The Hunter - Il cacciatore

Film 2010 | Drammatico, +13 90 min.

Regia di Rafi Pitts. Un film con Rafi Pitts, Mitra Hajjar, Naser Madahi, Malek Jahan Khazai, Ali Nicksaulat. Cast completo Titolo originale: Shekarchi. Genere Drammatico, - Iran, 2010, durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 17 giugno 2011 distribuito da Fandango. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,92 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 luglio 2011

Uscito di prigione, Ali vuole stare il più possibile insieme alla moglie e alla figlia di sei anni. Finché tornando a casa non le trova più.

Consigliato sì!
2,92/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,75
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Quando un cacciatore escluso dal mondo diviene un monito per l'Iran contemporaneo.
Recensione di Edoardo Becattini
mercoledì 17 febbraio 2010
Recensione di Edoardo Becattini
mercoledì 17 febbraio 2010

Appena uscito di prigione, Ali pensa solo a recuperare il tempo perduto assieme alla moglie e alla figlia di sei anni. I turni di notte come guardiano presso una fabbrica di automobili gli impediscono di essere costantemente presente, ma Ali cerca comunque di fare il possibile per stare accanto alla famiglia. Nei momenti in cui loro sono fuori, attraversa a piedi tutta Teheran per andare a cacciare nei boschi della periferia. Un giorno, di ritorno da una di queste battute di caccia, Ali torna a casa e non trova più né la moglie né la figlia. Quando si rivolge alle autorità per denunciare la scomparsa, viene a sapere di un brutale incidente avvenuto fra la polizia e alcuni manifestanti. Shekarchi comincia e nasce da un'immagine, da una celebre fotografia scattata nel giorno del primo anniversario della fine della Rivoluzione iraniana. I titoli di testa passano su di uno sfondo indiscernibile, che solo il movimento dell'inquadratura finale ci rivela come il dettaglio di un ritratto dei pasdaran khomeiniani che calpestano a bordo di motociclette una gigantesca bandiera degli Stati Uniti.
Le implicazioni politiche della storia vengono già quindi predisposte in apertura, ma il procedimento con cui vengono affrontate non è né diretto, né metaforico. Come per la fotografia iniziale, Rafi Pitts cerca di cogliere il momento politico da dei particolari, dei dettagli, che solo una volta colti nel loro insieme danno un'immagine della società iraniana odierna. Che sia per scelta formale o per non incorrere in problemi con la censura, Pitts parte così da una storia di ordinaria follia disseminata di alcuni elementi disorientanti che cercano di rendere un contesto generale. Il suo cacciatore è un outsider in cerca di stabilità che si improvvisa cecchino dopo aver perso moglie e figlia e non aver trovato ascolto da parte delle forze dell'ordine. Ma la tragedia apparentemente endogena di Ali è in realtà il riflesso di un visibile fermento popolare che preme al di sotto degli organi di potere.
Pitts sceglie di raccontare questo stato di agitazione per contrasti, come quello più evidente fra la natura inospitale dei boschi e il paesaggio meccanico e iperurbanizzato di Teheran, oppure quello fra la presenza sottile ma incalzante di un movimento di dissidenza e un sistema di comunicazione che trasmette solo la retorica populista delle forze governanti o le immagini di vecchi film o di innocenti pubblicità.
Rispetto alla funzionalità della prima parte, che presenta il personaggio in modo frammentario enfatizzandone la dissociazione rispetto all'ambiente circostante, la seconda parte ambientata nel bosco risulta meno incisiva, mettendo da parte i sottili riferimenti politici per i più classici temi della fuga e dell'inversione di ruoli fra preda e cacciatore. Ma il passaggio segna anche inequivocabilmente il cambio di direzione che Pitts vuole dare al suo racconto: dal richiamo al monito, dal realismo alla sciagura, dalla giungla urbana alla legge della giungla.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 11 gennaio 2014
Jean Remi

 TEHERAN FASCINOSA ED OSCURA. Ali, impersonato dallo stesso regista Rafi Pitts, uscito di galera aspira a vivere la maggior parte del suo tempo con moglie e figlia per recuperare, evidentemente, quella serenità di cui la detenzione lo ha privato. Ostacoli a questo suo desiderio: il lavoro come guardia notturna e la passione per la caccia nei boschi alla periferia di Teheran.

sabato 18 giugno 2011
cannedcat

Sembrerebbe un film sull'oppressione, ma forse - per puro caso - è il film stesso un film sulla casualità. La prima parte del film è un buon modo di rendere cos'è il vivere in un paese oppresso, dove il caso (la morte della moglie del cacciatore) diventa un altro assaggio di come si vive in uno stato di polizia. La seconda parte è abbastanza scordata, non in tono con il resto, ed è solo nella scena [...] Vai alla recensione »

sabato 16 luglio 2011
astromelia

...mancano le scene clou della cattura,del riconoscimento delle salme,tralasciate forse volontariamente, poco incisivo il protagonista,il finale con colpo di scena,film che soffre d'inerzia,se voleva essere un film di denuncia lo è,ma niente di più di quello che non si sappia, dunque niente di nuovo all'orizzonte se non una persona che decide di farsi vendetta da solo,chissà come avranno scoperto che [...] Vai alla recensione »

martedì 21 giugno 2011
Flyanto

 Film sulla vendetta perpetuata da un uomo a cui hanno ucciso la moglie e la figlia nel corso di un corteo di manifestanti. Finale aperto, a mio parere poco probabile, ma il film è una chiara denuncia del regista della condizione politica iraniana nonchè la rappresentazione dei tentativi di rivolta da parte del popolo oppresso.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Un uomo che si è visto uccidere moglie e figlia in una manifestazione prende il suo fucile da caccia, sale su una collina sopra un’autostrada e spara, uccidendo due poliziotti. In Europa o in America sarebbe una storia di alienazione e follia. In Iran è una metafora esplosiva del paese. Non solo perché l’omicida, cacciatore e guardiano notturno, vuole vendicarsi del cinismo (o della complicità) dimostrata [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Fermo restando che i film vanno vissuti in modo diretto e libero, come esperienze, senza note a piè di pagina (L’albero della vita di Malick, ancora nei cinema, docet), ci sono un paio di cose che è utile sapere prima di affrontare The Hunter, il titolo iraniano al quale oggi dedichiamo l’apertura. Sono cose che Rafi Pitts, il regista, ha raccontato quando il film è stato presentato in concorso a Berlino [...] Vai alla recensione »

Antonello Catacchio
Il Manifesto

Una società, quella iraniana, dalle sfaccettature difficili da interpretare seguendo gli stessi canoni con cui leggiamo le società occidentali. Rafi Pitts per strutturare il suo racconto affonda invece in questa realtà per cercare di svelarne gli aspetti più dissimulati. Protagonista del racconto è Ali, interpretato dallo stesso regista. Uscito di galera è intenzionato a rimettere insieme la sua vita, [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Dice Rafi Pitts che potrebbe essere lui il cacciatore del suo "The Hunter" (Iran e Germania, 2010, 92'). E intende che, armato della macchina da presa, "gira" per Teheran e per i boschi che stanno a nord della città alla ricerca di qualcosa che non gli è permesso esprimere. Che sia o non sia così, di fatto è il quarantatreenne regista iraniano che dà volto ad Alì Alavi, il protagonista di questo film [...] Vai alla recensione »

Massimo Bertarelli
Il Giornale

Ambizioso e cupo dramma iraniano, stretto parente del poliziesco. A Teheran, durante una manifestazione, vengono uccise moglie e bambina del già depresso ex galeotto Alì. Chi ha sparato, gli agenti o i dimostranti? L’uomo non ha dubbi: sale stilla collina col fucile da caccia e pum pum fa fuori due sbirri. Poi scappa, ma è braccato. Un film decisamente schierato con gli oppressi, che si riscatta solo [...] Vai alla recensione »

Alessandra Levantesi
La Stampa

Quando moglie e figlioletta muoiono sotto i colpi scaricati dalla polizia contro una folla di dissidenti, un ex galeotto, che sperava di ricostruirsi una vita, prende il fucile, spara su due agenti e finisce a sua volta braccato. Apparentemente The Hunter è la storia di una vendetta, ma a emergere sullo sfondo è il cupo quadro dell’Iran sotto la guida repressiva di Ahmadinejad.

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

L’Iran è nel mirino del mondo, come nel mirino del guardiano notturno di questo thriller. Perduta la moglie e la bambina, vittime innocenti di pallottole vaganti durante scontri di strada tra polizia e dimostranti, il guardiano decide di uccidere due poliziotti a caso. Prende la mira da molto lontano, è un tintore infallibile e, braccato nella foresta, è il simbolo di un’ingiustizia del potere che [...] Vai alla recensione »

NEWS
GALLERY
giovedì 16 giugno 2011
Luca Volpe

Scarcerato da poco, Alì (Rafi Pitts) vorrebbe sfruttare al massimo il ritorno in società e spendere il suo tempo libero tra la famiglia e il suo grande hobby, la caccia. Un giorno, però, Sara, la moglie, rimane uccisa durante uno scontro tra polizia e [...]

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