no_data
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martedì 27 gennaio 2015
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immaginabilissimo
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Narrazione patinata, di maniera, di scarsa presa emotiva ma grande sceneggiatura, probabilmente c'è grande debito verso il romanzo da cui il film è tratto. Si segnala un tormentone: "solo persone inimmaginabili possono fare cose inimmaginabili" reso in traduzione con un giro di parole al confini della realtà.
La sapiente miscela di spunti conferisce al tutto un sentore di dejavu: un po' di "A beautiful mind", un po' di atmosfere in stile "Progetto Manhattan", un po' "Person of interest" con le sue angosce alla "tu non sei Dio" e la macchina che decide che far vivere e chi far morire.
Grandi protagonisti e caratteri, solito stile seppiato e capellini anni'40 che irretiscono sempre la cinematografia del Regno Unito.
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Narrazione patinata, di maniera, di scarsa presa emotiva ma grande sceneggiatura, probabilmente c'è grande debito verso il romanzo da cui il film è tratto. Si segnala un tormentone: "solo persone inimmaginabili possono fare cose inimmaginabili" reso in traduzione con un giro di parole al confini della realtà.
La sapiente miscela di spunti conferisce al tutto un sentore di dejavu: un po' di "A beautiful mind", un po' di atmosfere in stile "Progetto Manhattan", un po' "Person of interest" con le sue angosce alla "tu non sei Dio" e la macchina che decide che far vivere e chi far morire.
Grandi protagonisti e caratteri, solito stile seppiato e capellini anni'40 che irretiscono sempre la cinematografia del Regno Unito.
Per la serie la guerra ha bisogno di tutti - non solo soldati ma anche uomini lontani dai cliché del virilismo fisico - continua la chiamata alle armi del cinema anglofono.
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vanessa zarastro
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lunedì 26 gennaio 2015
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50 anni per riabilitarlo
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Nell’Inghilterra in guerra si cercavano i più bravi crittografi con l’obiettivo di decifrare il codice Enigma, ideato dai Nazisti per comunicare le loro operazioni militari e modificato quotidianamente.
A questo compito viene chiamato Alan Turing – interpretato da un fantastico Benedict Cumberbatch - giovanissimo e geniale ricercatore matematico e crittoanalista dell’Università di Cambridge il quale viene affiancato da alcuni collaboratori tra cui il maestro di scacchi e campione nazionale Hugh Alexander (Matthew Goode) e il giovane Peter Hilton (Matthew Beard). Turing è un “diverso”. È certamente un genio matematico ma è, da un lato timido e impacciato, dall’altra arrogante e molto sicuro di sé; presenta, pertanto, grosse difficoltà relazionali sia con i superiori sia con i suoi collaboratori verso i quali manifesta un atteggiamento scorbutico e scostante.
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Nell’Inghilterra in guerra si cercavano i più bravi crittografi con l’obiettivo di decifrare il codice Enigma, ideato dai Nazisti per comunicare le loro operazioni militari e modificato quotidianamente.
A questo compito viene chiamato Alan Turing – interpretato da un fantastico Benedict Cumberbatch - giovanissimo e geniale ricercatore matematico e crittoanalista dell’Università di Cambridge il quale viene affiancato da alcuni collaboratori tra cui il maestro di scacchi e campione nazionale Hugh Alexander (Matthew Goode) e il giovane Peter Hilton (Matthew Beard). Turing è un “diverso”. È certamente un genio matematico ma è, da un lato timido e impacciato, dall’altra arrogante e molto sicuro di sé; presenta, pertanto, grosse difficoltà relazionali sia con i superiori sia con i suoi collaboratori verso i quali manifesta un atteggiamento scorbutico e scostante. Tutto ciò fino a quando entrerà nella sua vita una figura femminile Joan Clarke – una anche troppo bella Keira Knightley - da lui stesso selezionata con dei test, appassionata di logica matematica e velocissima (perfino più di lui!) nel risolvere problemi. Il film oscilla continuamente tra tre tempi narrativi: a Manchester nel 1952 Alan Turing – ormai da considerarsi pioniere dell’informatica ma arrestato con l’accusa di “atti osceni” - racconta con la voce fuori campo in una sorta di confessione a un poliziotto empatico tutta la storia tenuta nascosta perché il gruppo era costretto a lavorare sotto copertura. Quindi si passa a Bletchley Park, località a 75 km da Londra negli anni 1939/40 dove si svolgevano le ricerche per l’invenzione del “calcolatore digitale”, macchina capace di decrittare tutto compreso il codice Enigma. Il regista, come tutti i suoi collaboratori, non sono inglesi pertanto riescono a immettere nel film piccoli dettagli molto british: dalle piccole strade con i mattoncini rossi ai primi piani sui vestiti sulla giacca di tweed e camicia tartan di cotone.
Il terzo tempo narrativo risale all’adolescenza di Turing a Cambridge, preso in giro dai suoi compagni di classe per la sua diversità (guarda caso era anche ebreo…) e salvato da Christopher l’unico grande amico di Alan che muore giovanissimo. Proprio in quelle scene s’intravede un interesse eccessivo di Alan nei confronti dell’amico (ma non è così per tutti gli adolescenti maschi e femmine quando gli ormoni non si sono ancora stabilizzati?) e che sarà più chiaro nella sua stessa dichiarazione di omosessualità a uno dei collaboratori (che si rileverà spia sovietica) e alla stessa Joan Clarke con la quale si era fidanzato.
Sarà proprio la sua omosessualità a rovinarlo perché, incredibilmente, considerata illegale. Turing si troverà costretto a prendere dei farmaci per la “castrazione chimica” in alternativa alla prigione dove non avrebbe avuto modo di lavorare con le sue macchine intelligenti. La situazione per Alan diventerà intollerabile e, all’età di 41 anni, si toglierà la vita. Passerano più di 50 anni per la completa riabilitazione di Alan Turing.
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carlett93
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domenica 25 gennaio 2015
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capolavoro
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Cosa dire di questo film se non che è un Capolavoro con la c maiuscola, storia forte, significativa non la sita americanata piena di patriottismo e propaganda, ma un film drammatico che ti tiene ipnotizzato alla visione dal primo minuto fino all'ultimo.
Per non parlare delle varie metafore che ha il film come ad esempio la persecuzione che ha avuto il protagonista.
La persecuzione che ha avuto Turing, anzi quella descritta dal regista è paragonabile proprio alla persecuzione nazista della seconda guerra mondiale. Lui riesce a decifrare enigma salava persone e persone, riduce la guerra di due anni ma mai nessuno lo saprà (se non 50 anni dopo la sua morte ) non riceverà nessun premio anzi proprio il paese che Turing ha salvato lo condannerà a morte, perchè la tortura che gli infliggono è come la morte se non peggio.
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Cosa dire di questo film se non che è un Capolavoro con la c maiuscola, storia forte, significativa non la sita americanata piena di patriottismo e propaganda, ma un film drammatico che ti tiene ipnotizzato alla visione dal primo minuto fino all'ultimo.
Per non parlare delle varie metafore che ha il film come ad esempio la persecuzione che ha avuto il protagonista.
La persecuzione che ha avuto Turing, anzi quella descritta dal regista è paragonabile proprio alla persecuzione nazista della seconda guerra mondiale. Lui riesce a decifrare enigma salava persone e persone, riduce la guerra di due anni ma mai nessuno lo saprà (se non 50 anni dopo la sua morte ) non riceverà nessun premio anzi proprio il paese che Turing ha salvato lo condannerà a morte, perchè la tortura che gli infliggono è come la morte se non peggio.
Una storia fantastica che meritava di essere scoperta, gli eroi non sono sempre quelli che stanno sul fronte a sparare e a uccidere altre persone, gli eroi sono persone come turing, salvano il paese, accorciano la guerra e permettono la vittoria ma a loro non viene riconosciuto niente i classici eroi silenziosi a mio avviso i più preziosi.
Il protagonista è un attore con l'A maiuscola sembra dio quando recita, un attore più o meno sconosciuto che fa il di dietro a vari attoroni hollywoodiani , espressioni da top player, veramente un piacere guardarlo.
Sarà che è stato l'unico film ,insieme a un nostro capolavoro la vita è bella, a farmi scendere una lacrima in mezzo alla sala.
Consigliato assolutamente si!!!!
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dave69
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sabato 24 gennaio 2015
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film riuscito
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Sembra piuttosto evidente come questo riuscito film di Morten Tyldum si regga principalmente su due cardini fondamentali: l'ottima interpretazione di Benedict Cumberbatch, davvero bravissimo nel far emergere il carettere eccentrico e scostante del protagonista, ed un'abile sceneggiatura che riesce a coinvolgere sul piano emotivo lo spettatore senza cadere nella trappola della facile retorica sentimentale e patriottica. Non sono meriti da poco, dato l'argomento trattato. Finale molto amaro. Consigliato a tutti.
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isin89
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sabato 24 gennaio 2015
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turing vince l'oscar?
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The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile.
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The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile. È il film sulla vita di Alan Turing, famoso ed importante crittografo e matematico al quale si deve l'invenzione del primo computer della storia, utilizzato dallo stesso Turing durante la seconda guerra mondiale per criptare e decifrare messaggi in codice provenienti dall'esercito tedesco.
La pellicola è una delle più attese e desiderate del 2014 e di certo le aspettative erano davvero alte. Per mesi e mesi non si è fatto altro che parlare e pubblicizzare l'opera sia per gli importanti e delicati contenuti storico-sociali ma soprattutto per la osannata interpretazione dell'attore britannico Benedict Cumberbatch. The Imitation Game è un buon film che sa essere godibile e piacevole catturando l'animo dello spettatore ma che purtroppo non riesce ad imporsi e a raggiungere lo status d'eccezione che si era (o ci eravamo) prefissato(/i) di raggiungere. I punti di forza dell'opera sono sicuramente rintracciabili nell'ottimo cast di attori i quali hanno tutti svolto un eccellente lavoro, nella fotografia calda e legnosa che riesce perfettamente a trasmetterci la sensazione di trovarci negli anni '40 e, per ultimo, da una struttura narrativa lodevole edificata a tre livelli temporali.
Alan turing è un personaggio strano e singolare, a tratti detestabile, che per via dei suoi bizzarri comportamenti ricorda molto il John Nash di “A Beautiful Mind” interpretato da Russel Crowe. Le similitudini con il film di Ron Howard sono riscontrabili in gran parte del film in quanto i due personaggi hanno molti punti in comune e la loro storia, se pur estremamente diversa, è per certi tratti molto simile. Il Turing di Cumberbatch stupisce e riesce ad apparire amorevole e detestabile allo stesso tempo. L'attore ha saputo calarsi in maniera quasi maniacale nel personaggio regalandoci un'interpretazione strabiliante che ha soddisfatto a pieno le aspettative del pubblico. La struttura narrativa è sapientemente gestita e organizzata riuscendo a catturare l'attenzione attraverso un ampio e intelligente utilizzo di flashback e flashforward che richiamano il passato e l'estremo futuro del protagonista. Non si può parlare allo stesso modo della regia in quanto tende a limitarsi al minimo indispensabile giocando tutto sulla buona riuscita del film senza accorgimenti stilistici di nessun tipo né virtuosismi registici degni di un'opera di cotanto spessore. Il regista, insomma, mantiene tutto nei limiti senza mai dare l'idea di osare o volerci dire la sua. È una regia contenuta e ristretta che, volutamente o no, non emerge e non si distingue ma rimane sempre dietro i confini del rischio evitando di sbavare e sbagliare. The Imitation Game è un film bello e ben realizzato che rende omaggio a un personaggio storico del passato mettendo in scena le tappe principali della sua vita alternando i sofferenti attimi dell'adolescenza ai tormentati giorni della seconda guerra mondiale. Oltre questo, però, il film non arriva. Siamo fermi all'apprezzamento della buona riuscita ma non possiamo vedere altro. Forse (o forse no) si tratta dell'ennesima opera scritta e prodotta a tavolino per accaparrarsi quanti più consensi possibili da critico e pubblica riuscendo in questo modo a ritagliarsi un siparietto nel mondo dei tanto ambiti premi cinematografici. Purtroppo opere come queste sono il più delle volte prodotte per fare breccia nel cuore dello spettatore impietosendo gli animi gentili grazie alle loro tematiche toccanti fatte di persone che diventano automaticamente degli eroi e storie che si trasformano in incredibili avventure. Non c'è niente in questo film che ci faccia sentire e percepire chi sia davvero il regista e cosa faccia. Un film incolore e privo di quello stile e quel guizzo necessari a elevarlo a decorosa celebrazione di una figura leggendaria. Una visione piacevole e struggente ma che di certo non soddisfa le grandi aspettative di chi era convinto di trovarsi davanti al capolavoro biografico dell'anno.
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maggie69
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sabato 24 gennaio 2015
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bella sorpresa!!!
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Lui é bravo... ha questo volto indiscutibilmente attraente, in senso stretto...forse meglio é magnetico. La Keira é sempre più brutta e mascelluta... la storia é bella, mai cedevole... ho rivisto con piacere quel Matt goode giá visto in Single man, molto intenso. Bel film. I matematici e la matematica mi affadcinano molto.
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isin89
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sabato 24 gennaio 2015
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turing vince l'oscar?
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The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile.
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The Imitation Game è un film sulla storia e sull'uomo. Il racconto di una piccola quanto immensa epoca storica vissuta dall'umanità che vide tra i suoi protagonisti assoluti un piccolo grande uomo che riuscì, grazie alla sua ostinazione a alla sua sapienza, a lasciare un segno indelebile e di straordinaria importanza nella storia del XX° secolo. L'uomo che ha contribuito ad accorciare la guerra e a salvare milioni di vite umane e l'uomo che, a causa delle sue inclinazioni sessuali, fu ucciso da quella stesso Paese che lui aveva salvato dall'oblio. La storia di un uomo solo e triste rinchiuso nei suoi tormentati pensieri e rifiutato da molti ma che riuscì a fare passi da gigante in un mondo quanto mai sbagliato e a lui ostile. È il film sulla vita di Alan Turing, famoso ed importante crittografo e matematico al quale si deve l'invenzione del primo computer della storia, utilizzato dallo stesso Turing durante la seconda guerra mondiale per criptare e decifrare messaggi in codice provenienti dall'esercito tedesco.
La pellicola è una delle più attese e desiderate del 2014 e di certo le aspettative erano davvero alte. Per mesi e mesi non si è fatto altro che parlare e pubblicizzare l'opera sia per gli importanti e delicati contenuti storico-sociali ma soprattutto per la osannata interpretazione dell'attore britannico Benedict Cumberbatch. The Imitation Game è un buon film che sa essere godibile e piacevole catturando l'animo dello spettatore ma che purtroppo non riesce ad imporsi e a raggiungere lo status d'eccezione che si era (o ci eravamo) prefissato(/i) di raggiungere. I punti di forza dell'opera sono sicuramente rintracciabili nell'ottimo cast di attori i quali hanno tutti svolto un eccellente lavoro, nella fotografia calda e legnosa che riesce perfettamente a trasmetterci la sensazione di trovarci negli anni '40 e, per ultimo, da una struttura narrativa lodevole edificata a tre livelli temporali.
Alan turing è un personaggio strano e singolare, a tratti detestabile, che per via dei suoi bizzarri comportamenti ricorda molto il John Nash di “A Beautiful Mind” interpretato da Russel Crowe. Le similitudini con il film di Ron Howard sono riscontrabili in gran parte del film in quanto i due personaggi hanno molti punti in comune e la loro storia, se pur estremamente diversa, è per certi tratti molto simile. Il Turing di Cumberbatch stupisce e riesce ad apparire amorevole e detestabile allo stesso tempo. L'attore ha saputo calarsi in maniera quasi maniacale nel personaggio regalandoci un'interpretazione strabiliante che ha soddisfatto a pieno le aspettative del pubblico. La struttura narrativa è sapientemente gestita e organizzata riuscendo a catturare l'attenzione attraverso un ampio e intelligente utilizzo di flashback e flashforward che richiamano il passato e l'estremo futuro del protagonista. Non si può parlare allo stesso modo della regia in quanto tende a limitarsi al minimo indispensabile giocando tutto sulla buona riuscita del film senza accorgimenti stilistici di nessun tipo né virtuosismi registici degni di un'opera di cotanto spessore. Il regista, insomma, mantiene tutto nei limiti senza mai dare l'idea di osare o volerci dire la sua. È una regia contenuta e ristretta che, volutamente o no, non emerge e non si distingue ma rimane sempre dietro i confini del rischio evitando di sbavare e sbagliare. The Imitation Game è un film bello e ben realizzato che rende omaggio a un personaggio storico del passato mettendo in scena le tappe principali della sua vita alternando i sofferenti attimi dell'adolescenza ai tormentati giorni della seconda guerra mondiale. Oltre questo, però, il film non arriva. Siamo fermi all'apprezzamento della buona riuscita ma non possiamo vedere altro. Forse (o forse no) si tratta dell'ennesima opera scritta e prodotta a tavolino per accaparrarsi quanti più consensi possibili da critico e pubblica riuscendo in questo modo a ritagliarsi un siparietto nel mondo dei tanto ambiti premi cinematografici. Purtroppo opere come queste sono il più delle volte prodotte per fare breccia nel cuore dello spettatore impietosendo gli animi gentili grazie alle loro tematiche toccanti fatte di persone che diventano automaticamente degli eroi e storie che si trasformano in incredibili avventure. Non c'è niente in questo film che ci faccia sentire e percepire chi sia davvero il regista e cosa faccia. Un film incolore e privo di quello stile e quel guizzo necessari a elevarlo a decorosa celebrazione di una figura leggendaria. Una visione piacevole e struggente ma che di certo non soddisfa le grandi aspettative di chi era convinto di trovarsi davanti al capolavoro biografico dell'anno.
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johnford
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venerdì 23 gennaio 2015
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quando e quanto albione era perfida
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E COSI' SCOPRIAMO CHE ANCHE L'INGHILTERRA, PATRIA DELLA CIVILTA' E DELLA DEMOCRAZIA, HA I SUOI SCHELETRI NELL'ARMADIO,DECINE DI MIGLIAIA DI SCHELETRI. - NON CON LA CRUDELTA' DEI CRIMINALI NAZISTI MA CON IL SOTTILE SADISMO TIPICAMENTE INGLESE HA SCONVOLTO LA VITA E LA MENTE DI PERSONE PER LA SOCIETA' COSIDDETTA CIVILE NON DEGNE DI FAR PARTE DEL CONSESSO SOCIALE SOLO PER I PROPRI ORIENTAMENTI SESSUALI. - LA PELLICOLA DI PER SE' PRESENTA VISTOSE LACUNE NELLA REGIA, NELLA SCENEGGIATURA E NEI DIALOGHI. - TUTTO SI REGGE SULL'INTERPRETAZIONE DA OSCAR DI CUMBERBATCH MENTRE GLI ALTRI ATTORI SONO MENO CHE COMPRIMARI, COMPRESO LA KNIGHTLEY ASSOLUTAMENTE IMPALPABILE. - DUE STELLE AL FILM, QUATTRO STELLE AL PROTAGONISTA, UNA STELLA CADENTE ALL'INGHILTERRA DI QUEL PERIODO STORICO.
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intothewild4ever
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giovedì 22 gennaio 2015
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the imitation game, good game
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Storia vera di un genio indiscusso, considerato il primo scenziato a concepire l'idea di una macchina che compisse da sola lavori impossibili per un uomo: il computer. Sconosciuta ai più, la sua storia meritava sicuramente di essere raccontata, tanto più che è anche grazie a lui se gli Alleati alla fine riuscirono ad estirpare le malevoli radici Naziste dall'europa, sconfiggendo la Germania di Hitler nella seconda guerra mondiale. Qualche salto avanti e indietro nel tempo nel raccontare questa storia, probabilmente avrebbe dato maggiore corpo ad un film comunque ben girato e recitato. Ottime le ambientazioni e la performance di Cumberbatch, al solito la Kinghtley.
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Storia vera di un genio indiscusso, considerato il primo scenziato a concepire l'idea di una macchina che compisse da sola lavori impossibili per un uomo: il computer. Sconosciuta ai più, la sua storia meritava sicuramente di essere raccontata, tanto più che è anche grazie a lui se gli Alleati alla fine riuscirono ad estirpare le malevoli radici Naziste dall'europa, sconfiggendo la Germania di Hitler nella seconda guerra mondiale. Qualche salto avanti e indietro nel tempo nel raccontare questa storia, probabilmente avrebbe dato maggiore corpo ad un film comunque ben girato e recitato. Ottime le ambientazioni e la performance di Cumberbatch, al solito la Kinghtley. Film da vedere soprattutto per rendere omaggio ad uno scenziato che, a modo suo, ha concorso a rendere libera l'Europa dal Nazismo.
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gabrykeegan
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giovedì 22 gennaio 2015
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i tanti segreti di un genio
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Il film diretto da Morten Tyldum, candidato a otto premi Oscar e a cinque Golden Globe, è una biografia ben realizzata su una delle menti più geniali del secolo scorso. La figura di Turing viene sviscerata nei suoi comportamenti tanto anomali quanto importanti per il genere umano.
Proprio il suo essere diverso dagli altri sia dal punto di vista mentale che sessuale, lo rendono una persona speciale, capace di cose al di là di ogni immaginazione, ma allo stesso tempo perseguibile per una stupida legge che ne decreta la discesa psicologica post-guerra.
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Il film diretto da Morten Tyldum, candidato a otto premi Oscar e a cinque Golden Globe, è una biografia ben realizzata su una delle menti più geniali del secolo scorso. La figura di Turing viene sviscerata nei suoi comportamenti tanto anomali quanto importanti per il genere umano.
Proprio il suo essere diverso dagli altri sia dal punto di vista mentale che sessuale, lo rendono una persona speciale, capace di cose al di là di ogni immaginazione, ma allo stesso tempo perseguibile per una stupida legge che ne decreta la discesa psicologica post-guerra.
Un lungometraggio pieno di segreti e in cui Enigma non è la sola cosa da tenere nascosta e da risolvere. Tra spie e cose non dette, il periodo del conflitto contro i Nazisti viene visto dalle segrete stanze del governo britannico e nelle strade di Londra, palcoscenico poco battuto dalle opere riguardanti questo periodo storico.
L'impianto narrativo si basa quasi completamente sull'esperienza del protagonista, sullo sfondo di un Inghilterra autoritaria e rigida nelle proprie decisioni, che coltiva grandi talenti e li "sfrutta", salvo poi distruggere tutto con la burocrazia e le regole che poco hanno a che vedere con la sregolatezza del genio o delle personalità fuori dal normale, di cui Turing fu un grande esponente.
Cumberbatch si candida prepotentemente come miglior attore dell'anno per la sua magistrale interpretazione, fatta di continui alti e bassi espressivi, frutto di un personaggio tanto unico quanto difficile da comprendere e da rappresentare al meglio.
L'attore famoso soprattutto per Sherlock si conferma talentuoso dopo le prove cinematografiche degli ultimi anni e meriterebbe un riconoscimento per la sua forza espressiva che tanto contrasta con i sentimenti da tenere nascosti e la poca dimestichezza nei rapporti con le altre persone del suo personaggio.
Proprio l'antagonismo tra la genialità del matematico e la sua ingenuità a capire battute - i dialoghi sono impregnati della proverbiale ironia inglese - o semplici discorsi che si fondano sulla pragmatica del linguaggio, è il fulcro degli eventi che riguardano il filone privato.
Il peso storico dello sfondo bellico è, ovviamente, fondamentale allo stesso tempo, poiché ogni mossa è decretata dalla voglia di vincere la guerra e di sconfiggere il più grande nemico della storia, la Germania di Hitler.
Come American Sniper è molto filo-americano, così The Imitation Game si rivela specchio di un grande orgoglio inglese per la determinazione e l'intelligenza nella vittoria di una delle più grandi battaglie dell'umanità.
La visione prettamente europea di un conflitto così potente, è frutto della collaborazione di tante persone del vecchio continente che hanno lavorato per far sì che sia la regia che la fotografia del film facciano risultare Turing come un salvatore del genere umano e, con tatto ed eleganza, mostrarcelo anche come inventore di Christopher, vero e proprio antenato dei moderni computer.
Un lungometraggio pieno di sotterfugi e continui colpi di scena, in cui la mente dello spettatore decripta la sceneggiatura mano a mano che il filo narrativo si sviluppa, con l'aiuto di un perfetto montaggio audio-video (a opera del premio Oscar 2013 William Goldenberg).
Il pubblico sa di assistere a una grande storia, anche per merito della capacità degli attori di inscenare qualcosa che è rimasto segreto per ben cinquant'anni e che, grazie alla caparbietà di pochi eletti, ha dato una gran mano affinché il Mondo potesse tornare a vivere in pace.
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(di carlett93)
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