danylt
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venerdì 25 ottobre 2013
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un viaggio di sopravvivenza e ritorno alla vita
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È quasi impossibile parlare di Gravity senza rivelare troppo delle principali svolte che avvengono nel film. Perché l’esperienza di cui esso ti rende partecipe in ogni senso, va di pari passo con la vita della protagonista che è un continuo viaggio di esplorazione e nuove consapevolezze.
Il viaggio spaziale di cui veniamo resi partecipi, è parallelo alla vita della dottoressa Ryan Stone( Sandra Bullock), un’ astronauta che sta lavorando insieme ad una squadra per riparare una stazione orbitante nello spazio. Nel bel mezzo dell’operazione vengono colpiti da una tempesta di detriti, che distruggono la loro stazione e lasciano la Stone e il suo collega Matt Kowalsky (George Clooney) da soli a vagare nello spazio.
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È quasi impossibile parlare di Gravity senza rivelare troppo delle principali svolte che avvengono nel film. Perché l’esperienza di cui esso ti rende partecipe in ogni senso, va di pari passo con la vita della protagonista che è un continuo viaggio di esplorazione e nuove consapevolezze.
Il viaggio spaziale di cui veniamo resi partecipi, è parallelo alla vita della dottoressa Ryan Stone( Sandra Bullock), un’ astronauta che sta lavorando insieme ad una squadra per riparare una stazione orbitante nello spazio. Nel bel mezzo dell’operazione vengono colpiti da una tempesta di detriti, che distruggono la loro stazione e lasciano la Stone e il suo collega Matt Kowalsky (George Clooney) da soli a vagare nello spazio.
E’ qui che comincia la sopravvivenza dei due astronauti. Kowalsky, che è il più esperto e alla sua ultima missione, cerca di tranquillizzare e guidare Ryan, la quale sembra essere caduta in uno stato di trans. La sua voce è sommessa e il suo respiro è affannoso non solo perché la sua muta sta finendo la riserva d’aria, ma è lei stessa ad essere a corto di vita. Viene letteralmente trascinata dalla gravità, si fa trasportare dal suo collega attraverso un filo che li tiene insieme nell’immensità dello spazio. In un momento di calma apparente e di confessione, scopriamo di più della vita di Ryan. Ha subito una grande perdita, un trauma che le impedisce di andare avanti. Così continua ad essere trascinata, sia nello spazio che nella sua vita, che è diventata una sorta di limbo prevalso dalle abitudini quotidiane e dalla solitudine.
Ma avviene qualcosa durante questo viaggio, dopo una serie di eventi che la lasciano dispersa, assistiamo ad una scena di rinascita. Ryan è incubata come un feto in una navicella che è riuscita a raggiungere dopo essersi persa completamente. Quindi smarrimento e rinascita. La vediamo letteralmente tornare alla vita, durante una scena estremamente toccante che ci fa immergere completamente. Ma non è una vita facile, gli imprevisti e le coincidenze sono sempre in agguato. Da qui lo spettatore comincia inevitabilmente a immedesimarsi e a fare il tifo per lei. Perché questo viaggio nello spazio è un parallelismo della nuova vita dell’astronauta ma anche di quella di tutti noi.
La vediamo quindi rinascere dopo un grande trauma, combattere per sopravvivere, portandosi sempre con se un grande dolore, che inevitabilmente cambia dentro, ma riuscendo a trasformarlo in forza per andare avanti. Sentiamo il suo dolore quando lei lo mostra, viaggiamo con lei e ci aggrappiamo alla vita come Ryan si aggrappa ai pezzi di navicella per sopravvivere. Per quanto la gravità ci possa trasportare via come gli eventi della vita fanno ogni giorno, noi resistiamo. E quando arriviamo ad un momento di sconforto totale, sono i ricordi, le esperienze forti e gli affetti che incontriamo nella via, a darci la forza per andare avanti. Quando infatti Ryan pensa che è più facile morire che vivere, il suo subconscio si aggrappa all’ultimo momento alla vita grazie ad un “incontro” speciale, che è uno dei momenti più toccanti del film. Ritrovare così la forza per provarle tutte, perché ne vale la pena, perché chi abbiamo lasciato dietro sia fiero di noi. Combattere per chi non ha avuto la possibilità di andare avanti con la propria vita per diversi motivi.
Ma durante il nostro percorso, come sappiamo, veniamo sempre messi di fronte ad ostacoli. E quando ci si trova al momento della prova finale, quando la vera morte appare davanti a noi, l’importante è avere la consapevolezza che abbiamo davvero vissuto, che ce l’abbiamo messa tutta. Perché come Ryan esclama con tutta la consapevolezza e le ultime forze rimaste: "La colpa non sarà di nessuno! Comunque vada, è stato un grande viaggio!".
Ed è proprio questo Gravity, un viaggio totalitario condensato in un’ora e mezza di intrattenimento ed emozione allo stato puro. Un’odissea commovente e struggente vissuto in parallelo con una Sandra Bullock toccante che tiene le redini di una storia coinvolgente e rappresentativa dell'essenza della vita.
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redred
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venerdì 25 ottobre 2013
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nulla a che vedere con la fantascenza
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la storia e puerile i dialoghi imbarazzanti, uno dei piu scadenti prodotti industriali holliwoduani che abbia visto negli ultimi anni, lunghi monologhi della bullok e primi piani su labbroni e tette rifatte, che levano ogni suggestione spaziale. mi ha ricordato l'ultima scena de I Protagonisti di altman su come vengono approvate le sceneggiature a holliwood. potrebbe essere un film comico, se non avesse la pretesa di essere un film serio.
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stepsico
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giovedì 24 ottobre 2013
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ideale per annoiarsi!
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Vorrei capire con che coraggio scrivete consigliato ad un film simile!! Una noia mortale, altro che tensione.. I monologhi di una dottoressa sola nello spazio.. L'equivalente dei discorsi tenuti in sotto in bagno da ogni uomo..
Fatevi un favore, rimanete a casa ed evitatevi questo schifo!!
[+] sai com'è .....
(di paolo salvaro)
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[+] che ne sai dei discorsi "in/sotto in bagno"?
(di hollyver07)
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paride86
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giovedì 24 ottobre 2013
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spettacolare
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Nonostante la trama di questo film non sia un granché originale - di gente che si perde nel mare, nel deserto, in montagna ne è pieno il cinema, qui è nuova solo la location - il film è a dir poco spettacolare. Non ho mai visto un 3D così ben realizzato, sono davvero rimasto impressionato. Attori in parte.
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andrea giostra
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mercoledì 23 ottobre 2013
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cuaròn originale e spaziale!
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Gravity (2013)(recensione di Andrea Giostra)
Film di fantascienza atipico ma estremamente originale, quindi da vedere assolutamente per i cinefili che vogliono essere sorpresi. L’ignoto è la parte più affascinante e seduttiva del film di Cuaròn che si conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno!, un grande regista e un grande sceneggiatore. Le riprese in 3D sono straordinariamente realistiche e catapultano lo spettatore all’interno di una dimensione spaziale che sa ben innescare emozioni forti, ansia, angoscia, speranza, paura, disperazione, in uno spazio dominato da una straordinaria ed incantevole vista della terra, dove la solitudine è l’unica “compagna” di viaggio possibile di quello che nel film è una missione scientifica, ma anche un viaggio straordinario, per divenire poi una catastrofe: non c’è nessuno che verrà a salvarti, tranne te stesso.
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Gravity (2013)(recensione di Andrea Giostra)
Film di fantascienza atipico ma estremamente originale, quindi da vedere assolutamente per i cinefili che vogliono essere sorpresi. L’ignoto è la parte più affascinante e seduttiva del film di Cuaròn che si conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno!, un grande regista e un grande sceneggiatore. Le riprese in 3D sono straordinariamente realistiche e catapultano lo spettatore all’interno di una dimensione spaziale che sa ben innescare emozioni forti, ansia, angoscia, speranza, paura, disperazione, in uno spazio dominato da una straordinaria ed incantevole vista della terra, dove la solitudine è l’unica “compagna” di viaggio possibile di quello che nel film è una missione scientifica, ma anche un viaggio straordinario, per divenire poi una catastrofe: non c’è nessuno che verrà a salvarti, tranne te stesso. Stanley Kubrick avrebbe visto questo film e certamente lo avrebbe molto apprezzato, anche se il suo “2001: Odissea nello spazio”, al quale Cuaròn certamente si ispira per la realizzazione di alcune scene, rimane un capolavoro cinematografico insuperabile. I due attori protagonisti, Clooney e Bullock, sono molto bravi, ma sono la sceneggiatura, la fotografia e gli effetti speciali quello che fanno di questo film un grande film di fantascienza che ha il merito di aprire un nuovo ed interessante filone interpretativo di quello che forse è il genere più amato della settima arte.
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[+] sceneggiatura ?
(di voss117)
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keyhra
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mercoledì 23 ottobre 2013
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da rimanere a bocca aperta
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Davvero un'ora e mezza senza fiato. Film solo in 3D (cosa che da una parte può essere uno svantaggio, ma sicuramente da una marcia in più), con una strepitosa Sandra Bullock e un ottimo George Clooney. Il film è molto particolare, ambientato interamente nello spazio e con solamente due personaggi...a tratti claustrofobico, ma fatto molto bene. Lo consiglio vivamente a tutti!
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ilaria pasqua
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martedì 22 ottobre 2013
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un'esperienza unica
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La buona fantascienza al cinema è stata una rarità negli ultimi anni. L’ultimo film che mi ha davvero emozionata è stato il suggestivo Moon, e ne è passato di tempo. Bene, ora posso aggiungere all’esigua lista dei recenti anche Gravity, con la speranza che non sia l'ennesimo caso isolato.
Questo Gravity di Alfonso Cuarón girava sulla bocca degli addetti ai lavori e degli appassionati da anni. Ricordo quando si parlava di Angelina Jolie nel ruolo della protagonista, poi quando è stata scelta Sandra Bullock mi ero riproposta di non andarlo a vedere, anche perché agli inizi il progetto non sembrava un granché. Sandra Bullock non è mai stata tra le mie attrici preferite, ma dal lontano 2010 quest’attrice è riuscita a riscattarsi con interpretazioni più o meno buone.
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La buona fantascienza al cinema è stata una rarità negli ultimi anni. L’ultimo film che mi ha davvero emozionata è stato il suggestivo Moon, e ne è passato di tempo. Bene, ora posso aggiungere all’esigua lista dei recenti anche Gravity, con la speranza che non sia l'ennesimo caso isolato.
Questo Gravity di Alfonso Cuarón girava sulla bocca degli addetti ai lavori e degli appassionati da anni. Ricordo quando si parlava di Angelina Jolie nel ruolo della protagonista, poi quando è stata scelta Sandra Bullock mi ero riproposta di non andarlo a vedere, anche perché agli inizi il progetto non sembrava un granché. Sandra Bullock non è mai stata tra le mie attrici preferite, ma dal lontano 2010 quest’attrice è riuscita a riscattarsi con interpretazioni più o meno buone. E comunque, seriamente, ci si può perdere un bel film come questo perché c’è un attore che non piace troppo? Per me questa cosa vale solo per uno: Nicolas Cage. Poi riesco a sorbirmi proprio di tutto, quando ne vale la pena.
Tornando al film la trama è semplice e ormai plurinota: Sandra Bullock e George Clooney sono nello spazio con uno shuttle per una missione, proprio nel momento in cui uno sciame di detriti rischia di colpirli, trasformando quel semplice intervento tecnico in un incubo.
Così si affrettano, ma l’impatto è inevitabile. Ryan, la dottoressa interpretata dalla Bullock, viene sbalzata via e sarà il bel Matt Kowalski, George Clooney con il suo solito irresistibile charme, ad andarla a recuperare, per poi perdersi in due, visto che il loro punto d’appoggio è irrecuperabile. Così si muovono verso un altro obiettivo, prima la Stazione Spaziale Internazionale, per poi raggiungere in un secondo momento la navetta dei cinesi, sperando di fare in tempo, perché Ryan è quasi in riserva d’ossigeno.
Cosa posso dire di questo film se non che mi ha fatto restare con il fiato sospeso per tutto il tempo? Magistralmente costruito e credibile fino al minimo dettaglio, Gravity è una meraviglia per gli occhi e un colpo al cuore. Ho passato l’intero film a pugni stretti, con le mani sudaticce e il fiato corto. Perdersi nello spazio… uno dei peggiori incubi, come perdersi nel mare aperto. I movimenti sono limitati, la stanchezza avanza, e intorno... il nulla.
Ryan dirà all’inizio che quel silenzio le piace. È un silenzio ristoratore che ottunde tutti i sensi e genera una pace che sembra riempire il cuore. La vita quotidiana poi è così lontana che niente può toccarti. Forse per questo motivo Ryan è lì, lontano da tutto e tutti.
Quando però non è più agganciata a nulla e vortica, sballottata dalla gravità, nel tentativo disperato di raggiungere la meta, di aggrapparsi, di non scivolare, pensa di lasciarsi definitivamente andare, di arrendersi. Ha una sua storia triste alle spalle e quella potrebbe essere davvero la fine. Basterebbe arrendersi. Ma sarà Clooney a risvegliare la sua coscienza, lo fa sin dall'inizio, come una sorta di guida saggia che nasconde i suoi consigli tra una storiella assurda e l'altra, impedendogli di ignorare ciò su cui deve concentrarsi per farcela: se stessa. Affrontare la vita e la morte per imparare di nuovo a camminare. Ed è questo ciò che mi è piaciuto molto, c’è un evoluzione del personaggio che a volte viene trascurata in film del genere a favore degli effetti speciali, e anzi, non solo un'evoluzione, ma una completa centralità dell'uomo e del suo sentire.
Recensione completa su www.ilariapasqua.net
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[+] ...forse mancava da kubrick!
(di andrea giostra)
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hollyver07
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lunedì 21 ottobre 2013
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2001 odissea nello spazio - blade runner - ....
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...Moon - La guerra dei mondi - ecc. ecc.! Ciao agl utenti del forum che si daranno pena di leggere questo commento, perdonate l'intrusione. Ovviamente non ripropongo una votazione in quanto l'ho fatto precedentemente nel forum. Scusatemi se non posso concordare con coloro che hanno osservato positivamente la capacità d'introspezione di questo film, io non son riuscito a vederla. Intanto... azzardo l'affermazione che sia proprio la fantascienza (intendo quella non puramente ludica) a proporre l'introspezione come ulteriore chiave di lettura delle pellicole. Se ben notate... ho riportato solo alcuni titoli di tutta una serie di films dove l'introspezione è manifesta a dispetto dell'immaginifico che parallelamente propongono.
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...Moon - La guerra dei mondi - ecc. ecc.! Ciao agl utenti del forum che si daranno pena di leggere questo commento, perdonate l'intrusione. Ovviamente non ripropongo una votazione in quanto l'ho fatto precedentemente nel forum. Scusatemi se non posso concordare con coloro che hanno osservato positivamente la capacità d'introspezione di questo film, io non son riuscito a vederla. Intanto... azzardo l'affermazione che sia proprio la fantascienza (intendo quella non puramente ludica) a proporre l'introspezione come ulteriore chiave di lettura delle pellicole. Se ben notate... ho riportato solo alcuni titoli di tutta una serie di films dove l'introspezione è manifesta a dispetto dell'immaginifico che parallelamente propongono. Gravity è certamente un bel film d'avventura molto gradevole ed estremamente spettacolare ma... di questo ne sono ben convinto... molto carente proprio nell'espressione dell'io che ci guida. Quello presentato da Cuaron, attraverso la buona performance di S.Bullock, è tremendamente schematico e ben lontano dall'emotività, la curiosità e dagli stati d'animo che portino al vero confronto con se stessi. Lo schema è evidente per quanto concerne le motivazioni della protagonista, cosa che in maniera un po artefatta può apparire come stimolo all'introspezione. Inoltre, la "furbata" cognitiva (molto americana...) è stata costruita attraverso la realizzazione di scene con evidente richiamo a pellicole di culto dello Sci-Fy (non chiedetemi quali... perchè son più che evidenti e sarei anche ripetitivo) il tutto per ricondurre la memoria degli spettatori ad eventi già "accomodati in ambito sensoriale/emotivo". Sostanzialmente, credo sia una strategìa opportunamente studiata (a tavolino) in sede di sceneggiatura quindi... qui proprio non si parla di arte (cinematografica - al massimo di ottimo mestiere) ma di struttura ripetitiva (beninteso nulla a che vedere con il plagio). Scusatemi per l'inopinato tedio, sono sempre dell'idea che questo film vada visto (in 3D ovviamente) ma non possieda una propria ed evidente "anima" e nemmeno sia ascrivibile a capolavoro. Sempre disponibile alla "lapidazione" e saluti a tutti
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maurizio meres
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lunedì 21 ottobre 2013
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il silenzio
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Era da tempo che non usciva un film con una tensione così coinvolgente ,la solitudine e il silenzio accompagnano il film fino alla fine con due attori che secondo me sono fuori luogo ma proprio per questo riescono ad interpretare noi tutti nei nostri silenzi. Scenografia merito del 3D eccezionale ,dialogato alla perfezione ,ottime le scene dove la bullock si fa apprezzare in tutta la sua femminilità , da non perdere .
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dr. right
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lunedì 21 ottobre 2013
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gravity,il capolavoro di cuaron
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Io ho visto ben 2 volte Gravity al cinema,la prima con gli amici,la seconda con i miei parenti,e ciò nonostante l'emozione è stata forte entrambe le volte. La regia,la performance di Sandra Bullock (che seriamente potrebbe vincere l'oscar),gli effetti visivi e sonori (nonchè il 3d,forse il migliore di sempre)sono perfetti,e regalano allo spettatore un'esperienza indimenticabile.Alfonso Cuaron è riuscito infatti a regalare al pubblico un film pressochè unico e perfetto che,nonostante la breve durata (90') non è ne sbrigativo ne incompleto.Decisamente uno (forse il,chissà?) dei migliori film dell'anno,che va assolutamente visto e rivisto.
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