All'uomo che con Batman Begins ha raccontato Batman prima di diventare Batman, è stato chiesto di raccontare Leonardo Da Vinci prima che diventasse Leonardo.
Nasce così Da Vinci's Demons, la serie tv che andrà in onda su Fox dal 22 Aprile, scritta per l'appunto da David S. Goyer e caratterizzata da un taglio fumettistico. Taglio a primo impatto inaccettabile agli occhi italiani, perché stilizzato e molto americano, mentre invece è un lavoro non banale di adattamento della storia in mitologia pura.
"Non è il Leonardo come viene rappresentato di solito, un anziano signore con la barba e molto riflessivo, ma il Leonardo giovane, di cui storicamente si sa meno, trattato come un personaggio da graphic novel. Insomma è Leonardo come esiste nella nostra immaginazione, di certo non quello reale" spiega l'autore mettendo tutte le mani avanti che può nel descrivere il passaggio da figura storica a eroe da fumetto.

Lo show infatti è basato in maniera accurata su fatti e personaggi ma da quella base parte per agire di pura fantasia, usando quel che sappiamo di Leonardo per parlare di libertà, tensione verso la perfezione e lotta contro i propri demoni. Non a caso il suo nemico è Papa Sisto IV (ritratto come un vero villain da fumetto) e il suo piano per conquistare Firenze.
Non siamo quindi dalle parti della serialità in stile Il trono di spade, semmai più vicini a Spartacus (il network che lo manda in onda in America è lo stesso) e già dall'episodio pilota vediamo il genio multiforme tirare con due spade contemporaneamente (visto che era ambidestro) o conquistare carnalmente con il fascino della sua arguzia l'amante di Lorenzo de' Medici, concessioni che in nessun momento l'autore pretende essere storicamente accurate ma che sono voli pindarici tratti da spunti reali: "Il Vasari ci racconta che Leonardo era un bell'uomo, di grande spirito e molto irrequieto".

Non solo, stando a Goyer, la serie per molti versi è anche tiepida con le invenzioni, rispetto alle cronache dell'epoca: "Ci sono molte cose vere talmente implausibili che non le abbiamo potute inserire nella trama. Ad esempio, visto che il Verrocchio lo pagava molto poco, inizialmente Leonardo lavorava anche come cameriere, e ad un certo punto con Botticelli aveva pure aperto un ristorante vegetariano su Ponte Vecchio che però è fallito perché badavano più alla composizione e all'impiattamento che ad altro. L'avessimo scritto nessuno ci avrebbe creduto!".

Ad interpretare Leonardo è Tom Riley, al primo ruolo di spicco della carriera, che a Firenze ci è venuto per la prima volta in occasione della presentazione della serie. Gli interni e gli esterni sono infatti stati girati in Galles per questioni economiche e gli scenari dell'epoca (come le panoramiche sulle città) sono tutti fatti in computer grafica, ennesima dimostrazione della libertà nell'adattamento: "Dei molti aspetti di Leonardo abbiamo posto grande enfasi sull'ossessione per il volo" spiega l'attore "perché ha a che vedere con la ricerca di libertà, che è uno dei temi della serie, e perché descrive bene la parte del suo carattere che volevamo raccontare. Io non riesco nemmeno ad immaginare come sia essere un simile genio ma posso, come tutti, capire l'insoddisfazione di un uomo che da sé si aspetta sempre di più di quanto non conquisti".

Certo venire in Italia a presentare una visione così radicale e fantasiosa di un personaggio così riverito è una mossa audace: "Si lo so" dice ridendo Goyer "E avevamo previsto che gli italiani sarebbero stati i più infastiditi, per questo siamo venuti subito qui, nella tana del lupo. Però con Batman ho imparato una lezione: se scrivi qualcosa che non scontenta nessuno allora hai scritto qualcosa che non piacerà davvero a nessuno".