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Gravity, lo spazio è un gioco di luci

Alfonso Cuaròn svela i trucchi dietro il film che ha aperto Venezia 70.
di Gabriele Niola

In foto Alfonso Cuaròn, regista di gravity, tra Sandra Bullock e George Clooney.
Alfonso Cuarón (62 anni) 28 novembre 1961, Città del Messico (Messico) - Sagittario. Regista del film Gravity.

giovedì 29 agosto 2013 - Incontri

L'obiettivo che Alfonso Cuaròn ci ripeteva di voler raggiungere era ricevere una chiamata dalla NASA per sapere come diavolo avessimo fatto a girare un film nello spazio", così Timothy Webber, supervisore degli effetti speciali di grande prestigio (era parte dell'esercito che ha realizzato Avatar, ma anche Il cavaliere oscuro e I figli degli uomini sempre con Cuaròn) descrive l'approccio del regista di Gravity al realismo del film. Una meta per raggiungere la quale, come spesso accade nel cinema, si è dovuto procedere in maniera tutt'altro che realistica.

Per realizzare le straordinarie immagini di Sandra Bullock e George Clooney che fluttuano in assenza di gravità infatti non si è potuta usare nessuna tecnica usata in passato per simulare lo spazio (espedienti tipo girare in un aereo che va in picchiata, come si fece per Apollo 13), poichè il film è tutto composto da lunghe scene e non piccoli pezzettini e perchè i movimenti di camera sopra, sotto, intorno e lontano dai personaggi non si possono che fare virtualmente.

E allora come avete fatto?
È stato tutto un lavoro di preparazione, pianificazione maniacale e solo infine di ripresa e il trucco base in soldoni è uno dei più antichi del mondo del cinema.
Abbiamo messo i due attori in un grosso scatolone in cui erano da soli, le pareti della scatola piene di lucine, letteralmente milioni, così che potessimo simulare l'impatto della luce da ogni possibile angolazione a seconda del loro fluttuare (basta immaginare quando ruotano su se stessi) e ovviamente una videocamera in grado di muoversi tutto intorno a loro. Dunque loro rimanevano fermi e l'illusione che girino, si voltino, avanzino o si ritirino nello spazio è data per opposizione, facendo in realtà muovere la luce, muovere lo sfondo e la videocamera.

E per i movimenti dei personaggi?
Anche quelli sono fasulli, tutti fatti al computer. Di loro, originale c'è solo il volto. Sul set indossavano una tutina molto leggera e bianca, in modo che il rimbalzo della luce sul volto fosse simile a quello che ci sarebbe con una vera tuta, ma delle riprese abbiamo usato solo il volto. Per fare il resto del corpo abbiamo ricostruito tutto da zero al computer, utilizzando i movimenti che facevano sul set come traccia. Ma in tanti casi non l'abbiamo nemmeno seguita, perchè ci serviva altro.
Nemmeno il casco indossavano, avevano un particolare elemetto che ci serviva per tracciare i movimenti della testa.

Dunque non c'è quasi niente di reale nel film?
Pochissimo. Il 20% direi ad occhio e croce. Qualche elemento degli interni e qualcosina della scena dell'atterraggio. Anche perchè quando così tanto è finto mettere qualcosa di vero può stonare.

C'è un momento nel film molto particolare, in cui Sandra Bullock si leva la tuta spaziale e compie un movimento bellissimo, da nuoto sincronizzato, di un'armonia e una lenta meraviglia che è quasi commovente. È in mutande e canottiera, lì non avete potuto ricostruire nulla, come avete fatto?
In linea di massima le scene nell'astronave non le abbiamo fatte nella scatolona di luci ma usando un braccio che aiuta a stare sospesi, tuttavia per quella scena lì, così complessa, abbiamo usato lo scatolone come per gli esterni.
Prima di tutto abbiamo trovato una posizione comoda per Sandra, ed era quella eretta, l'abbiamo messa a sedere su un sellino da bici (poi rimosso al computer) così che fosse libera di fare i suoi movimenti in armonia, usando l'appoggio ad un braccio di metallo legato ad una gamba (l'unica parte del suo corpo che in quella scena abbiamo dovuto ricostruire). Lei è stato davvero bravissima, muoversi così in quelle condizioni non è semplice e lei riusciva anche ad andare a ritmo perfettamente, credo abbia un background nel ballo o simili. L'unico aiuto digitale di cui ha dovuto usufruire è stato il rallentamento da "assenza di gravità".
Come al solito invece l'impressione che ruoti su se stessa è data dal fatto che in realtà è la videocamera a ruotare.

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