ghisam
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lunedì 7 dicembre 2009
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dall'incertezza alla solitudine del vivere
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Sono pienamente d'accordo con la recensione di laulilla. L'incertezza dell'esistere e la indeterminatezza delle ragioni degli accadimenti, in genere penosi se non catastrofici, dominano il destino di un uomo che pensa di svolgere con giusta serietà i compiti insiti nelle sue scelte di vita (marito, padre, insegnante).Aggiungerei però un'altra osservazione: quest'uomo non riesce a capire perchè tutto gli si rivolga contro con la conseguente alterazione e frantumazione degli schemi prestabiliti del vivere in una collettività ( familiare, sociale e di lavoro) con la quale non riesce ad avere nessun confronto nè rapporto. In realtà si ritrova solo, come tutti, a subire gli alti e bassi di un sistema di vita che non riserva a nessuno un futuro certo e conoscibile.
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Sono pienamente d'accordo con la recensione di laulilla. L'incertezza dell'esistere e la indeterminatezza delle ragioni degli accadimenti, in genere penosi se non catastrofici, dominano il destino di un uomo che pensa di svolgere con giusta serietà i compiti insiti nelle sue scelte di vita (marito, padre, insegnante).Aggiungerei però un'altra osservazione: quest'uomo non riesce a capire perchè tutto gli si rivolga contro con la conseguente alterazione e frantumazione degli schemi prestabiliti del vivere in una collettività ( familiare, sociale e di lavoro) con la quale non riesce ad avere nessun confronto nè rapporto. In realtà si ritrova solo, come tutti, a subire gli alti e bassi di un sistema di vita che non riserva a nessuno un futuro certo e conoscibile.
ghisam
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franco maresca
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lunedì 7 dicembre 2009
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dio (forse) c'è ...ma non risponde...
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Se avete voglia (…e siete capaci….) di farvi grandemente stupire da “qualcosa” di talmente “semplice e povero” (…in apparenza…) da sembrare tutto tranne che sorprendente, allora forse perdervi il nuovo “gioiellino” dei Fratelli Coen sarebbe per voi oltremodo delittuoso… e probabilmente poi avreste mancato un incontro assai difficile a replicarsi a stretto giro di posta, in termini cinematografici….
Dopo un antefatto in salsa yiddish, criptico e gustosamente comico, che è in fondo una sintetica summa di quanto seguirà a breve (già…ma cosa?...) e dietro un diluvio di strani termini ebraici come “shiva, mitzavh e dybbuck” e molti altri (…Edward e Rena, i genitori dei due cineasti, sono entrambi ebrei…) ecco che lentamente si traccia il solco di questa pellicola che pare quasi sbiadita e ferma sul posto a contare il passo ma che in realtà “corre via come un treno” ed è davvero smagliante e sofisticata come pochissime altre, specie negli ultimi tempi…
“A serious man” è roba che prima a pensarlo ed a girarlo poi ci vuole “coraggio da leoni”, ed in fondo forse nella stessa misura se ne chiede allo spettatore
E’ un “numero” da brivido travestito da inoffensiva commedia e piu’ che coglier nel segno i Coen stavolta decisamente spaccano il bersaglio…
Perché c’è di tutto, “meno di tutto” (…) ed anche di piu’ (…) stavolta nel loro “assurdo quanto omnicomprensivo” lavoro….
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Se avete voglia (…e siete capaci….) di farvi grandemente stupire da “qualcosa” di talmente “semplice e povero” (…in apparenza…) da sembrare tutto tranne che sorprendente, allora forse perdervi il nuovo “gioiellino” dei Fratelli Coen sarebbe per voi oltremodo delittuoso… e probabilmente poi avreste mancato un incontro assai difficile a replicarsi a stretto giro di posta, in termini cinematografici….
Dopo un antefatto in salsa yiddish, criptico e gustosamente comico, che è in fondo una sintetica summa di quanto seguirà a breve (già…ma cosa?...) e dietro un diluvio di strani termini ebraici come “shiva, mitzavh e dybbuck” e molti altri (…Edward e Rena, i genitori dei due cineasti, sono entrambi ebrei…) ecco che lentamente si traccia il solco di questa pellicola che pare quasi sbiadita e ferma sul posto a contare il passo ma che in realtà “corre via come un treno” ed è davvero smagliante e sofisticata come pochissime altre, specie negli ultimi tempi…
“A serious man” è roba che prima a pensarlo ed a girarlo poi ci vuole “coraggio da leoni”, ed in fondo forse nella stessa misura se ne chiede allo spettatore
E’ un “numero” da brivido travestito da inoffensiva commedia e piu’ che coglier nel segno i Coen stavolta decisamente spaccano il bersaglio…
Perché c’è di tutto, “meno di tutto” (…) ed anche di piu’ (…) stavolta nel loro “assurdo quanto omnicomprensivo” lavoro….
Domande criptiche e risposte, quando arrivano, che lo sono ancor di piu’…
Tutto il mistero della vita indecifrabile come le alchimie numeriche che potrebbero tentare di spiegarlo…Il messaggio di dio (…Ashem…) è nascosto forse tra i denti di qualcuno…
Da sopra a un tetto si vede “tutto un altro mondo” o forse solamente una bella donna al sole…
Il rabbino Marshak di risposte non ne ha o forse è troppo impegnato a pensarci su…
Vi siete già perduti?... Certo…vi comprendo….
Anche il protagonista Lawrence Gopnik (Michael Stuhlbarg), a dirla tutta, brancola nel buio dall’inizio alla fine….
…se vale la pena di vederlo questo film?...
La risposta piu’ sincera? (…ed in sintonia con la pellicola…)…beh….forse sarebbe “Non lo so!...”
La mia personale?....”Assolutamente non perdetevelo!!!....”
…..perchè tra divino, sogni, incubi e realtà, un film vero come la vita e come questa incapace e del tutto inadatto a fornire qualunque certezza, girato in puro “stile Coen” ma accostando stavolta la demenziale ironia ad uno sterminato campionario di “affondi profondi ed intelligenti suggerimenti per meditare” è una perla talmente unica e non di certo solamente rara….una “cosa” così personale…. che a rinunciarvi ogni cinefilo degno di questo appellativo si morderebbe le mani per lungo tempo….
…E’ come bere dell’ottimo vino, e ve lo dico avendo appena ecceduto e “fresco di sbornia”, di quei sapori che di sicuro decanteranno con il passare dei giorni, a lungo e stimolando tutti i ricettori sensoriali, una festa ed un regalo prelibato per le papille gustative….
….e poi nessuno mai prima era riuscito a “rovesciare” e contaminare con tanta beffarda ironia ed intelligenza il misticismo ed i “sacri rituali” di quell’universo a se stante che è la cultura Ebraica…ed una volta “abbattute” alcune barriere con le armi dello sberleffo a farci sentire in fondo poi ne così distanti e ne troppo diversi….. un solo dio….nessun dio….di sicuro un solo mondo….
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nico.v
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lunedì 7 dicembre 2009
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?
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Ho notato che il voto siglato nel sito da dizionario e critica è considerevolmente alto...ma siete pagatiper incuriosire la gente con votazioni altisonanti?non è il primo che capita..!non mi ritengo un luminare ma se sono medico un minimo di inteligenza confido d'averla...il film è ingiudicalbile talmente è insignifiante!
[+] no,dai!
(di c.v.b.)
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[+] infatti il cinema non è una scienza...
(di marvalic)
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[+] sono medico anche io e mi chiedo:
(di ikaro76)
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xander
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lunedì 7 dicembre 2009
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soldi buttati
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non capisco come certa gente abbia il coraggio di dare certi voti a questi film, fatti solo per evidenziare gli ormai noti tratti ebraici e non sviluppare una storia avvvincente o tantomeno "reggibile" per i 105 minuti interminabili di questo film.. non me l'aspettavo dai fratelli Coen, assolutamente sconsigliato!!
[+] serata di noia
(di fragola)
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ivancar
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lunedì 7 dicembre 2009
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il trucco ebraico
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Dopo capovolavori come Fargo ed altri film vedi il trailer di questo film e ti aspetti il solito capolavoro invece e un mattone volutamente ebraico privo si morale e significato che serve solo a sviolinare la loro religione che al pubblico pagante puo' anche non interessare per poi mettere due domandine esistenziali che non giustificano il contenuto del film anzi sembra la solita sviolinata che ogni ebreo deve fare ad holliwood ad un certo punto della carriera , sette euro buttati !
[+] assolutamente daccordo!!
(di xander)
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[+] noia assoluta!
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bandy
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domenica 6 dicembre 2009
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grande delusione
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Questa volta i Coen hanno toppato.Probabilmente se sarei un ebreo-americano forse avrei capito questo film,ed eventualmente anche aprezzato,ma non lo sono!Per me è un film pesante e noioso,non saprei neanche catalogarlo se film commedia-drammatico-divertente-ironico,per dirla alla Fantozzi: A Serious men è una c...ta pazzesca.Da evitare.
[+] almeno impara l'italiano!
(di hal 9000)
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anna maria
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domenica 6 dicembre 2009
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che palle!
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Non mi è piaciuto per niente. Non amo la metafisica e per quanto riguarda alcuni che paragonano il film allo stile di W. Allen, che io apprezzo molto, trovo W. Allen divertente pur nella complessità dei temi trattati, mentre questo film è abbastanza noioso. Gli manca un tocco ironico o autoironico, senza però essere graffiante, ma solo deprimente.
[+] concordo!!!
(di spider84)
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joker79
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domenica 6 dicembre 2009
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l'improbabile paradosso della vita
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Nella vita le leggi matematiche, la fisica e la religione incatenano l'uomo ad una sterile e monotona realtà...Se non altro si tratta di una dimensione accettabile o perlomeno vivibile. La realtà e le sue circostanze tende all'entropia.Nonostante quanto ci possiamo accanire a risolvere ogni quesito, immediatamente se ne presenterà uno nuovo.La parabola mostrataci dai Coen vuole porre attenzione sul destino dell'uomo e sulla sua predestinazione al caos. I tentativi di una spiegazione razionale che un Gopnik qualunque adduce per ogni sua sventura sono destinati ad infrangersi sulle rocce impietose della quotidianità e della routine familiare. La religione con i suoi precetti con i suoi dogmi e con i suoi divieti non fornisce spiegazioni, ma piuttosto appare come un principio di eterna accettazione ed umiltà del "saper di non saper".
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Nella vita le leggi matematiche, la fisica e la religione incatenano l'uomo ad una sterile e monotona realtà...Se non altro si tratta di una dimensione accettabile o perlomeno vivibile. La realtà e le sue circostanze tende all'entropia.Nonostante quanto ci possiamo accanire a risolvere ogni quesito, immediatamente se ne presenterà uno nuovo.La parabola mostrataci dai Coen vuole porre attenzione sul destino dell'uomo e sulla sua predestinazione al caos. I tentativi di una spiegazione razionale che un Gopnik qualunque adduce per ogni sua sventura sono destinati ad infrangersi sulle rocce impietose della quotidianità e della routine familiare. La religione con i suoi precetti con i suoi dogmi e con i suoi divieti non fornisce spiegazioni, ma piuttosto appare come un principio di eterna accettazione ed umiltà del "saper di non saper". Si tratta dell'ennesimo schiaffo al Cogito cartesiano, dove non è più la regola matematica o il calcolo probabilistico a dominare, ma proprio il "sogno cartesiano" di una realtà incontrollabile, ingoveranbile e tendente ad infinito. Non può esser la cabala, nè il corano nè il vangelo ad indicarci la via, ma sarà la realtà stessa ad avvolgerci tra le sue entropiche spire.Le vicende del protagonista sembrano immerse in un clima di indefinito, come se l'unico uomo razionale capace di elaborare l'unica teoria plausibile sia fuori posto, fuori luogo...paradossale. Le parole dei rabbini, interpreti della loro verità , sono sentenze vuote, contradditorie, cabalistiche, indecifrabili. Il rapporto tra Gupnik(burattino del destino) ed il fratello Arthur, novello Einstein delle probabilità, è racchiuso nelle pagine del Mentaculus, torah della meccanica quantistica da soggiogare alle passioni terrene come il gioco d'azzardo.Non esiste un'unica spiegazione semplice della realtà, ma esistono più realtà. Il film culmina verso l'inevitabile, l'imprevedibile e l'inesorabilità, assunte nella storia ad una telefonata di un medico o il palesarsi di un tornado. Destinato a chi ama porsi delle domande, a chi bazzica la cabala e a chi interpreta la realtà come costola dello scibile.
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[+] per fortuna!!!
(di spider84)
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elena flauto
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domenica 6 dicembre 2009
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i coen raccontano la verità della vita
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Dopo L'uomo che non c'era , ecco l'uomo che non ha mai fatto niente. Larry è un professore di matematica che non ha scritto nessun saggio , ma attende una promozione. E' un moralista che non ha mai peccato, ma che accusano con lettere anonime. E' un uomo serio, un marito fedele , ma quando il caos entra nella sua vita lo precipita in un buco nero. Non serve domandarsi il senso di tutto, non ci sono risposte. Ne da parte dei rabbini , ne da parte di Dio , e neanche la matematica , che unica ci può spiegare la relatività di tutto , gli viene in aiuto. La ruota del destino, il cerchio della vita , che simbolicamente i Coen , da Mister Hula Hop a L'uomo che non c'era , fanno ruotare metafisicamente attraverso oggetti del quotidiano, qui è simboleggiata dal cerchio dell'auricolare del figlio di Larry, che apre il film dopo il prologo e sembra lo chiuda nel finale.
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Dopo L'uomo che non c'era , ecco l'uomo che non ha mai fatto niente. Larry è un professore di matematica che non ha scritto nessun saggio , ma attende una promozione. E' un moralista che non ha mai peccato, ma che accusano con lettere anonime. E' un uomo serio, un marito fedele , ma quando il caos entra nella sua vita lo precipita in un buco nero. Non serve domandarsi il senso di tutto, non ci sono risposte. Ne da parte dei rabbini , ne da parte di Dio , e neanche la matematica , che unica ci può spiegare la relatività di tutto , gli viene in aiuto. La ruota del destino, il cerchio della vita , che simbolicamente i Coen , da Mister Hula Hop a L'uomo che non c'era , fanno ruotare metafisicamente attraverso oggetti del quotidiano, qui è simboleggiata dal cerchio dell'auricolare del figlio di Larry, che apre il film dopo il prologo e sembra lo chiuda nel finale.
Larry come Lebosky si fa trascinare dagli eventi e rimane in apnea per tutto il film. Quando riprende respiro e pare che tutto finalmente torni a ruotare per il meglio, Dio chiede il sacrificio, come con Giobbe sulla montagna, rappresentato nel quadro appeso nella stanza del grande rabbino.
I Coen riescono a farci sorridere per tutto il film , ma ci lasciano con l'amaro in bocca.
Davvero quando speriamo in un piatto di minestra e in un pò di caldo, rischiamo di venire uccisi da false verità?
Benvengano comunque i fratelli Coen che usano la loro arte per raccontarci con verità la vita.
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[+] speriamo non sia tutta così...la vita
(di joker79)
[ - ] speriamo non sia tutta così...la vita
[+] è questione di prospettive...
(di elisa c.)
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laulilla
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domenica 6 dicembre 2009
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l'incertezza, vera condizione dell'uomo
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Il film invita a riflettere su alcuni interrogativi ai quali tutti gli uomini, in tutti i tempi, hanno cercato di dare risposta, attraverso le religioni, attraverso le filosofie morali, ma anche attraverso la pretesa di ricondurli ad una spiegazione razionale. Qual é il senso del nostro esistere? Il bene e il male in che modo sono distinguibili? La scienza è in grado di migliorare davvero la nostra esistenza?
Il protagonista, Larry, è un serio e impegnato insegnante di fisica della provincia americana, sul cui futuro professionale sembrano aleggiare le oscure minacce di alcune lettere anonime. Le laboriose dimostrazioni matematiche dei fenomeni fisici vengono ascoltate da studenti sonnecchianti, uno dei quali, gli dice apertamente di ritenere la fisica pura descrizione di fenomeni e, in quanto tale del tutto separabile dalla matematica.
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Il film invita a riflettere su alcuni interrogativi ai quali tutti gli uomini, in tutti i tempi, hanno cercato di dare risposta, attraverso le religioni, attraverso le filosofie morali, ma anche attraverso la pretesa di ricondurli ad una spiegazione razionale. Qual é il senso del nostro esistere? Il bene e il male in che modo sono distinguibili? La scienza è in grado di migliorare davvero la nostra esistenza?
Il protagonista, Larry, è un serio e impegnato insegnante di fisica della provincia americana, sul cui futuro professionale sembrano aleggiare le oscure minacce di alcune lettere anonime. Le laboriose dimostrazioni matematiche dei fenomeni fisici vengono ascoltate da studenti sonnecchianti, uno dei quali, gli dice apertamente di ritenere la fisica pura descrizione di fenomeni e, in quanto tale del tutto separabile dalla matematica. Nella matematica, invece, secondo Larry, è la spiegazione dei fenomeni stessi, ma al termine dei suoi astrusi calcoli il principio di indeterminazione si imporrà, quasi a dimostrare l'inutilità della costruzione razionale così attentamente perseguita. D'altra parte è la vita stessa che si incarica di contraddire la serietà dell'impegno di Larry: le sciagure si accumulano su di lui, incolpevole e incapace di fare il male. La sua famiglia non sta insieme, i suoi parenti lo mettono nei guai e, nel momento in cui egli si rivolge ai rabbini, cioè all'autorità religiosa, ne ricava risposte banali che non riescono a indicargli il senso e la direzione di una vita, ormai priva di bussola.
Quando, per una serie di eventi fortuiti, tutti i guai di Larry sembrano risolversi, alcuni inquietanti segnali esterni, lo ripiomberanno nell'incertezza del futuro e della sua stessa vita: l'indeterminazione sembra essere dunque la cifra non solo dei fenomeni fisici, ma anche dell'esistere.
In questa incertezza di ogni riferimento, perde valore anche il sistema morale fondato sulla distinzione fra il bene e il male, perché spesso, ciò che Larry ritiene un bene, si rivela deleterio, mentre ciò che ritiene un male si rivela utile e necessario a risolvere i problemi non suoi, ma di chi ha più di lui necessità di soccorso e di aiuto:
Questa è la logica anche del prologo del film, in cui i protagonisti, che riappariranno nel film vero e proprio, con ruoli diversi e forse più complessi, interpretano una vicenda apparentemente più oscura, ma che costituisce una specie di falsariga della storia che seguirà, e che si conclude anch'essa con l'indeterminabilità del vero e del falso, del bene e del male. Chi è il "Dibuk"? E' davvero morto o è vivo? La donna che lo ha colpito ha fatto bene o male?
Quello che rimane impresso del film è il linguaggio lieve col quale le domande metafisiche diventano racconto intelligentemente ironico e incalzante, che tiene sveglia la mente dello spettatore, ma parla anche al suo cuore, sollecitando una pietosa compassione di Larry e di se stesso.
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