dhany coraucci
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domenica 18 gennaio 2015
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sorprendente nella.... diversità
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Il confine che divide diversità e conformità non è quasi mai lineare, tracciabile o semplicemente visibile, ma corre lungo un labirinto con vaste zone d'ombra. Quando il cinema si addentra in questo intrico, tanto affascinante quanto sinistro; quando è in grado non solo di mostrarci la complessa architettura che si inalbera dietro a tale confine, ma anche di farci vibrare sulla pelle le onde emotive che vi risuonano, spesso siamo di fronte a un capolavoro. E questo film SPLENDIDO per me lo è. Non è il primo ad indagare sulla diversità, ma è senz'altro, a mio parere, il più complesso e sorprendente.
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Il confine che divide diversità e conformità non è quasi mai lineare, tracciabile o semplicemente visibile, ma corre lungo un labirinto con vaste zone d'ombra. Quando il cinema si addentra in questo intrico, tanto affascinante quanto sinistro; quando è in grado non solo di mostrarci la complessa architettura che si inalbera dietro a tale confine, ma anche di farci vibrare sulla pelle le onde emotive che vi risuonano, spesso siamo di fronte a un capolavoro. E questo film SPLENDIDO per me lo è. Non è il primo ad indagare sulla diversità, ma è senz'altro, a mio parere, il più complesso e sorprendente. Si narra qui la vita di un genio. Ma si narra anche di un'incredibile vicenda che per decenni è stata tenuta nascosta. Si narra di un uomo perseguitato per la sua omosessualità e di un misterioso e inquietante pezzo della nostra storia, del passato vergognoso dell'Inghilterra puritana e della seconda guerra mondiale. E lo fa utilizzando i colori freddi, mutevoli e sconfinati che appartengono ai paesaggi e alle atmosfere del nord Europa (il regista è norvegese) modulati e calibrati sulla tavolozza di una raffinatissima cinematografia britannica, la quale solo in apparenza mantiene un distacco dalle pulsioni indagate, perché in realtà vi si introduce con una tale sensibilità profonda e commossa da risultare di una potenza sbalorditiva. Io sono rimasta abbacinata, ammaliata e profondamente coinvolta, l'avrete già capito! Anche perché mai come in questo caso i trailers ne assopiscono la grandezza, dunque sono entrata al cinema senza grosse aspettative, credendo che si rivelasse della decodificazione del famoso Enigma (peraltro vi era già stato un film del 2001 di Michael Apted sull'argomento, il classico film di spionaggio con i colpi di scena e tutto il resto) senza sospettare che la pellicola mi avrebbe condotto lungo quel misterioso e abbagliante labirinto. Si tratta, infatti, di un film a più strati e non dico che tra di essi siano disdegnate le tecniche più efficaci di un buon thriller o le commoventi scene o battute ad effetto, le immagini tristi di repertorio della guerra e le sadiche dinamiche legate al potere, ma ciò che lo rende davvero SPLENDIDO è quando si sofferma sul suo protagonista Alan Turing (interpretato con sconvolgente veridicità dall'attore inglese Benedict Cumberbatch a cui ovviamente consegnerei subito l'Oscar) e, anche attraverso flashback, si insinua nella sua complessa, straniante e dolorosa vita privata (la parte dedicata alla sua adolescenza nel classico College inglese è da BRIVIDO tanto è emozionante e l'attore, sempre inglese, che recita la parte dell'Alan Turing bambino, Alex Lawther, è un mostro di bravura – tenerlo d'occhio, a tutti i costi!) e la racconta attraverso scene sommesse, quasi in sottrazione e mai banali ma di grande intensità e c'è da dire che è veramente una storia incredibile, la sua, per certi versi, tremenda. Sceneggiato dal giovanissimo scrittore americano Graham Moore (classe 1981) sulla biografia “Alan Turing. Storia di un'Enigma” scritta da Andrew Hodges, per la prima volta mi ha reso simpatica anche (l'impronunciabile) Keyra Knightley che per questo film, saputo or ora, è stata candidata all'Oscar come miglior attrice protagonista (bellissimo il discorso che fa sulla diversità). Curioso che tra le candidature vi sia anche quella di un film “antagonista” dedicato alla figura di un altro genio matematico strano e diverso Stephen Hawking (La Teoria del Tutto) e che Cumberbatch abbia già interpretato lo stesso ruolo qualche anno fa nel film intitolato “Hawking” (2004): sperando che questo non significhi che da ora in poi lo vedremo soltanto in ruoli di “disturbato pazzoide” , il che non mi sorprenderebbe affatto vista la poca fantasia di certi cineasti, a questo punto sono curiosissima e vado subito a cercarlo!
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iola87
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domenica 18 gennaio 2015
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bellissimo
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Film completo! davvero bellissimo
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ilpianis91
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sabato 17 gennaio 2015
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stupendo!
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Film molto ben realizzato, curato nei dettagli e completo di tutti gli aspetti/caratteristiche che, a parer mio, ci vogliono per realizzare una storia (vera) che ci.comunica qualcosa di intenso e forte
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sam asso
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sabato 17 gennaio 2015
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un'incredibile viaggio nella mente di un genio
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credo che la scena finale del film sia forse la più significativa,ovvero la scelta del regista di non mostrare a gli spettatori l'ingiusta morte di un genio a cui siamo tutti debitori ma le espressioni felici di coloro che hanno cambiato il mondo che condividono la loro ultima gioia sapendo che il futuro non è loro.benedict cumberbatch è semplicemente da oscar per la sua interpretazione fantastica di un genio in tutte le sue sfaccettature,così sicuro di sè in apparenza ma anche tormentato interiormente dal non riuscire ad accettarsi completamente per quello che è,che lo porta poi ad arrendersi ai pregiudizi e alle idee di una società chiusa e corrotta moralmente.nella sua vita ,così come in quella di tutti noi, esisterà almeno una persona che riuscirà a vederci per ciò che realmente siamo e a farci sentire liberi e in pace con noi stessi,quando alan turing viene a sapere che il suo grande amico è morto forse capisce che una parte di lui è svanita ma cerca di tornare a percorrere la via della speranza concentrando tutto il suo genio nella creazione della macchina che salverà il mondo e si chiamerà semplicemente christopher,colui che ha avuto il coraggio di abbattere il muro delle apparenze credendo che sono proprio coloro in cui nessuno crede che compiono cose di cui non ci si può immaginare.
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aldeb4ran
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venerdì 16 gennaio 2015
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brillante, ma mi aspettavo di più...
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Ho guardato questo film con molta fiducia, dopo essermi interessato della figura di Turing e della sua tragica fine, ma al termine della visione posso dire che mi aspettavo qualcosa di più...profondo. Troppo sbrigativo il finale, che poteva approfondire meglio la discriminazione di cui erano soggetti gli omosessuali, così come la sfida rappresentata da Enigma.
Nonostante queste perplessità, è comunque un buon film e ne consiglio la visione, ma niente di trascendentale.
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mati :d
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giovedì 15 gennaio 2015
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alan turing
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Diversità, omofobia, genialità, amore, coraggio, sacrificio...questi e tanti altri temi emergono con una forza dirompente dal film The imitation game. Sarebbe troppo riduttivo definire il film come la storia di Alan Turing, genio inglese della matematica e padre dell'intelligenza artificiale, il quale durante la Seconda Guerra mondiale, assieme ad un team scelto riuscì a decodificare la macchina tedesca Enigma. Indubbiamente tutto ciò non è poco, per di più se si pensa che grazie a questi eroi la Guerra potè concludersi in un tempo più breve e vennero salvate milioni di persone. Ma questo è solo un pretesto per aprire, anzi spalancare una finestra nella società umana, non solo quella inglese, ma quella di ogni Paese e ogni tempo.
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Diversità, omofobia, genialità, amore, coraggio, sacrificio...questi e tanti altri temi emergono con una forza dirompente dal film The imitation game. Sarebbe troppo riduttivo definire il film come la storia di Alan Turing, genio inglese della matematica e padre dell'intelligenza artificiale, il quale durante la Seconda Guerra mondiale, assieme ad un team scelto riuscì a decodificare la macchina tedesca Enigma. Indubbiamente tutto ciò non è poco, per di più se si pensa che grazie a questi eroi la Guerra potè concludersi in un tempo più breve e vennero salvate milioni di persone. Ma questo è solo un pretesto per aprire, anzi spalancare una finestra nella società umana, non solo quella inglese, ma quella di ogni Paese e ogni tempo. Alan ci viene mostrato come un uomo dalla mente eccelsa, in grado di 'pensare' come una macchina, il linguaggio che egli usa e conosce è quello tecnico, matematico, freddo e rigoroso, e l'unico codice che gli è impossibile decifrare è il comportamento umano. Non riesce a comprendere come funzionino i rapporti umani e non ha idea di che cosa significhi scherzare; ha conosciuto però l'amore, da ragazzo, ma un amore omosessuale che sarà costretto a nascondere ad una società che non lo avrebbe capito. Sarà aiutato da una donna, anche lei alle prese con i pregiudizi e le discriminazioni presenti in un ambiente prettamente maschile e maschilista. Questi due personaggi riusciranno a trovare un punto di contatto, la loro mente, grazie alla quale potranno aiutarsi reciprocamente per sopravvivere in un mondo che non era ancora pronto per loro, e che forse, per certi aspetti, non lo sarebbe nemmeno oggi. Due personalità quindi slegate da ogni vincolo di quella 'normalità' che gli uomini impongono senza motivo a se stessi e agli altri, la 'normalità' degli ignoranti e degli stolti. Proprio questa voglia assurda di 'normalità' ha negato ad Alan il diritto di vivere la sua vita da eroe, come avrebbe meritato, e lo ha invece condannato a causa della sua omosessualità. E come se non bastasse, anche dopo la sua morte ci si è quasi dimenticati di lui, voltando le spalle ad un genio, ma soprattutto ad un uomo che aveva fatto del bene.
Ben venga quindi questo film che lo ricorda e lo esalta per il suo enorme valore e l'immenso sacrificio che ha dovuto compiere, grazie ad un bravissimo Benedict Cumberbatch che ha saputo trasmetterci tutta la sua forza.
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cassiopea
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giovedì 15 gennaio 2015
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genialità e sospetto.
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Turing fu trattato dai più nel modo in cui generalmente la genialità viene affrontata: con indifferenza e sospetto. Poca riconoscenza ebbe all'epoca questo grande matematico, se non da parte di quei pochi che hanno imparato a conoscerlo ed apprezzarlo nella sua unicità. Un personaggio che ci viene raccontato poco a poco, grazie ai flashback sulla sua infanzia riusciamo a ricostruire alcuni tratti del suo carattere e il motivo di quel nome, Christopher. Ambienti e costumi credibili, recitazione convincente ed impeccabile in particolare per quanto riguarda il protagonista. Una pellicola che ricalca l'importanza della scoperta e del genio umano, e che fa tristemente riflettere su quanto una persona possa fare tantissimo per gli altri ottenendo in cambio nulla per se stesso.
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Turing fu trattato dai più nel modo in cui generalmente la genialità viene affrontata: con indifferenza e sospetto. Poca riconoscenza ebbe all'epoca questo grande matematico, se non da parte di quei pochi che hanno imparato a conoscerlo ed apprezzarlo nella sua unicità. Un personaggio che ci viene raccontato poco a poco, grazie ai flashback sulla sua infanzia riusciamo a ricostruire alcuni tratti del suo carattere e il motivo di quel nome, Christopher. Ambienti e costumi credibili, recitazione convincente ed impeccabile in particolare per quanto riguarda il protagonista. Una pellicola che ricalca l'importanza della scoperta e del genio umano, e che fa tristemente riflettere su quanto una persona possa fare tantissimo per gli altri ottenendo in cambio nulla per se stesso.
Un film affascinante, coinvolgente, commovente, ben fatto.
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lucotti
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giovedì 15 gennaio 2015
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are you paying attention? giusto il necessario
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I Tedeschi bombardano la Gran Bretagna, l’Europa è in ginocchio e le risorse alimentari sono ormai briciole per la popolazione affamata. La Germania del terzo Reich imperversa, l’esito della guerra, così come la trama del film, appare scontato. Il futuro del mondo libero non è solo nello scontro ideologico tra tirannia e democrazia, tra libertà ed oppressione tra Churchill o Hitler o in qualche discorso del Re, ma è nelle mani, e soprattutto nella mente, del giovane caustico e geniale matematico Alan Turing. Alle sue capacità è infatti assegnato il compito di decifrare Enigma, il codice con cui i tedeschi comunicano via radio giornalmente tutte le loro strategie militari.
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I Tedeschi bombardano la Gran Bretagna, l’Europa è in ginocchio e le risorse alimentari sono ormai briciole per la popolazione affamata. La Germania del terzo Reich imperversa, l’esito della guerra, così come la trama del film, appare scontato. Il futuro del mondo libero non è solo nello scontro ideologico tra tirannia e democrazia, tra libertà ed oppressione tra Churchill o Hitler o in qualche discorso del Re, ma è nelle mani, e soprattutto nella mente, del giovane caustico e geniale matematico Alan Turing. Alle sue capacità è infatti assegnato il compito di decifrare Enigma, il codice con cui i tedeschi comunicano via radio giornalmente tutte le loro strategie militari.
Basato su una storia vera e chiaramente incredibile, il film è costruito conformemente alla tendenza del momento (Aron Sorkin docet) su diverse linee narrative temporali ognuna con il suo prevedibile colpo di scena ed un piccolo segreto di facile soluzione.
Nell’adolescenza del protagonista si nascondono le ragioni del suo comportamento solo apparentemente cinico, mentre nel presente c’è la vera soluzione di quello che poi un enigma non è.
Are you paying attention?Recita più volte una riuscita battuta di Turing, ma non ne serve poi così tanta per seguire tutti gli sviluppi delle tre storie e soprattutto la denuncia finale ad un Inghilterra falsamente libertina ma di fondo profondamente conformista.
Tutte le svolte del film arrivano esattamente quando devono arrivare e nonostante l’atmosfera sia cupa e coinvolgente, le musiche affascinanti, ed i dialoghi ben scritti con battute incalzanti e taglienti alla Social network, tutto è purtroppo, esattamente come ci si aspetta che sia , comprese le due poco credibili storie d’amore che si intrecciano nel passato del protagonista scandite dalla stessa battutta: Sono le persone che nessunno immagina che possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.
Ma è solo la prova di Benedict Cumberbatch (Alan Turing) a colpire l’attenzione in un film che ha sicuramente tra gli obiettivi fissati a tavolino dai suoi produttori la statuetta d’oro come miglior attore.
Si tratta di una pellicola ben realizzata che non stupisce e non emoziona ma si lascia godere soprattutto di mercoledì, ricalcando alla perfezione le intuizioni e le atmosfere di altri film più coinvolgenti come il Discorso del re o a Beautiful mind.
Luca Del Vescovo
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risottino
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mercoledì 14 gennaio 2015
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un giusto riconoscimento
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Un giusto e meritato riconoscimento, anche se tardivo, all'ingegnosità umana donata senza distinzione di razza, colore o preferenze sessuali. Un film fatto davvero come si deve e che tratta in modo elegante una storia intrigante ed un argomento attuale. Una bella lezione di vita a chi ancora, purtroppo, ritiene di appartenere ad una razza superiore ad altre.
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domenico maria
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martedì 13 gennaio 2015
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"umano o troppo(poco)umano"?
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Con qualche(non esagerata)indecisione rinuncio al massimo punteggio, per un film-verità che comunque mi è piaciuto molto. Parafrasando con ritocco una famosa opera di Nietzsche, per partire, sul livello della storia generale, questo film riesce a fare luce, pur se non al 100%, su un evento che ha davvero cambiato la storia, e che in Italia, al solito, è allegramente ignorato nei testi scolastici, o nella stragrande maggioranza di essi. Ma anche nei testi di libreria in lingua italiana, troppo spesso tradotti, anche piuttosto male dall'originale anglo/americano, si trova molto di rado. La decriptazione di Enigma, il terribile e indecifrabile codice tedesco verosimilmente nell'inverno '41/'42 o nella primavera '42, che a sua volta genera l'altro mostro, Ultra, ideato per depistare e ingannare il nemico, mettendo comunque in conto perdite terribili di uomini e mezzi alleati.
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Con qualche(non esagerata)indecisione rinuncio al massimo punteggio, per un film-verità che comunque mi è piaciuto molto. Parafrasando con ritocco una famosa opera di Nietzsche, per partire, sul livello della storia generale, questo film riesce a fare luce, pur se non al 100%, su un evento che ha davvero cambiato la storia, e che in Italia, al solito, è allegramente ignorato nei testi scolastici, o nella stragrande maggioranza di essi. Ma anche nei testi di libreria in lingua italiana, troppo spesso tradotti, anche piuttosto male dall'originale anglo/americano, si trova molto di rado. La decriptazione di Enigma, il terribile e indecifrabile codice tedesco verosimilmente nell'inverno '41/'42 o nella primavera '42, che a sua volta genera l'altro mostro, Ultra, ideato per depistare e ingannare il nemico, mettendo comunque in conto perdite terribili di uomini e mezzi alleati. Ho trovato la scena del collega che chiede di salvare la nave dove è imbarcato il fratello, dall'attacco degli U-Boot, negata, perché avrebbe rivelato la scoperta inglese, forse il fulcro del film, profondo e sconvolgente. "Chi credi, di essere Dio per decidere chi deve morire e chi no"? "Si"(sono Dio), ammette il protagonista. Da quel momento, se fosse ancora possibile, con la decriptazione di Enigna e la nascita dell'altro Moloch "Ultra", la guerra da spietata, cretina, zozza e feroce, diviene sconfinatamente laida, l'incarnato della menzogna. E L'agente di Churcill che, in un rantolo di laido orgasmo esplode in un feroce complimento verso il matematico creatore di Christopher, appunto quanto saranno perfidamente rivoltanti gli anni a venire, infarciti di menzogne, censure, falsità, omissioni e dimenticanze più o meno orrende e mostruose. Breve riflessione: è storicamente vero che fino a giugno'42 L'Asse, come fanno vedere i filmati d'epoca, stava davvero dilagando, per il pianeta. Il Giappone era quasi alle porte dell'India e aveva cominciato a bombardare l'Australia. La Germania era padrona del 75-80% dell'Europa e in Nord Africa, dopo una serie di avanzate e ritirate "a pendolo", gli italo tedeschi erano quasi al Nilo. Ad Alessandria, Port Said e Cairo colonne enormi di fumo raccontavano la distruzione di documenti(e porcate) degli inglesi in fuga(racconti di amici di famiglia presenti in loco).Dall'Estate '42 le cose cominciano a cambiare, ogni convoglio italiano è annunciato con buon anticipo e le scanate di Rommel, ora sappiamo che forse, erano nutrite di un giusto dubbio, dal momento che, guarda il caso(!) quasi tutti i convogli di rinforzo vanno a fondo. Passando al protagonista credo che l'ambiguità estrema sia un po' la cifra fondamentale. Forse ci sono ideali smisurati e un ego scatenato(Vedi, ma meno delirante, "Lawrence D'Arabia" lo stupendo Peter O'Toole). Può anche darsi(di nuovo O'Toole "Doctor Creator"),che il nostro avesse davvero la "Visione Globale", di tutto quello che poteva essere sacrificato e sacrificabile, per la liberazione dalla Tirannia. Altra botta tremenda. Ci si dice che i 6 esperti creatori di Ultra hanno vinto loro la guerra. Non gli ideali, non la resistenza, non i partigiani(tutti orpelli retorici per le masse bovine!).Confortante!!! Il "nonno" del Computer ha creato una macchina che ha cambiato guerra e Storia.L'evoluzione avanzatissima di quella creatura produce i bombardamenti chirurgici e gli strumenti di American Sniper. Ma è arrivata anche da Al Qaeda e all'ISIS. Cosa fa Hal in 2001 di Kubrik? Sconfinata tristezza.
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