pgakapg
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martedì 15 dicembre 2009
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boh?
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Lento, noioso e brutto. In sala non ha riso quasi nessuno, nemmeno alle battute.
Ma perchè voler tediare un pubblico generalista con delle tematiche puramente attinenti e comprensibili solo a chi è di religione ebraica? Che senso ha un film così? Stavolta proprio non ci siamo....
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rudiflex
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lunedì 14 dicembre 2009
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fratelli, dove siete?
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Resti a casa che si aspetti una continuazione della leggerezza burlona di “Burn after reading”, ma anche chi pensa di rivedere i grotteschi ma simpatici personaggi semi-disturbati di “Fargo” o “Non è un paese per vecchi”.
A Serious Man è un film tetro e fosco, così come il tornado dell’ultima scena e la cupa atmosfera dello splendido prologo.
Non si riesce a parteggiare e provare simpatia per il Professor Larry Gopnik, tartassato e seviziato da chiunque incroci il suo cammino nell’America ebraica del Minnessota anni ’50: ci mette troppo del suo per farsi mettere sotto! La moglie lo butta fuori di casa per farsela con un simpatico vedovo; i figli alla peggio lo ignorano, alla meglio gli fanno riparare l’antenna per vedere la TV; il fratello spostato e malato gli si piazza in casa; il vicino gli sposta il confine del giardino un centimetro alla volta; nel suo ambiente di lavoro gliene capitano di tutti i colori.
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Resti a casa che si aspetti una continuazione della leggerezza burlona di “Burn after reading”, ma anche chi pensa di rivedere i grotteschi ma simpatici personaggi semi-disturbati di “Fargo” o “Non è un paese per vecchi”.
A Serious Man è un film tetro e fosco, così come il tornado dell’ultima scena e la cupa atmosfera dello splendido prologo.
Non si riesce a parteggiare e provare simpatia per il Professor Larry Gopnik, tartassato e seviziato da chiunque incroci il suo cammino nell’America ebraica del Minnessota anni ’50: ci mette troppo del suo per farsi mettere sotto! La moglie lo butta fuori di casa per farsela con un simpatico vedovo; i figli alla peggio lo ignorano, alla meglio gli fanno riparare l’antenna per vedere la TV; il fratello spostato e malato gli si piazza in casa; il vicino gli sposta il confine del giardino un centimetro alla volta; nel suo ambiente di lavoro gliene capitano di tutti i colori. Come reagire a tutto ciò? Un americano normale farebbe una strage nel più vicino McDonald, ma Un Uomo Serio come Larry vuole invece cercare in tutti i suoi guai un messaggio che gli venga direttamente da Hashem, il Dio Ebraico. Peccato che i vaticinanti interpellati, una progressione di Rabbini fra i personaggi più riusciti del film, gli propinino delle storielle vuote che più vuote non si può, lasciando il povero Larry alle prese con il grande nulla del senso della vita. Belli i personaggi (non tutti), riuscita la creazione del senso di angoscia, non pervenuto, invece, quello che ci piace di più dei fratelli Coen: lo stile ispirato e intelligente con il quale si raccontano le vicissitudini di tutti noi.
Film da vedere? Si, ma se lo perdete non fa nulla.
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paola di giuseppe
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lunedì 14 dicembre 2009
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uno shlemiel in america
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Lawrence (Larry) Gopnik è uno shlemiel, cioè “colui che non capisce”, figura suggestiva e inderogabile della cultura ebraica, l’uomo contro il quale la vita si rivolta sempre,spiazzato dagli eventi, eppure probo e onesto, timorato di Dio e ligio ai suoi doveri, dunque non capisce come e perché accada, ma procede tragicomico nella sua impotenza.
The Universal Jewish Encyclopedia lo definisce “persona che gestisce una situazione nella peggior maniera possibile o che è perseguitata da una malasorte più o meno dovuta alla sua stessa inettitudine”.
Professore di fisica in attesa di ruolo,vive nell’America anni ’60 delle linde casette in fotocopia, dei vicini che ti amareggiano la vita già sull’uscio di casa, delle vicine trasgressive ma che più che nei sogni non c’è speranza, alle prese con due figli adolescenti da manuale del fallimento dei modelli educativi avanzati, una moglie che con perentoria compostezza e adeguato distacco gli comunica che tale Simon è entrato nella sua vita e che quindi ne dovrà uscire lui, c’è un comodo motel con piscina (vuota) in cui trasferirsi; non manca un fratello, Arthur, che oltre ad invadergli casa, bagno e divano, si dedica al calcolo delle probabilità e gioca, quando non si fa pescare dalla polizia in situazioni a dir poco eccentriche.
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Lawrence (Larry) Gopnik è uno shlemiel, cioè “colui che non capisce”, figura suggestiva e inderogabile della cultura ebraica, l’uomo contro il quale la vita si rivolta sempre,spiazzato dagli eventi, eppure probo e onesto, timorato di Dio e ligio ai suoi doveri, dunque non capisce come e perché accada, ma procede tragicomico nella sua impotenza.
The Universal Jewish Encyclopedia lo definisce “persona che gestisce una situazione nella peggior maniera possibile o che è perseguitata da una malasorte più o meno dovuta alla sua stessa inettitudine”.
Professore di fisica in attesa di ruolo,vive nell’America anni ’60 delle linde casette in fotocopia, dei vicini che ti amareggiano la vita già sull’uscio di casa, delle vicine trasgressive ma che più che nei sogni non c’è speranza, alle prese con due figli adolescenti da manuale del fallimento dei modelli educativi avanzati, una moglie che con perentoria compostezza e adeguato distacco gli comunica che tale Simon è entrato nella sua vita e che quindi ne dovrà uscire lui, c’è un comodo motel con piscina (vuota) in cui trasferirsi; non manca un fratello, Arthur, che oltre ad invadergli casa, bagno e divano, si dedica al calcolo delle probabilità e gioca, quando non si fa pescare dalla polizia in situazioni a dir poco eccentriche.
Come se ciò non bastasse, il direttore della scuola si appoggia mellifluo, conciliante e obliquo allo stipite della porta del suo ufficio per dirgli mezze frasi a proposito di lettere anonime contro di lui, ma, per carità, non influiranno sul passaggio in ruolo, che però è ancora da ratificare.
Corollari non mancano e si susseguono a ripetizione, eppure Larry fa sempre tutto per bene, cos’è che non va, perché accade? Ah, questo non è dato saperlo, solo Hashem conosce il mistero del suo disegno imperscrutabile, i tre rabbini possono cofermarglielo ed è ciò che, appunto, fanno (almeno i primi due, visto che il terzo, quello più importante, è occupato a pensare e non può riceverlo).
Ricevi con semplicità ciò che ti accade è la didascalia iniziale che, con il breve flash back di apertura sullo shtetl polacco di altri tempi dove arriva un’anima posseduta (dybbuk) e scorrono sottotitoli a tradurre dall’ yiddish una parabola uscita pari pari dai racconti di Singer, segna la connotazione perentoriamente ebraica del film, ma questo Giobbe del Mid West è quanto di più lontano possiamo immaginare dai modelli talmudici ortodossi, lo struggente Mendel Singer del mitteleuropeo Joseph Roth, (“il suo sonno era senza sogni e la sua anima casta”) è abilmente fatto dimenticare dai due fratelli di Minneapolis.
Larry non griderebbe mai, come Mendel "Dio voglio bruciare .. Dio è crudele, e più gli si ubbidisce, più ci tratta con severità .. Solo i deboli ama annientare. La debolezza di un uomo eccita la sua forza e l'ubbidienza risveglia la sua ira .."
Larry è tutti noi, cosa c’è di diverso? Forse il libero arbitrio?
Per questo Larry omologato vale quello che scrive Magris “l’ebreo si è dissimulato in tutte le figure della società moderna, ha disgregato tutti i tratti del suo essere, ha assunto tutti gli atteggiamenti dei popoli presso i quali si è trovato a vivere, fino a relegare in un angolo della propria coscienza la sua effettiva, reale personalità [...] l’assimilazione ha già fatto della nevrosi la permanente condizione psicologica degli ebrei.”
Che poi è la nostra, e le ragioni di tutto nel grembo dei celesti riposano.
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laurasici
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domenica 13 dicembre 2009
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noiosissimo
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Non capisco cosa passi per la testa dei critici che osannano questo film.
Io adoro i fratelli ma stavolta sono di una noia mortale.
Il cinema non deve irritare dalla noia e i ciriti vogliono atteggiarsi da intellettuali a tutti i costi e capire cose che non ci sono da capire, non qui almeno.
ls
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markus81
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domenica 13 dicembre 2009
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che noia
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non vedevo l ora di uscire dalla sala.negli ultimi dieci anni non ho mai assistito ad un film così brutto e noioso!decisamente piatto e senza spunti.consiglierei questo film solo al mio miglior nemico.davvero reprovevole.
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andrea13
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domenica 13 dicembre 2009
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geniale? ahahaha
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Per fortuna che ho visto questo film altrimenti non avrei mai saputo che la vita è minata da eventi fortuiti. Mai pensato che nn uragano, la malattia e la morte potessero devastare i piani di vita di una persona. Geniale ............. ahahahahahah
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paapla
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domenica 13 dicembre 2009
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albert camus in - lo straniero -
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Magnifico... per un verso ho visto Albert Camus in - Lo straniero - La storia di una persona fin troppo normale... interpretato con una mimica facciale degno del migliore Jack Nicholson... auguro ai fratelli Coen una statuetta tutta d'oro.
Il trillo finale è micidiale.
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toffolina
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domenica 13 dicembre 2009
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a mente fredda
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A mentre fredda dopo una notte piena di incubi, mi stupisco ancor di più della benevolenza della critica (3 stelline e mezza), che dell'assurdità di un film da consigliare solo ad un nemico o a chi si vuol fare disamorare del cinema...Il giudizio del pubblico che scemava dalla sala è il miglior voto da dargli.Bocciato senza appello.
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loris760
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domenica 13 dicembre 2009
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addio fratelli coehn...
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Appena uscito dalla sala ho pensato che il film fosse veramente brutto, poi ci ho pensato su qualche minuto e devo dire che è veramente uno dei tre o quattro film più brutti che abbia mai visto!
Io adoro i Coehn, ho apprezzato praticamente tutti i loro il film, ma questo non ha proprio un senso nè un filo logico e le poche scene sarcastiche non sono per niente riuscite.
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toffolina
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domenica 13 dicembre 2009
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non tutte le ciambelle riescono col buco
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Sono cinquantanni che amo il cinema seguendo quasi settimanalmente le prime visioni. Conoscendo i f.lli Coen e amando il loro modo di fare cinema credevo in qualcosa di originale anche se in salsa jddisch. Miracolo, invece ho assistitito ad uno dei più brutti film degli ultimi 10 anni. Cosa incredibile, ho visto che la sala già a metà film si stava svuotando, erano anni che non assistevo ad una cosa simile. Concludendo un brutto film che fa sembrare perfino gli ebrei antipatici....NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO.
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