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Ultimo aggiornamento venerdì 1 marzo 2013
Ricco il programma del concerto dell'Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, con la direzione del polacco Michal Nesterowicz, accompagnato al pianoforte dal musicista Giuseppe Andaloro.
CONSIGLIATO N.D.
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A dirigere l'Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova c'è il polacco Michal Nesterowicz, direttore musicale dell'Orchestra Sinfonica di Tenerife, accompagnato al pianoforte dal musicista Giuseppe Andaloro. Ricco il programma della serata, che prenderà avvio con l'Ouverture (op. 26 - Allegro moderato) del "Die Hebriden" di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Le ouvertures di Mendelssohn sono dei veri e propri piccoli poemi sinfonici di ispirazione extramusicale. Non fa eccezione "Le Ebridi", nata nel 1829 come risposta a una forte impressione naturalistica provata dal compositore durante un viaggio in Scozia: la visione suggestiva delle colonne basaltiche e delle stalattiti della grotta di Fingal, nell'isola di Staffa, arcipelago delle Ebridi. Mendelssohn appuntò sul posto il celebre tema d'apertura, motore di tutto il brano, da cui si sviluppò una pagina lirica, onirica, visionaria. Uno dei paesaggi musicali più affascinanti e tumultuosi del romanticismo musicale tedesco.
Si prosegue con le note di Robert Schumann: Allegro affettuoso, Intermezzo (Andantino grazioso) e Allegro vivace del "Concerto per pianoforte e orchestra in la minore, op. 54". Il pianoforte qui è trattato come uno strumento lirico, cantabile, che intreccia le proprie melodie con quelle degli altri strumenti. A volte è protagonista in primo piano, altre si ritira nel ruolo di delicato accompagnatore dell'orchestra, con cui si fonde armonicamente. Una pagina musicale unica, con la quale si sono voluti misurare da sempre tutti i più grandi pianisti.
A chiudere il concerto sarà la musica composta da Witold Lutosawski: Intrada, Capriccio notturno e Arioso, Passacaglia, Toccata e Corale del "Concerto per orchestra" del 1954, una delle opere del musicista polacco più stabilmente entrate in repertorio. L'obiettivo principale del Concerto è fornire una versione rielaborata e intellettualizzata della musica folclorica e, al contempo, mettere in luce tutte le possibilità di una grande orchestra, con un suono moderno e novecentesco e una partitura di forte impatto su chi ascolta e, per l'orchestra che la esegue, una sfida virtuosistica estrema.