mark kram
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lunedì 23 febbraio 2015
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quando sembra che manchi qualcosa...
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Se dovessi giudicare il film da semplice spettatore, desideroso di trascorrere un paio di ore addentrandomi nella vita dello straordinario genio qual'era Alan Turing, non potrei non dire che sia un fantastico film, coinvolgente, appassionante e arricchito dalla splendida interpretazione di Benedict Cumberbatch. Tuttavia ho avuto, forse, la sfortuna di essermi già imbattuto nel personaggio, avendo letto dei suoi contributi nello sviluppo dell'informatica e della crittografia (gli viene dedicato, ad esempio, spazio ne L'Enigma dei Numeri Primi, di Marcus du Sautoy): ciò ha fatto si che mi approcciassi al film con un'aspettativa grandissima, consapevole che il suo potenziale era altissimo.
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Se dovessi giudicare il film da semplice spettatore, desideroso di trascorrere un paio di ore addentrandomi nella vita dello straordinario genio qual'era Alan Turing, non potrei non dire che sia un fantastico film, coinvolgente, appassionante e arricchito dalla splendida interpretazione di Benedict Cumberbatch. Tuttavia ho avuto, forse, la sfortuna di essermi già imbattuto nel personaggio, avendo letto dei suoi contributi nello sviluppo dell'informatica e della crittografia (gli viene dedicato, ad esempio, spazio ne L'Enigma dei Numeri Primi, di Marcus du Sautoy): ciò ha fatto si che mi approcciassi al film con un'aspettativa grandissima, consapevole che il suo potenziale era altissimo. Per questa ragione devo ammettere che il film ha deluso le mie aspettative: il titolo "The Imitation Game" fa pensare che il film si concentri sul lavoro eseguito dal gruppo di Bletchley Park, fondamentale per anticipare la vittoria degli Alleati. Ma nel film tutto ciò ha un ruolo piuttosto marginale: neanche un accenno a come funzioni la macchina Enigma, neanche un tentativo di spiegare in quale modo si tentasse di decriptare i codici nazisti o una benché minima nota su cosa facesse esattamente la macchina "Cristopher" costruita da Turing. Cristopher. Già aver assegnato quel nome alla macchina rende l'idea di come si possa meglio descrivere il film: patetico. (Si, magari anche e soprattutto nel senso di pàthos, con il suo continuo tentativo di portare lo spettatore alla commossione.) Cavolo! Si chiama Colossus quella macchina, perchè doverne cambiare il nome?
Ma probabilmente ciò che più mi ha lasciato l'amaro in bocca è stato il finale. Mi ero già immaginato di vedere il sipario chiudersi sull'immagine di una mano, che lasciava cadere priva di forze una mela appena morsicata. Invece niente.
Pazienza, colpa mia e delle mie aspettative.
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no_data
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domenica 22 febbraio 2015
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molto bello
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Molto interessante, da vedere e consigliare anche agli studenti, spiega un aspetto poco noto della seconda guerra mondiale. Il film è costruito molto bene, e vale l Oscar
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epassp
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giovedì 19 febbraio 2015
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proprio bello!
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L'ardua sentenza ai posteri, tuttavia è un film senza troppi colpi di scena,a decisamente coinvolgente ed appagante. Non cervellotico e nemmeno banale (anche se qualche aspetto soggettivo un po' esagerato) ma ideale per trascorrere una piacevole serata al cinema, senza troppo impegno mentale, ma non per questo poco coinvolgente. Ben recitato.
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ralphscott
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martedì 17 febbraio 2015
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per palpitare
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Quanto mi ha emozionato! La corsa contro il tempo per tradurre i messaggi crittografati mi ha reso partecipe,felice del successo dell'eterogeneo gruppo di giovani geni. Dei personaggi che ruotano intorno a Christopher non scorderò facilmente il comandante Denniston,i suoi occhi glaciali. Film appassionante,ben scritto e recitato. Da mostrare alle scolaresche per la connotazione storica ed il conenuto etico.
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enzo70
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domenica 8 febbraio 2015
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un lungo e intenso omaggio al genio
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“Sono le persone che nessuno immagina che possono fare certe cose che nessuno può immaginare”. Questa frase ricorre più volte in questo bel film di Morten Tyldum che rende omaggio alla memoria di Alan Turing, uno di quegli uomini che nessuno immaginava potesse realizzare una cosa che nessuno poteva immaginare, un calcolatore meccanico in grado di calcolare i miliardi di combinazioni che erano alla base della comunicazione tedesca durante la seconda guerra mondiale, nell’ambito del programma Enigma. La storia di un uomo morto a 41 anni diventa l’occasione per il regista norvegese per fare diversi film in un film, un film storico, per quanto concerne l’attività del matematico e del suo staff, un film su un amore adolescenziale, quello del protagonista con il suo amico Cristopher, un film su un amore impossibile, tra una donna ed un omosessuale, un film sull’omosessualità in Gran Bretagna pochi anni fa, con processi che si concludevano con la prigione o con la castrazione chimica.
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“Sono le persone che nessuno immagina che possono fare certe cose che nessuno può immaginare”. Questa frase ricorre più volte in questo bel film di Morten Tyldum che rende omaggio alla memoria di Alan Turing, uno di quegli uomini che nessuno immaginava potesse realizzare una cosa che nessuno poteva immaginare, un calcolatore meccanico in grado di calcolare i miliardi di combinazioni che erano alla base della comunicazione tedesca durante la seconda guerra mondiale, nell’ambito del programma Enigma. La storia di un uomo morto a 41 anni diventa l’occasione per il regista norvegese per fare diversi film in un film, un film storico, per quanto concerne l’attività del matematico e del suo staff, un film su un amore adolescenziale, quello del protagonista con il suo amico Cristopher, un film su un amore impossibile, tra una donna ed un omosessuale, un film sull’omosessualità in Gran Bretagna pochi anni fa, con processi che si concludevano con la prigione o con la castrazione chimica.
Benedict Cumberbatch interpreta in maniera perfetta un ruolo difficile per il carattere impossibile e di grande complessità del padre del moderno computer e, comunque, tutti i protagonisti danno prova di ottimo cinema. Nonostante un film non semplice, in sala non vola una mosca, tutti gli spettatori seguono con interesse e passione la storia di Turing. E a lui e a tutti quelli che hanno cambiato il mondo con il loro genio questo film, alla fine, dedica un lungo e intenso omaggio.
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paolorol
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sabato 7 febbraio 2015
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non è da oscar
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Sono rimasto parzialmente deluso da questo strombazzatissimo film che si rivela un film vedibile e dignitoso...ma nulla di più.
La recitazione di Benedict Cumberbatch è valida ma non da Oscar. Tutto sommato la parte che interpreta non è poi così impegnativa ed il suo aspetto fisico lo aiuta ad entrare nel personaggio dell'autistico, come un pò più un pò meno lo sono tutti i grandi matematici, in modo convincente.
Pessima invece Keira Knightley, una specie di jack-in-the-box messa lì in omaggio servile al politically correct. Mancavano un nero ed una scimmietta e poi il cerchio era completo.
La regia è piatta, senza guizzi e spunti di genialità e percorre i canoni del telefilm all'inglese.
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Sono rimasto parzialmente deluso da questo strombazzatissimo film che si rivela un film vedibile e dignitoso...ma nulla di più.
La recitazione di Benedict Cumberbatch è valida ma non da Oscar. Tutto sommato la parte che interpreta non è poi così impegnativa ed il suo aspetto fisico lo aiuta ad entrare nel personaggio dell'autistico, come un pò più un pò meno lo sono tutti i grandi matematici, in modo convincente.
Pessima invece Keira Knightley, una specie di jack-in-the-box messa lì in omaggio servile al politically correct. Mancavano un nero ed una scimmietta e poi il cerchio era completo.
La regia è piatta, senza guizzi e spunti di genialità e percorre i canoni del telefilm all'inglese. La colonna sonora è povera quando non diventa retorica e noiosa.
Un'occasione in parte sprecata. Del martirio dell'eroe sul rogo omofobo si parla soltanto nei titoli di coda ed il tema dell'omosessualità è trattato con molta, troppa,"delicatezza".
Resta l'omaggio divulgativo e postumo a questo moderno Galilei che ha rivoluzionato il mondo in cui viviamo. Felice il paese che non ha bisogno di eroi, per dirla con Brecht.
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gio131
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giovedì 5 febbraio 2015
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bellissimo film!
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L'attore che recita Turing è bravissimo e il film si basa su una storia vera! Un film più che consigliato!
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vaalee
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mercoledì 4 febbraio 2015
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grande film, ottimo cast
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Benedict Cumberbatch non delude mai, qualsiasi ruolo gli venga affidato. Questo film è verità, emozione e storia. Una storia nascosta per cinquant'anni che tutto il mondo avrebbe avuto il diritto di conoscere prima, fosse solo per il merito di questo team di grandi menti che hanno lavorato per salvare la vita di tantissime persone. Un film intelligente, intrigante, che ti coinvolge dall'inizio alla fine. Lo consiglio vivamente.
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mericol
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martedì 3 febbraio 2015
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genio della matematica; precursore del computer?
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Mentre scorrono i titoli di testa una voce fuori campo,quella del protagonista, invita chi gli sta di fronte seduto su una sedia, lo spettatore, a non distrarsi, a non lasciarsi sfuggire nessuna parte della storia e quindi poi del senso del film.
Una storia vera, sulla scorta di un recente libro di A. Holges “Storia di un enigma”, La storia del matematico inglese Alan Turing, svolta, e narrata, tra il 1951-54, il 1929, il 1939-41-45.
Alan Turing, genio della matematica, si pone al servizio del Regno Unito negli anni di guerra, nel gruppo di Bratchley Park, insieme ad altri giovani cervelloni. Si tratta di decrittare i codici che i tedeschi di Hitler si trasmettono per ordini operativi di guerra, attraverso un sistema complesso chiamato “Enigma”.
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Mentre scorrono i titoli di testa una voce fuori campo,quella del protagonista, invita chi gli sta di fronte seduto su una sedia, lo spettatore, a non distrarsi, a non lasciarsi sfuggire nessuna parte della storia e quindi poi del senso del film.
Una storia vera, sulla scorta di un recente libro di A. Holges “Storia di un enigma”, La storia del matematico inglese Alan Turing, svolta, e narrata, tra il 1951-54, il 1929, il 1939-41-45.
Alan Turing, genio della matematica, si pone al servizio del Regno Unito negli anni di guerra, nel gruppo di Bratchley Park, insieme ad altri giovani cervelloni. Si tratta di decrittare i codici che i tedeschi di Hitler si trasmettono per ordini operativi di guerra, attraverso un sistema complesso chiamato “Enigma”. Se complesso è il sistema operativo tedesco, ancora più complesso appare il tentativo di interpretarlo. Dopo molti decenni è stato svelato il metodo di Turing , realizzato attraverso una macchina denominata “Christopher”, fondamentale (forse!) nella vittoria della coalizione alleata, nel ridurre la durata del conflitto e la mortalità di milioni di vite umane.
Il regista, il norvegese Morten Tildum, alterna nel racconto le fasi della vicenda del 1951, con quelle del 1941 e ,più indietro ancora, del 1929, ai tempi della adolescenza di Alan.
Il trionfo e la tragedia di un genio,che si distacca dalla normalità. Una diversità contrastata dai superiori nelle sue originali ricerche. Una diversità che non trova neppure spazio nel socializzare nella vita civile.
Il gioco delle imitazioni (imitation game) tra la mente umana e la macchina, di cui Turing delinea i limiti, ma anche le straordinarie prospettive aperte, tanto da risultare oggi Turing giustamente definito un precursore del computer.
“Sono le persone che nessuno immagina che possono fare certe cose quelle che fanno cose che nessuno può immaginare”
La “anomalia” di Alan Turing si ripercuote anche nei comportamenti sessuali. E’ omosessuale e per questo viene condannato alla castrazione chimica. Morirà poi suicida nel 1954. Un’onta questa per la Gran Bretagna, solo tardivamente, parzialmente e in piccola parte coperta dalla postuma riabilitazione della Regina nel 2013.
Il regista Hodges realizza una versione filmica pregevole della vicenda nel susseguirsi degli episodi, nei tormenti del protagonista. Si trasferisce continuamente da un’epoca all’altra, dal 1951 al lontano 1929,con un meccanismo che può sembrare confusionario. Ma che in verità, a mio avviso, costituisce il merito fondamentale del racconto filmico.
La vicenda è trasmessa infatti allo spettatore seguendo le raccomandazioni iniziali della voce fuori campo del protagonista Alan Turing. Il suo pensiero parte dalla dolorosa vicenda umana del 1951 e percorre il tempo e lo spazio liberamente, seguendo i suoi pensieri come meglio si addice al linguaggio cinematografico. Magnifica interpretazione di Benedict Cumberbatch e Keira Knightley, e giusta Nomination per entrambi ai prossimi Oscar come attore protagonista e attrice non protagonista.
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intenditorevero
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lunedì 2 febbraio 2015
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occasione sprecata!
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In un gennaio colmo di Biopic per tutti i gusti, Mortem Tyldum, mediocre mestierante al suo 4° lungometraggio, ci propone un film anonimo che vive unicamente della recitazione di B.Cumberbatch, in un ruolo che comunque sembra ricalcare il personaggio di Sherlock Holmes dell' omonima serie televisa di cui appunto, Cumberbatch, interpreta il protagonista. Le premesse per la riuscita di un buon film si presentavano tutte, una trama accattivante,un cast degno di nota tra cui spiccano Matthew Goode (Match point, Stoker) e Charles Dance(Games of thrones, Alien 3)ed uno sceneggiatore che negli ultimi anni era riuscito a dire la sua nel panorama holliwoodiano, ma alcune pessime scelte hanno inficiato sul prodotto,Odiosi effetti speciali ( nelle scene di guerra come aerei e sottomarini, una colonna sonora del tutto anonima e senza vita,che mai riesce ad accompagnare i protagonisti, ed una scenggiatura che sa di ripetitivo( come la frase pronunciata nel trailer da keira Knightley ripetuta da tre differenti persone e tutte con le medesime parole.
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In un gennaio colmo di Biopic per tutti i gusti, Mortem Tyldum, mediocre mestierante al suo 4° lungometraggio, ci propone un film anonimo che vive unicamente della recitazione di B.Cumberbatch, in un ruolo che comunque sembra ricalcare il personaggio di Sherlock Holmes dell' omonima serie televisa di cui appunto, Cumberbatch, interpreta il protagonista. Le premesse per la riuscita di un buon film si presentavano tutte, una trama accattivante,un cast degno di nota tra cui spiccano Matthew Goode (Match point, Stoker) e Charles Dance(Games of thrones, Alien 3)ed uno sceneggiatore che negli ultimi anni era riuscito a dire la sua nel panorama holliwoodiano, ma alcune pessime scelte hanno inficiato sul prodotto,Odiosi effetti speciali ( nelle scene di guerra come aerei e sottomarini, una colonna sonora del tutto anonima e senza vita,che mai riesce ad accompagnare i protagonisti, ed una scenggiatura che sa di ripetitivo( come la frase pronunciata nel trailer da keira Knightley ripetuta da tre differenti persone e tutte con le medesime parole. Nonostante tutte queste problematiche il film, anche se a singhiozzi, riesce ad andare avanti annoiando in alcune parti, ma riprendendosi alquanto bene nella mezz'ora finale. The imitation game risulta quindi essere un film incompleto, un opera lasciata a metà che come punto debole ha una scarsa regia e una sceneggiature debole,visibile soprattutto dai buchi lasciati per dare spazio ai flashback, ma ha dalla sua parte alcune ottime interpretazioni ed una parte finale alquanto buona che però non riesco a salvare in toto un film le cui aspettative, visti i pareri positivi della critica, si presentavano alte.
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