Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Croazia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Alberto Fasulo |
Attori | Branko Zavrsan, Lucka Pockaj, Marijan Šestak . |
Uscita | giovedì 27 febbraio 2014 |
Distribuzione | Tucker Film |
MYmonetro | 2,83 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 ottobre 2014
Il documentario diretto dal friulano Alberto Fasulo ha vinto l'ottava edizione del Festival del Film di Roma 2013. Il film è stato premiato a Roma Film Festival,
CONSIGLIATO SÌ
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Da qualche mese, Branko, di nazionalità croata, fa il camionista per una ditta di trasporti italiana. Prima era un insegnante, ma il suo nuovo lavoro riesce ad assicurargli uno stipendio tre volte superiore. Guida per le strade di mezza Europa da solo oppure insieme al copilota Maki, un trentenne con un bambino piccolo ad aspettarlo a casa, sempre più indeciso se continuare o meno a fare quella vita. Le telefonate con la moglie o con il figlio sono l'unico contatto che Branko ha con la famiglia.
Frutto di cinque anni di ricerche sul campo, Tir ha una base di partenza fortemente documentaristica. Con una macchina da presa leggera, settata dal posto del passeggero, sempre vicino ai corpi, Alberto Fasulo mostra la vita "on the road" del suo protagonista, l'attore professionista Branko Zavrsan, che ha davvero conseguito la patente di guida prevista dal codice della strada. All'iniziale ricerca della verità si specchia dunque l'anima di finzione del progetto, quella di una costruzione narrativa certamente aperta, ma precisamente indirizzata a raccontare un'occupazione alienante attraverso una vicenda in certo modo esemplare. Tra strade, autostrade, svincoli, magazzini dove caricare la merce, si delinea un tracciato fatto di non luoghi, tutti uguali, ma separati da una distanza geografica che nasconde il peso della fatica, in cui Branko pare voler sfidare la sua stessa resistenza. Lasciando le sequenze andare oltre il tempo necessario, il respiro dato dal montaggio ambisce a far sentire il palpito della condizione di un uomo che mangia e si lava nei modi in cui meglio può e soprattutto vive la sua famiglia soltanto attraverso conversazioni telefoniche: una lunga sequenza in cui la moglie racconta di una serata trascorsa con alcuni amici accende una fiamma di gelosia, così come alla richiesta del figlio di denaro per acquistare un appartamento corrisponde una decisione forse troppo affrettata. Il contesto che si vuole ritrarre è forse quello dell'esilio, di una lontananza sì dolorosa, ma vissuta con caparbia tenacia da chi porta avanti un'esistenza di fatiche e rinunce per dare stabilità a quelle stesse persone che, più o meno velatamente, lamentano la sua mancanza. Il film di Fasulo non è soltanto una riflessione sulle limitazioni e le difficoltà vissute dai trasportatori, tuttavia messe in evidenza (la richiesta dell'azienda di guidare oltre le ore consentire, le proteste di alcuni colleghi), ma anche un esercizio su alcuni modelli di racconto e sulle possibilità che la commistione dei vari linguaggi può offrire. Molto credibile il rapporto tra l'attore professionista Zavrsan e Marijan Sestak, di professione camionista, che interpreta Maki.
Branko è un uomo croato che ha preferito la vita del trasportatore a quella dell’insegnante. Guida il suo tir, spesso in compagnia dio un collega, per tutta Europa, e rimane per lunghi periodi lontano da casa e dalla famiglia che sente regolarmente per telefono. Ma guadagna tre volte di più e questo lo spinge a continuare con questa vita.
E' un docufilm di grande attualità perchè mette a nudo la guerra tra poveri ,che si sta conducendo nel vecchio continente europeo, da quando una crisi economica così grave da evocare carestie d' altri tempi sta attanagliando la categoria di lavoratori che , fino ad ora ,costituivano il nerbo dei paesi industrializzati.
Una bomba H soporifera ha vinto il Festival. Complimenti.
TIR di Alberto Fasulo Nomen Omen! di Gaia Serena Simionati Uno che si chiama Fasulo, in dialetto "fagiolo" può mai produrre qualcosa di stimolante o ecletticamente originale? Uno che, alla conferenza stampa di TIR ha fatto sbadigliare tutti o addormentare alcuni, e che alla proiezione, come risultato di reazione più scomposta, ha provocato un’agghiac [...] Vai alla recensione »
Lungo le strade dell'Europa per capire il mondo in cui viviamo, con le sue difficoltà economiche, con i suoi rapporti affettivi e umani in difficoltà. Il friulano Alberto Fasulo sale sul Tir, che ha vinto il festival di Roma, e ci accompagna in un percorso geografico-esistenziale dentro la vita di Branko Zavrsan, attore che si è fatto veramente camionista e che ci spiega, nei lunghi dialoghi telefonici [...] Vai alla recensione »
Tir di Alberto Fasulo ha vinto come miglior film l'ultima edizione del festival di Roma. È un ibrido, un documentario ma costruito, scritto, recitato. Al centro c'è la personalità di Branko che è croato di Fiume e ha lasciato il lavoro di insegnante - e la famiglia: la moglie anche lei insegnante, il figlio sposato e a sua volta padre - per girare l'Europa come camionista.
Ancora on the road, ma senza maledettismi, senza canne e poesia: il viaggio è pragmatico, coatto. Nè maggiolino, nè transporter, ma un anonimo TIR, un bestione della strada, a tracciare una X sull'Europa che non c'è: dalla Svezia a Roma, da Siviglia a Budapest. In cabina, giorno e notte per quattro mesi, sono in due: il regista friulano, classe 1976, Alberto Fasulo e l'attore Branko Zavrsan, già in [...] Vai alla recensione »
Uscireste di casa per andare a vedere un camionista che si lava (a lungo) le ascelle e (più sommariamente) i piedi? La docufiction del temerario friulano Alberto Fasulo, racconta le peripezie di un ex prof croato di mezza età, tale Branko. Guadagna tre volte di più alla guida di un Tir che in cattedra. Mangia, parla al telefonino, anche mentre guida, dorme, su e giù per l'Europa.