jacopo b98
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mercoledì 6 agosto 2014
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ennesimo capolavoro dei fratelli coen: memorabile!
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A Minneapolis negli anni ’60 vive il professore di fisica Larry Gopnik (Stuhlbarg). Un giorno la vita gli crolla addosso: la moglie (Lennick) ha un amante (Melamed) e vuole in divorzio, il figlio (Wolff) fuma spinelli e gli ruba soldi per pagare gli spacciatori, il fratello (Kind) occupa per tutto il giorno il bagno di casa e sta scrivendo un libro che nessuno capisce intitolato Mentaculus, un allievo cerca di corromperlo per ripetere un esame andato male e poi lo denuncia, la sua vicina di casa (Landecker) turba i suoi sogni erotici prendendo il sole in giardino nuda… Disperato si rivolge a tre rabbini. I primi due non sapranno dargli una risposta sensata, il terzo nemmeno lo riceverà poiché impegnato a pensare.
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A Minneapolis negli anni ’60 vive il professore di fisica Larry Gopnik (Stuhlbarg). Un giorno la vita gli crolla addosso: la moglie (Lennick) ha un amante (Melamed) e vuole in divorzio, il figlio (Wolff) fuma spinelli e gli ruba soldi per pagare gli spacciatori, il fratello (Kind) occupa per tutto il giorno il bagno di casa e sta scrivendo un libro che nessuno capisce intitolato Mentaculus, un allievo cerca di corromperlo per ripetere un esame andato male e poi lo denuncia, la sua vicina di casa (Landecker) turba i suoi sogni erotici prendendo il sole in giardino nuda… Disperato si rivolge a tre rabbini. I primi due non sapranno dargli una risposta sensata, il terzo nemmeno lo riceverà poiché impegnato a pensare. Scritto, montato (con il solito pseudonimo di Roderick Jaynes), prodotto e diretto dai due fratelli Coen, è probabilmente, insieme a Non è un paese per vecchi e Fargo, il loro film migliore. È un capolavoro assoluto, un film perfetto e un autentico pezzo di Storia del Cinema. È il film in cui i due fratelli per la prima volta tornano sulle loro origini ebraiche e lo fanno con una commedia spietata su un uomo casualmente predestinato alla sfortuna. Il film si apre con una citazione del rabbino Rashi: Accogli con serenità tutto ciò che ti accade. E di fatto è quello che il povero Larry fa. È una serie di sfortune e sventure senza motivo che crollano sulla vita di un uomo in fondo buono, l’ennesimo magistrale ritratto di uno sfigato da parte dei due fratelli. Ma sta volta non siamo sulla linea demenziale di Burn After Reading: qui la comicità grottesca è assolutamente cattiva, di una spietatezza rara a trovarsi. Film incredibile per la grandiosa semplicità in cui pone quesiti intrinsechi al film, senza mai fornire una risposta definitiva. È un film-domanda. Nemmeno i tre rabbini danno le risposte di fatto: il primo (Helberg) blatera a proposito del parcheggio lì vicino, il secondo (Wyner) tira fuori la storiella della scritta ebraica dietro i denti, il terzo (Mandell), colui che potrebbe avere la risposta non riceve nemmeno Larry, evidentemente predestinato alla sfortuna. Il film è aperto da un prologo in yiddish scollegato dal resto del film in cui viene introdotta la figura del demone dybbuck: una delle pagine più meravigliosamente sorprendenti del cinema dei fratelli Coen. E alla fine quando anche un rabbino tira fuori gli odiati Jefferson Airplanes persino Larry si rassegna al suo destino. E, Giobbe moderno, diventa l’eroe dello spettatore, essendo anche uno dei personaggi più riusciti (il più riuscito?) della filmografia dei registi, grazie anche alla meravigliosa interpretazione di Stuhlbarg, attore teatrale, vera colonna portante di un cast di attori sconosciuti ma bravissimi. Il finale, con il tornado che arriva e quella malattia lasciata ad intendersi, è sconvolgente. La commedia è finita, forse. Anche se quel beffardo senso dell’umorismo è onnipresente. I Coen, oltre alla loro eccezionale sceneggiatura, come registi mettono in scena con grande partecipazione e soffermano la loro cinepresa sui più bizzarri connotati fisici degli attori: anche della cinepresa fanno un uso beffardo e grottesco. E per finire si avvalgono di un gran cast tecnico in cui si fanno notare particolarmente Roger Deakins, per la sua eccezionale fotografia, e Carter Burwell, autore della musiche. Alla fin fine è un film perfetto: troppa grazia!
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homer52
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giovedì 21 novembre 2013
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la caricatura d'un uomo qualunque
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"Ricevi con semplicità tutto ciò che ti accade" è scritto all'inizio del film.E' il paradosso della vita dell'uomo che nella pretesa di capire tutto finisce spesso col complicare ulteriormente le cose.E non c'è,talora,religione che tenga,neppure la più rigida ed ortodossa.Se ci pensiamo bene Larry Gopnik, il personaggio principale,è la rappresentazione caricaturale e grottesca dell'uomo qualunque, alle prese con una serie di circostanze delle quali in parte è partecipe ma che sono pure indipendenti dalla sua volontà.Non è forse la nostra vita di tutti i giorni?Bravissimi, come al solito, i fratelli Coen a caratterizzare i personaggi rappresentandone con maestria ogni lato del carattere e nevrosi.
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"Ricevi con semplicità tutto ciò che ti accade" è scritto all'inizio del film.E' il paradosso della vita dell'uomo che nella pretesa di capire tutto finisce spesso col complicare ulteriormente le cose.E non c'è,talora,religione che tenga,neppure la più rigida ed ortodossa.Se ci pensiamo bene Larry Gopnik, il personaggio principale,è la rappresentazione caricaturale e grottesca dell'uomo qualunque, alle prese con una serie di circostanze delle quali in parte è partecipe ma che sono pure indipendenti dalla sua volontà.Non è forse la nostra vita di tutti i giorni?Bravissimi, come al solito, i fratelli Coen a caratterizzare i personaggi rappresentandone con maestria ogni lato del carattere e nevrosi.Il film solleva molte domande e non dà risposte. Penso che sia giusto così perchè il compito di chi è "illuminato", come lo sono i Coen, non è quello di dare risposte, che sarebbero comunque le loro risposte, ma appunto di illuminare la realtà, di renderla maggiormente visibile anche a coloro che sono ciechi, in modo
da dare la possibilità ad ognuno di farsi una propria idea.Non trovate tutto ciò geniale?
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borghij
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domenica 22 settembre 2013
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eccezionale
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Davvero un capolavoro.
Io ne sono stato entusiasta, le scene si susseguono con meravigliosa abilità
e le riprese sono stupende,
gli attori danno il meglio.
Sicuramente chi non segue attentamente capirà ben poco, e dirà che non ha senso,
ma proprio perché è difficile da capire, ed è difficile da far propria la trama
è un film che vale la pena d'essere visto almeno una volta nella vita, se non due.
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intoccabile
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domenica 10 marzo 2013
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bruttissimo
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Uno dei peggiori film che abbia visto, senza senso, improvvisamente interroto verso la fine. Da evitare.
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127illuminati
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mercoledì 6 marzo 2013
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uno dei migliori film dei coen
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Un film molto gradevole da guardare, mi sono trovato diverse volte a pensare "che bello" tra me e me, una trama interessante e che ti fa interrogare su come possa andare a finire, o dove possa andare a parare, pur essendo chiaro che la storia non rappresenta il fine ultimo della pellicola.
Una volta terminata la visione però arriva ineludibile il momento della riflessione. Mi ha fatto riflettere molto, e penso che continuerà a farlo.
Gli darei un voto di 8,5-9. Consigliatissimo.
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ruspa machete
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domenica 15 luglio 2012
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delizioso...
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Un filmone al quale i Coen ci hanno abituati più che bene.
Recitazione impeccabile, come la regia e la fotografia (ma questo ormai è scontato) ed ennesima conferma a livelli eccelsi di Burwell alle musiche.
Questo film è i Coen, manca la componente più violenta, ma c'è tutto il resto: il grottesco, l'assurdo, la commedia, la drammaticità e la morale. E io amo i Coen.
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luca scial�
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venerdì 13 luglio 2012
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i guai di un uomo medio
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Mid west, anni '60. Larry Gopnik è un professore di fisica ebreo, alle prese con una vita quotidiana che sembra aver preso una brutta piega, con una serie di guai a catena. E' in cerca di risposte che non ottiene mai. Cerca di risolvere un problema e se ne presenta un altro.
I fratelli Cohen ci parlano a modo loro di un uomo medio e le sue disavventure quotidiane, che in fondo possono capitare un po' a tutti. Mettono sotto esame anche la religione e le sue mancate risposte, per un film esistenzialista sofisticato.
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diego p.
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giovedì 29 marzo 2012
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amore o odio con i fratelli cohen? qui: odio
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A SERIOUS MAN
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 5
(cito si seguito la critica di Boris Sollazzo in quanto rispecchia
esattamente quello che penso, quindi non avendo parole migliori uso a
mio consumo queste)
"Coenismo" allo stato puro
di Boris Sollazzo
"Ci sono registi che vengono amati e odiati con
pregiudiziale faziosità. Il massimo esponente di questa corrente
cinematografica, se vogliamo chiamarla così, attualmente è Lars Von
Trier, che su questo ha giocato molto, costruendoci, di fatto, una
carriera e una reputazione.
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A SERIOUS MAN
CRITICA DI: Diego Pigiu III
VOTO: 5
(cito si seguito la critica di Boris Sollazzo in quanto rispecchia
esattamente quello che penso, quindi non avendo parole migliori uso a
mio consumo queste)
"Coenismo" allo stato puro
di Boris Sollazzo
"Ci sono registi che vengono amati e odiati con
pregiudiziale faziosità. Il massimo esponente di questa corrente
cinematografica, se vogliamo chiamarla così, attualmente è Lars Von
Trier, che su questo ha giocato molto, costruendoci, di fatto, una
carriera e una reputazione. Sulla buona strada stanno anche i fratelli
Coen, virtuosi della regia e dell'immagine, abili raccontatori di storie
che spesso non hanno bisogno di argomenti o spunti perchè il loro
talento sa ben nascondere l'assenza di contenuti o motivi validi per
rimanere davanti allo schermo.
Se sai creare fumo come nessun altro, in fondo, a cosa ti serve
l'arrosto? Forse a non far scoprire la tua furbizia, se è vero che sia
lo spettatore (di nicchia, da sempre un appassionato) e il critico
possono divertirsi e soprassedere sugli esercizi di stile di una
commedia riuscita e brillante come Burn after reading , è molto più
difficile resistere di fronte all'autorialismo estremo di A serious man ,
accozzaglia di scene, riflessioni pseudofilosofiche e paradossi e
parossismi religiosi che cercano disperatamente un senso, sapendo di non
averlo. Tanti carneadi come attori- bravissimi Adam Arkin, Michael
Stuhlbarg e Richard Kind- la pellicola è una sorta di bozza di
autobiografia dei due fratelli, che raccontano, con inserti di assurdo e
altre perle di saggezza cabalistica (da bar dello sport, però), la
comunità ebraica anni '60 dove sono cresciuti. Come una partita a poker,
non cercando nè volendo una struttura- ormai sono troppo prolifici e
forse pigri per (ri)finire un intero film- i due registi non fanno che
bluffare, con le armi loro rimaste (detrattori o fans concorderanno sul
fatto che Arizona Junior e Fargo siano inarrivabili): un'ironia
malinconica sempre efficace, un maschilismo ben nascosto (vedi la scena
"erotica" da commediasexi all'italiana con la vicina di casa), un gioco
etico ed etnico sulle origini e le tradizioni che tanto li avvicinano al
Woody Allen più nichilista. Molti gridano al capolavoro, ipnotizzati
dai movimenti di macchina e dal finale "estremo". Il cinema moderno ha
la pessima abitudine di ricompensare in ritardo i suoi maestri. Non
premi, quindi ma risarcimenti. Vale molto spesso per l'Oscar, che forse
ai Coen ha pure dato alla testa."
Da Liberazione, 4 dicembre 2009
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brando fioravanti
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mercoledì 28 marzo 2012
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molto bello
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Un professore di fisica ebreo si ritrova nel giro di poco tempo in un mare di guai. Cercherà conforto nella sua religione anche se non conoscerà mai il rabbino più importante. Sarà suo figlio ad avere questo incontro, seppure non è un ragazzo modello. La cultura ebraica vanta di avere molti scienziati. Ma in questo film i fratelli coen( ebrei anche loro) si soffermano sui grandi limiti della ragione. Non si può affrontare la vita seguendo delle regole matematiche, geometriche. Un uomo perfetto nel lavoro e nei principi morali come il protagonista non avrà il successo sperato e pagherà conseguenze di altri. La storia è raccontata benissimo e alle evidenti sventure del professore viene inserità una grande dose di comicità tipica dei registi.
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Un professore di fisica ebreo si ritrova nel giro di poco tempo in un mare di guai. Cercherà conforto nella sua religione anche se non conoscerà mai il rabbino più importante. Sarà suo figlio ad avere questo incontro, seppure non è un ragazzo modello. La cultura ebraica vanta di avere molti scienziati. Ma in questo film i fratelli coen( ebrei anche loro) si soffermano sui grandi limiti della ragione. Non si può affrontare la vita seguendo delle regole matematiche, geometriche. Un uomo perfetto nel lavoro e nei principi morali come il protagonista non avrà il successo sperato e pagherà conseguenze di altri. La storia è raccontata benissimo e alle evidenti sventure del professore viene inserità una grande dose di comicità tipica dei registi.
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mara baraldo
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giovedì 22 marzo 2012
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una risposta non c'è!
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Caro Larry, caro uomo serio, o per meglio dire uomo serioso, una risposta semplicemente non c'è. Non la troverai nè attraverso le tue dimostrazioni matematiche, nè attraverso la religione, fatta più che altro da riti ripetitivi e vuoti. Una risposta alla casualità degli eventi a all'inspiegabile vacuità della vità non c'è. Secondo me occorre
semplicemente vivere con onestà e sentita operosità; quando alla fine di tutto, con animo finalmente puro, saremo pronti a pagare il nostro conto, le chiavi per la
salvezza (e quindi per il paradiso?) non si troveranno, saremo in balia dell'uragano, non so per dove, non so quando.
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Caro Larry, caro uomo serio, o per meglio dire uomo serioso, una risposta semplicemente non c'è. Non la troverai nè attraverso le tue dimostrazioni matematiche, nè attraverso la religione, fatta più che altro da riti ripetitivi e vuoti. Una risposta alla casualità degli eventi a all'inspiegabile vacuità della vità non c'è. Secondo me occorre
semplicemente vivere con onestà e sentita operosità; quando alla fine di tutto, con animo finalmente puro, saremo pronti a pagare il nostro conto, le chiavi per la
salvezza (e quindi per il paradiso?) non si troveranno, saremo in balia dell'uragano, non so per dove, non so quando.
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