Gravity |
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Un film di Alfonso Cuarón.
Con Sandra Bullock, George Clooney, Ed Harris, Orto Ignatiussen.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 92 min.
- USA, Gran Bretagna 2013.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 10 giugno 2024.
MYMONETRO
Gravity
valutazione media:
3,63
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La lacrima di Sandra Bullockdi Benedetta SpampinatoFeedback: 811 | altri commenti e recensioni di Benedetta Spampinato |
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sabato 19 ottobre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se la Terra sembra già/ ormai un luogo privo risposte, adesso si tenta di cercarle nello spazio, proprio come fece S. Kubrick nel suo indiscusso capolavoro che fu “2001 Odissea nello spazio”del 1968. Tuttavia, qui non è presente il celebre monolite: rimane una domanda sottintesa, acquisibile quasi alla conclusione del viaggio. Qui c’è l’essere umano che si aggrappa ad un altro. “Gravity” è uscito nelle nostre sale il tre ottobre, ma è stato presentato a Venezia già il 28 di agosto, accolto calorosamente dalla critica cinematografica. Lo si definisce “il capolavoro dei film di fantascienza” per i suoi effetti speciali e per l’opera catartica di A. Cuarón, il regista messicano, capace di trasportare fisicamente lo spettatore all’interno di uno spazio infinito come quello dell’universo attraverso l’uso del 3D. Sandra Bullock e George Clooney sono complici di una spedizione sullo Space Shuttle. Fin qui tutto scorre lentamente sulla leggerezza data dall’assenza di gravità, tra lievi respiri e miti discorsi. Dopo una velocissima onda di detriti di un satellite esploso, i respiri si trasformano in sospiri. La navetta spaziale viene distrutta e gli altri compagni di viaggio muoiono lasciando fluttuanti fotografie di vita terrena. Non è più l’orwelliano occhio ad annientare l’uomo, ma il misterioso determinismo dello spazio. Rimangono, così, l’ingegnere biomedico e il comandante prossimo alla pensione. Qualcosa va storto e i due, dopo la magica immagine di una stretta di mani per non cadere nel vuoto, finiscono per perdersi e poi ritrovarsi e poi, ancora, perdersi. È l’uomo che combatte solo con se stesso ma, alla fine e quasi inevitabilmente, costretto ad incontrare la coscienza della forza, del coraggio, della ragione. Questi,infine, porteranno l’essere umano a ritornare per terra, toccarla, respirare l’aria limpida e ringraziare il Mistero di cui siamo fatti. L’essere umano ritorna alla natura, solo e grato, un po’ come l’indimenticabile Tom Hanks in "Cast away". Gli errori tecnici del film sono tanti, ma Tom Huddleston ha tuttavia confermato che “Gravity è una delle conquiste più suggestive della storia degli effetti speciali” anche se, è doveroso ammetterlo, il 3D è risultato di un abominevole fotografia. Togliendo la suggestiva immagine di una lacrima della Bullock che si dirige verso lo spettatore, la mancanza di quegli insulsi occhialini avrebbe di certo reso delle migliori tinte sullo schermo, una storia più fascinosa, poetica. Il film si è comunque beccato le lodi dei premi: Miglior attrice dell’anno alla Bullock e il Future Film Festival Digital Award a Venezia. Pennellate di sentimentalismo tra i protagonisti a parte, c’è da chiedersi perché si è tornati sullo spazio, sempre alla posizione fetale (ancora evidenti richiami a Kubrick). Cosa andiamo cercando sullo spazio ignorando l’amore per la terra in cui credeva il profetico Nietzsche? Forse il “Tutto in fuga” di Montale è focalizzato su quel “grazie” finale, forse sulla forza di volontà dell’uomo. Di certo, “Gravity” è il segno di una ricerca ancora taciuta.
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