Titolo originale | HASTA LA VISTA |
Anno | 2011 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Belgio |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Geoffrey Enthoven |
Attori | Tom Audenaert, Isabelle de Hertogh, Gilles De Schryver, Kimke Desart, Johan Heldenbergh Karlijn Sileghem, Sebastian Sundback, Charlotte Timmers, Xandra Van Welden. |
Uscita | giovedì 24 giugno 2021 |
Distribuzione | Wanted |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 22 giugno 2021
Un tour alla scoperta dei vigneti spagnoli è il pretesto per tre amici, uniti dal loro handicap, di mettere su il progetto di andare a perdere la loro verginità. Ha vinto un premio ai European Film Awards, In Italia al Box Office Hasta la vista ha incassato 14,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Jozef, Philip e Lars sono tre ragazzi belgi disabili: il primo è cieco, il secondo paralizzato dal collo in giù, il terzo costretto su una sedia a rotelle da un tumore al cervello. Sono amici, amano il vino, le donne e la forzata verginità costituisce il principale problema delle loro vite. La possibilità di partecipare a un tour vinicolo in Spagna offrirà loro la scusa per liberarsi dalle cure amorevoli ma soffocanti delle rispettive famiglie e far visita a un night club dove praticare sesso. A bordo di un furgone attrezzato, guidato dalla risoluta infermiera Claude, intraprenderanno il viaggio che metterà fine alla loro giovinezza.
Senza peli sulla lingua, privilegiando toni malinconici, il film affronta la questione del desiderio sessuale nei disabili servendosi della classica struttura del road movie.
Rappresentare il sesso al cinema non è molto diverso dal rappresentare la disabilità: in entrambi i casi, si tratta di cogliere la verità dei movimenti, la purezza dei gesti, la sincerità di uno sguardo che sceglie di non chiudere gli occhi di fronte all’inafferrabilità di figure sfuggenti, mosse dal piacere o impedite dalla malattia. Non è una questione di realtà o finzione, di approccio documentario o ricostruzione (ragione per cui non è uno scandalo che un attore normodotato impersoni un disabile, a patto di non trasformare in caricatura anche inconsapevole la sua performance), bensì di morale: filmare, cioè, le cose per come si pongono, non per cosa rappresentano.
La scelta degli autori di Hasta la vista, il regista Geoffrey Enthoven e lo sceneggiatore Pierre De Clercq, è quella di affrontare l’unione potenzialmente esplosiva di sessualità e disabilità con i toni di una commedia dolceamara: senza peli sulla lingua, ma scegliendo uno scontro di carattere soprattutto ideale.
Attraverso il classico espediente del road movie, il film – vecchio di dieci anni ma solo ora nelle sale italiane – lascia il sesso nel regno dell’ideale e sottolinea i limiti fisici ma non emotivi dell’handicap. Dal Belgio alla Spagna, passando per la Francia, a bordo di uno furgone guidato da una traghettatrice accogliente e un po’ arruffona, lungo autostrade e spazi naturali, tra liti e scontri, risate e improvvisi incontri con il dramma, la storia di un viaggio si presta a diventare un incontro e uno scontro di caratteri.
Jozef, Philip e Lars, ciascuno con il proprio limite e il proprio dolore, vivono insieme l’incontro con l’esperienza più solitaria, quella cioè del desiderio. L’espediente narrativo è volutamente gratuito, perché Hasta la vista è soprattutto l’elegia di tre uomini che la natura e la società hanno condannato alla rinuncia.
La stessa mescolanza di toni e atmosfere, tra il comico e il tragico, il sentimentale e il greve, trasmette l’inevitabile ricerca, nella vita di un disabile e dei suoi familiari, di un equilibrio che renda il dramma accettabile. E i momenti dei protagonisti alle prese con i propri cari sono i più sinceri del film, in cui non solo i loro corpi, ma anche quelli di chi se ne prende cura, assumono il peso del dolore.
Il dramma è la cifra più originale di Hasta la vista, anche nelle scelte stilistiche con cui è rappresentato (ad esempio, il campo lungo su Lars nel finale). La scelta però di privilegiare un cinema più leggero in diversi altri momenti (compreso l’incontro con le escort nel night club) testimonia un approccio in realtà più accomodante, come se l’eccessiva indulgenza verso i tre personaggi aiutasse a renderne meno ingiusto il destino.
Il tema non è proprio dei più popolari: è la sessualità dei disabili. La commedia però è simpatica e i personaggi pure. Peccato che alla fine ti dia la sensazione comunque di già visto, sinceramente non lo consiglierei, anche se in un'afosa giornata di estate senza partite è stato un piacevole diversivo.
( 2.5 ) Film e carino...... pero........pensavo fosse strutturato in un certo modo, forse andava piu studiato bene a tavolino , esempio lampante l'infermiera che deve guidare un furgone e contemporaneamente assistere per 10 giorni 3 disabili h24.......ma dai....... non e fattibile ! Peccato perche l'idea di provocare era buona e sempre attuale.
Tre ragazzi disabili, Philip, Josef e Lars, intraprendono un viaggio che li porterà alla scoperta della sessualità dal Belgio fino a un night club in Spagna accompagnati da un'infermiera. Il film è ispirato dalla storia vera di Asta Philpot, un ragazzo affetto da una patologia che lo priva della possibilità di muovere gli arti e che lo ha spinto a portare avanti una battaglia in difesa dei suoi diritti [...] Vai alla recensione »
La disabilità al cinema pone da sempre un problema di rappresentazione, la scelta di un tono che può essere pietista, ironico o realistico. Quello scelto dal belga Enthoven, in questo film del 2011, appartiene all'universo della commedia venata sia di malinconia sia di irriverenza, con tre disabili belgi, Philip, Lars e Jozef, che partono alla volta della Spagna per perdere la verginità e un'infermiera [...] Vai alla recensione »