ivanod
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giovedì 18 marzo 2010
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l'insostenibile insolutezza dell' essere
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i fratelli cohen centrano il bersaglio con un film se vogliamo retro' nell'ambientazione e nelle cadenze.il protagonista ebraico riceve della vita vilente sportellate con un crescendo kafkiano e le risposte dei rabbini a cui si rivolge causano altre domande oltre che ilarità generale. Il nostro ruolo e luogo nel mondo è irrilevate ai fini di un disegno piu' grande, se c'è ne uno. Ma all'annunciarsi della catastrofe i cohen per pudore dei sentimenti mettono la parola fine, il problema sarà solo del protagonista, noi non dobbiamo esserne coinvolti.Quindi una grande lezione di regia e di stile
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fabrixio
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mercoledì 10 marzo 2010
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basta spoiler nelle schede die film!
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Ecco! Io lo sapevo che non avrei dovuto leggere la "recensione"; ma purtroppo l'ho fatto!
Generalmente non vado sul forum prima di vedere un film per evitare che qualcuno faccia spoiler e dica magari il finale, ma trovarne uno di rilevante pesantezza addirittura nella recensione della scheda del film è troppo!
Non dico di non mettere queste frasi perchè magari fanno parte di un buon ragionamento, ma almeno che avvertano!!!
Purtroppo mi sono imbattuto in questo genere di cose più e più volte...
Non so se vi è mai capitato, ma a me fa venire il sangue in ebollizione!
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the84damy
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mercoledì 10 marzo 2010
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il capolavoro dei fratelli cohen
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I fratelli Cohen sfornano un vero e proprio capolavoro...... senza ombra di dubbio si tratta di un film bellissimo e geniale confezionato in maniera perfetta ed astuta.
Si tratta inanzitutto di un azzeccatissimo ritratto della comunità ebraica d'America attraverso il quale i registi descrivono una strampalata storia di un padre di famiglia ebreo e del mondo che lo circonda...un vero inno alla sfortuna si direbbe dando sempre un'occhiata al mondo giovanile di questi tempi.
Dire che questo film fa ridere è assolutamente riduttivo ....a me al cinema ha fatto impazzire ..l'ho trovato semplicemente geniale.......una semplice e divertente commedia che con non solo strappa una risata dietro l'altra ma porta anche ad una seria riflessione sulla realtà della nostra società.
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I fratelli Cohen sfornano un vero e proprio capolavoro...... senza ombra di dubbio si tratta di un film bellissimo e geniale confezionato in maniera perfetta ed astuta.
Si tratta inanzitutto di un azzeccatissimo ritratto della comunità ebraica d'America attraverso il quale i registi descrivono una strampalata storia di un padre di famiglia ebreo e del mondo che lo circonda...un vero inno alla sfortuna si direbbe dando sempre un'occhiata al mondo giovanile di questi tempi.
Dire che questo film fa ridere è assolutamente riduttivo ....a me al cinema ha fatto impazzire ..l'ho trovato semplicemente geniale.......una semplice e divertente commedia che con non solo strappa una risata dietro l'altra ma porta anche ad una seria riflessione sulla realtà della nostra società.
Ho notato che ci sono commenti alquanto negativi sul film che non riesco proprio a capire in quanto ritengo che sia talmente spassoso ed anche intelligente che tutto si può dire ma non che sia noioso........caspita mica si tratta di un film d'azione o di un thriller..una commedia può essere riuscita e di buon livello senza avere un ritmo per forza incalzante, ci sta che sia un pò lenta la narrazione ma di momenti noiosi o poco divertenti ce nè pochissimi.
Concludo aggiungendo che non si può tralasciare la nota di amarezza che vien fuori dalla visione dell'opera dei Cohen .....nota di amarezza che emerge naturale penso in ognuno di noi stando ad osservare la pazzesca e grottesca vita (al limite del paradosso) del protagonista del quale tutti si prendono gioco e nonostante questo continua andando avanti per la propria strada come se nulla fosse , certo amarezza dicevo che però si fonde all'inevitabile ilarità che scatena il tutto.
Non si può non vedere......fidatevi guardatevelo.
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nistino
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venerdì 26 febbraio 2010
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mamma mia
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Come disse il ragionier Fantocci dopo aver visto La corazzata Potiemkin, dico che questo film è una cagata pazzesca.
[+] cagata pazzesca???????????
(di the84damy)
[ - ] cagata pazzesca???????????
[+] giusto
(di cinemaniaco85)
[ - ] giusto
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gable3
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venerdì 19 febbraio 2010
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il metro della matematica
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Sono rimasto affascinato dall'atmosfera che aleggia nel film, a cominciare dalla scena introduttiva. Credo, che la professione del protagonista possa essere la chiave di lettura del
film. La matematica è una scienza quanto più razionale è possibile in ambito umano e per certi versi proietta la mente dell'uomo in un mondo perfetto. Quindi un matematico dello stampo del protagonista è talmente astratto rispetto al mondo contingente ed attuale (del film) che lo mette in condizione di accettare tutto ciò che gli capita con molta tranquillità. Di fronte
al suo comprensibile ma contenuto smarrimento neanche i rabbini consultati riescono o possono aiutarlo. Gli aspetti onirici e le altre interferenze presenti nel film sono un gustoso
contorno allo scenario che vi ho letto.
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Sono rimasto affascinato dall'atmosfera che aleggia nel film, a cominciare dalla scena introduttiva. Credo, che la professione del protagonista possa essere la chiave di lettura del
film. La matematica è una scienza quanto più razionale è possibile in ambito umano e per certi versi proietta la mente dell'uomo in un mondo perfetto. Quindi un matematico dello stampo del protagonista è talmente astratto rispetto al mondo contingente ed attuale (del film) che lo mette in condizione di accettare tutto ciò che gli capita con molta tranquillità. Di fronte
al suo comprensibile ma contenuto smarrimento neanche i rabbini consultati riescono o possono aiutarlo. Gli aspetti onirici e le altre interferenze presenti nel film sono un gustoso
contorno allo scenario che vi ho letto.
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simone 75
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mercoledì 17 febbraio 2010
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la tragica commedia della vita
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I fratelli Coen approfondiscono il loro viaggio nei meandri della vita, scavando a fondo nelle miserie delle umane vicissitudini. A serious man è una continua ricerca, è la rappresentazione degli affanni quotidiani cui si viene sottoposti anche inconsapevolmente, è la domanda delle domande, è la disperazione dell’insensatezza, e al contempo il risvolto comico della medesima. Larry Gopnik cerca ostinatamente un perché, cerca il motivo o la regia che si cela dietro la sua difficile esistenza, dietro gli eventi che ne minano la dignità e l’equilibrio psichico, e punta agli Oracoli come a miraggi, in una scala di rivelazioni che possa quasi avvicinarlo al dvino. Ma Larry non trova nulla, se non la conferma di una casualità che tutto domina, se non ulteriori dubbi mascherati da aneddoti inconsistenti.
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I fratelli Coen approfondiscono il loro viaggio nei meandri della vita, scavando a fondo nelle miserie delle umane vicissitudini. A serious man è una continua ricerca, è la rappresentazione degli affanni quotidiani cui si viene sottoposti anche inconsapevolmente, è la domanda delle domande, è la disperazione dell’insensatezza, e al contempo il risvolto comico della medesima. Larry Gopnik cerca ostinatamente un perché, cerca il motivo o la regia che si cela dietro la sua difficile esistenza, dietro gli eventi che ne minano la dignità e l’equilibrio psichico, e punta agli Oracoli come a miraggi, in una scala di rivelazioni che possa quasi avvicinarlo al dvino. Ma Larry non trova nulla, se non la conferma di una casualità che tutto domina, se non ulteriori dubbi mascherati da aneddoti inconsistenti. La giostra di avvenimenti e di personaggi, assurdi e fantastici, che ruota attorno al protagonista non può che accrescerne l’insicurezza, fino a farne crollare ogni residuo morale, fino a mostrare come i singoli eventi siano tutto e niente al tempo stesso. Le vite degli individui appaiono esposte ad ogni tipo di intemperie, in una vastissima gamma che va dalla notizia che destabilizza improvvisamente un momento di rinascita individuale, al tornado che oscura prima il cielo, poi la possibilità di un chiarimento a lungo anelato, e infine il film, e la nostra visuale su di esso. In fondo siamo tutti Larry Gopnik.
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ramon76
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sabato 13 febbraio 2010
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indescrivibile
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Ho difficoltà a dare un' interpretazione, ma non ce n'è bisogno. Rimango costantemente affascinato da ogni film dei coen, la tensione sottilissima che sento in ogni scena è indescrivibile.
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ultimoboyscout
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giovedì 11 febbraio 2010
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grandiosi cohen!!!
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Film grottesco e incredibilmente divertente, tipicamente in stile Cohen. La cosa che adoro di loro, e che salta agli occhi in questo film, è la cura maniacale di ogni più piccolo dettaglio ed in particolare dei personaggi, dei loro comportamenti e movimenti. Flemmatico, a volte così flemmatico da essere irritante, ma studiato per essere così.
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silviafalco
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giovedì 11 febbraio 2010
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un inno alla sfortuna
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L'interpretazione è soggettiva perché nessuno la sa dare in senso assoluto. Io ci ho visto una presa in giro della religione, di tutti coloro che cercano nei rappresentanti della fede una risposta ai loro interrogativi esistenziali, ma alla fine una risposta nessuna la sa dare. Bisogna accettare la vita così come viene e basta. E poi Larry... Che uomo sfortunato! Ci sono il trionfo della malvagità e la difficoltà per il protagonista di realizzarsi, di sentirsi amato e apprezzato, di condurre una vita serena. Non gli viene data la possibilità di parola, lui non viene ascoltato e non sa farsi ascoltare. Capitano tutte a lui! Lui che forse ha ancora un animo puro vive circondato da persone menefreghiste ed egoiste che mirano solo al proprio tornaconto, dalla moglie e Sy Ablemann al figlio, alla figlia, allo studente coreano.
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L'interpretazione è soggettiva perché nessuno la sa dare in senso assoluto. Io ci ho visto una presa in giro della religione, di tutti coloro che cercano nei rappresentanti della fede una risposta ai loro interrogativi esistenziali, ma alla fine una risposta nessuna la sa dare. Bisogna accettare la vita così come viene e basta. E poi Larry... Che uomo sfortunato! Ci sono il trionfo della malvagità e la difficoltà per il protagonista di realizzarsi, di sentirsi amato e apprezzato, di condurre una vita serena. Non gli viene data la possibilità di parola, lui non viene ascoltato e non sa farsi ascoltare. Capitano tutte a lui! Lui che forse ha ancora un animo puro vive circondato da persone menefreghiste ed egoiste che mirano solo al proprio tornaconto, dalla moglie e Sy Ablemann al figlio, alla figlia, allo studente coreano. Tutti i problemi gravano sulle sue spalle, e nessuno sembra motivato ad alleggerirlo, anzi, tutti lo sovraccaricano ancora di più. Larry è un uomo profondamente sfortunato, fino a che si comporta come un uomo serio a tutti gli effetti, tutti gli vanno contro, nel momento invece in cui si adegua al comportamento egoistico ed irrispettoso delle regole che adottano tutti gli altri, viene punito. Penso che sia il racconto della sfortuna di quest'uomo elevata all'ennesima potenza.
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vaialter
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giovedì 4 febbraio 2010
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i fratelli coen alle prese con il mistero del male
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Secondo me con questo film i fratelli Coen vogliono affrontare, sotto una certa angolatura, probabilmente influenzata dalla loro appartenenza ebraica, il mistero del male nel mondo. Se tutto viene da Dio, allora anche il male non può che venire da Dio. Un Dio imperscrutabile, lontano, inconoscibile ed enigmatico che un giorno, per ragioni che non è dato sapere, manda una maledizione, e tu, la tua famiglia e i tuoi discendenti sperimenterete il non senso del male. Questo Dio, a cui non è possibile chiedere una risposta, non rende conto a nessuno e nessuno può interpretarlo, nemmeno coloro che vengono considerati i maestri della religione secondo la comunità ebraica.
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Secondo me con questo film i fratelli Coen vogliono affrontare, sotto una certa angolatura, probabilmente influenzata dalla loro appartenenza ebraica, il mistero del male nel mondo. Se tutto viene da Dio, allora anche il male non può che venire da Dio. Un Dio imperscrutabile, lontano, inconoscibile ed enigmatico che un giorno, per ragioni che non è dato sapere, manda una maledizione, e tu, la tua famiglia e i tuoi discendenti sperimenterete il non senso del male. Questo Dio, a cui non è possibile chiedere una risposta, non rende conto a nessuno e nessuno può interpretarlo, nemmeno coloro che vengono considerati i maestri della religione secondo la comunità ebraica. La maledizione viene inviata ad antenati del protagonista, così lontani da lui nel tempo e nello spazio e così lontani per lingua e cultura che ogni traccia, ogni ricordo sembrerebbe ormai perduto per sempre, come se tra lui e quegli antenati non vi fosse mai stato nessun legame. Non c’è una ragione plausibile o una motivazione qualunque, è semplicemente una sentenza di condanna senza appello. Così la maledizione continua implacabile il suo corso devastante sulla carne e sulla psiche del protagonista e del di lui fratello e quando li avrà portati alla morte, come si intuisce verso la fine del film, continuerà la sua opera sulla discendenza di questi, come fa presagire il tornado che si rispecchia come un’oscura e misteriosa minaccia sull’inconsapevole volto del figlio che sta per ereditare lo scomodo posto del padre.
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