociale di una realtà complessa com'è quella del suo paese d'origine. Nonostante l'Algeria stia vivendo una situazione di tregua che la differenzia da gran parte del tumultuoso mondo arabo, infatti, il cineasta franco-algerino mette in guardia, osserva sotto alle apparenze, scava nelle motivazioni di una spaventosa precarietà sociale. In quella che continua a dipingere come una polveriera a cielo aperto, i vari microcosmi mostrati in Les Terrasses diventano un unico osservatorio coincidente con il volto sfatto o spaurito di un giovane come molti altri. Le preghiere del Muezzin continuano a scandire il tempo mentre la rumorosa solitudine di Omar entra in contatto con la droga, la violenza, la prostituzione. E l'amore forse.
Differentemente dal precedente e un po' troppo programmatico lungometraggio, Allouache sceglie il punto di vista di un adolescente che guarda dritto nel baratro, guadagnando non tanto in coesione, ma in forza descrittiva. Difatti, non ci sono trucchi in Madame Courage, né abbellimenti di sorta, si procede per la linea forte di una passione che, pure spenta e addormentata per via delle sostanze, arde ancora in un corpo capace di restare vivo, difendendo un affetto, cercando un amore.
Al riparo dalla tentazione dell'indignazione spicciola, il regista segue il suo personaggio senza alcuna enfasi, ma mostrando le contraddizioni che lo hanno generato, in definitiva, quel tessuto sociale in cui il vecchio e il nuovo, la contemporaneità e le tradizioni, si perdono e si ritrovano, incrociano nuove e pericolose strade. Madame Courage vuole accendere un campanello d'allarme - ha affermato il regista - sul futuro di un "paese a rischio di una rivolta politica e sociale di cui nessuno può prevedere la portata".