alesya
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giovedì 20 agosto 2009
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una corsa contro il tempo
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tic tac tic tac..tic tac tic tac tic tac.L'orologio ci insegue sempre e costantentemente, dovunque ci troviamo e qualunque cosa facciamo lui sta lì,a ricordarci in continuazione che il tempo passa e che non dobbiamo perdere un istante;eppure,anche quando siamo perennemente in ritardo e le lancette sembrano quasi accellerare il loro corso o abbiamo perso un importante occassione,dopo un primo avvilimento e con i nervi tesi al massimo,ci rassereniamo improvvisamente ,nella consapevolezza che ci sarà sempre un'altra occasione di arrivare in orario,di finire il compito,di essere migliori.Lo scorrere delle lancette in avanti ci lascia vivere nell'illusione che ci sia sempre un altra possibilità.cosa accadrebbe se le lancette andassero all'indietro?le cose sembrerebbero diverse ai più,ma in realtà nulla cambierebbe.
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tic tac tic tac..tic tac tic tac tic tac.L'orologio ci insegue sempre e costantentemente, dovunque ci troviamo e qualunque cosa facciamo lui sta lì,a ricordarci in continuazione che il tempo passa e che non dobbiamo perdere un istante;eppure,anche quando siamo perennemente in ritardo e le lancette sembrano quasi accellerare il loro corso o abbiamo perso un importante occassione,dopo un primo avvilimento e con i nervi tesi al massimo,ci rassereniamo improvvisamente ,nella consapevolezza che ci sarà sempre un'altra occasione di arrivare in orario,di finire il compito,di essere migliori.Lo scorrere delle lancette in avanti ci lascia vivere nell'illusione che ci sia sempre un altra possibilità.cosa accadrebbe se le lancette andassero all'indietro?le cose sembrerebbero diverse ai più,ma in realtà nulla cambierebbe.come nel cammino di benjamin button,condannato a nascere anziano e a ringiovanire in una vita vissuta al contrario che non conduce a un'eterna giovinezza ma allo stesso destino di ogni essere vivente e di tutti gli affetti che lo circondano: vivere la vita,intensa e densa di accadimenti,fatta di vittorie e occasioni mancate,di attimi che vorrebbero durare per sempre e che invece non possono fermarsi fino alla fine del viaggio.la morte, protagonista del film quasi per tutte le due ore e quaratacinque minuti( un tempo infinitamente lungo ma non pesante)colpisce gradualemte tutti protagonisti lasciando benjamin,da solo a camminare all'indietro in una profonda solitudine e malinconia.una storia fantastica,quella di benjamin button,che però non ci fa riflettere nemmeno un momento sul suo carattere "insolito":benjamin è un qualunque essere umano,che corre come tutti su una strada piena di insidie dove, quando arriva il momento è necessario semplicemente "lasciarsi andare".al di là di queste riflessioni così lontane dall'ottimismo di "forrest gump"(i due film condividono lo stesso sceneggiatore e si vede in molti momenti)c'è di certo una costante in comune con quest'ultimo:la storia d'amore impossibile,la ricerca dell'amore perduto,e il mancato lieto fine.brad pitt e cate balnchett reggono perfettamente il film lasciandoci una storia fatta di tristezza malinconia e lacrime(ma proprio tante e tante non sono nella parte finale ma anche nel corso del film avrete più di un nodo alla gola) e che attraversa una new orleans perfettamente ricostruita fino ad arrivare all'arrivo del devastante,purificatore uragano katrina.il momento che ho amato di più?la storia di mr gateau,orologiaio che realizza un nuovo grande orologio per la stazione ferroviaria e lo regola al contrario, perchè il figlio morto in guerra possa tornare a casa.Straziante e bellissimo.Un film meraviglioso difficile da superare senza sentirsi addosso il sapore del rimpianto .
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jane
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martedì 18 agosto 2009
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troppo lungo
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Un film bello e anche molto originale, però è troppo lungo.
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paolantl
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domenica 16 agosto 2009
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che palla!
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Un film noiosissimo, con Brad Pitt bello, ma che per tutto il film ha la stessa espressione di un pesce lesso..
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alesya
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domenica 16 agosto 2009
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una corsa contro il tempo
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tic tac tic tac..tic tac tic tac tic tac.L'orologio ci insegue sempre e costantentemente, dovunque ci troviamo e qualunque cosa facciamo lui sta lì,a ricordarci in continuazione che il tempo passa e che non dobbiamo perdere un istante;eppure,anche quando siamo perennemente in ritardo e le lancette sembrano quasi accellerare il loro corso o abbiamo perso un importante occassione,dopo un primo avvilimento e con i nervi tesi al massimo,ci rassereniamo improvvisamente ,nella consapevolezza che ci sarà sempre un'altra occasione di arrivare in orario,di finire il compito,di essere migliori.Lo scorrere delle lancette in avanti ci lascia vivere nell'illusione che ci sia sempre un altra possibilità.
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tic tac tic tac..tic tac tic tac tic tac.L'orologio ci insegue sempre e costantentemente, dovunque ci troviamo e qualunque cosa facciamo lui sta lì,a ricordarci in continuazione che il tempo passa e che non dobbiamo perdere un istante;eppure,anche quando siamo perennemente in ritardo e le lancette sembrano quasi accellerare il loro corso o abbiamo perso un importante occassione,dopo un primo avvilimento e con i nervi tesi al massimo,ci rassereniamo improvvisamente ,nella consapevolezza che ci sarà sempre un'altra occasione di arrivare in orario,di finire il compito,di essere migliori.Lo scorrere delle lancette in avanti ci lascia vivere nell'illusione che ci sia sempre un altra possibilità.cosa accadrebbe se le lancette andassero all'indietro?le cose sembrerebbero diverse ai più,ma in realtà nulla cambierebbe.come nel cammino di benjamin button,condannato a nascere anziano e a ringiovanire in una vita vissuta al contrario che non conduce a un'eterna giovinezza ma allo stesso destino di ogni essere vivente e di tutti gli affetti che lo circondano: vivere la vita,intensa e densa di accadimenti,fatta di vittorie e occasioni mancate,di attimi che vorrebbero durare per sempre e che invece non possono fermarsi fino alla fine del viaggio.la morte, protagonista del film quasi per tutte le due ore e quaratacinque minuti( un tempo infinitamente lungo ma non pesante)colpisce gradualemte tutti protagonisti lasciando benjamin,da solo a camminare all'indietro in una profonda solitudine e malinconia.una storia fantastica,quella di benjamin button,che però non ci fa riflettere nemmeno un momento sul suo carattere "insolito":benjamin è un qualunque essere umano,che corre come tutti su una strada piena di insidie dove, quando arriva il momento è necessario semplicemente "lasciarsi andare".al di là di queste riflessioni così lontane dall'ottimismo di "forrest gump"(i due film condividono lo stesso sceneggiatore e si vede in molti momenti)c'è di certo una costante in comune con quest'ultimo:la storia d'amore impossibile,la ricerca dell'amore perduto,e il mancato lieto fine.brad pitt e cate balnchett reggono perfettamente il film lasciandoci una storia fatta di tristezza malinconia e lacrime(ma proprio tante e tante non sono nella parte finale ma anche nel corso del film avrete più di un nodo alla gola) e che attraversa una new orleans perfettamente ricostruita fino ad arrivare all'arrivo del devastante,purificatore uragano katrina.il momento che ho amato di più?la storia di mr gateau,orologiaio che realizza un nuovo grande orologio per la stazione ferroviaria e lo regola al contrario, perchè il figlio morto in guerra possa tornare a casa.Straziante e bellissimo.Un film meraviglioso difficile da superare senza sentirsi addosso il sapore del rimpianto .
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elleemme
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sabato 8 agosto 2009
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tic tac, il tempo scorre
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Tralasciando l'aspetto tecnico del film (impeccabile), ho trascorso 159 minuti di panico. Panico dovuto all'inesorabile scorrere del tempo che, in questa pellicola, sembra essere inafferrabile.
Il "piccolo" Benjamin nasce e cresce e mi ritrovo, nella prima metà della narrazione, ad attendere la magica trasformazione da incartapecoritoBen a mega-fustoBen (o Brad?). Dopo la "Benjamissea", riesco a tirare un sospiro di sollievo nel vedere i due innamorati finalmente riconciliati, in barca, nella casa pseudo hippy-radical-chic, tra coccole e baci mozzafiato. Ma ecco che arriva l'intoppo, la momentanea tranquillità svanisce e inizio a soffrire alla vista delle prime rughe sulla fronte della Blanchette e gli infiniti strati di cera sul viso di Pitt (che sembra magicamente essere tornato ai tempi di Joe Black).
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Tralasciando l'aspetto tecnico del film (impeccabile), ho trascorso 159 minuti di panico. Panico dovuto all'inesorabile scorrere del tempo che, in questa pellicola, sembra essere inafferrabile.
Il "piccolo" Benjamin nasce e cresce e mi ritrovo, nella prima metà della narrazione, ad attendere la magica trasformazione da incartapecoritoBen a mega-fustoBen (o Brad?). Dopo la "Benjamissea", riesco a tirare un sospiro di sollievo nel vedere i due innamorati finalmente riconciliati, in barca, nella casa pseudo hippy-radical-chic, tra coccole e baci mozzafiato. Ma ecco che arriva l'intoppo, la momentanea tranquillità svanisce e inizio a soffrire alla vista delle prime rughe sulla fronte della Blanchette e gli infiniti strati di cera sul viso di Pitt (che sembra magicamente essere tornato ai tempi di Joe Black). E quando quei maledetti spostano il magnifico orologio dalla stazione, sostituendolo con uno freddissimo digitale, partono i titoli di coda e in me rimane una disperata voglia di uscire dal cinema e vivere, cercando di recuperare il respiro.
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sinkro
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sabato 1 agosto 2009
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troppo poco
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Davanti a film del genere non si sa che dire...
Fincher è un Ottimo regista che ci ho donato una buona prestazione.
Regia impeccanile, fotografia magnifica, tutto curato in ogni dettaglio.
La trama: Benjamin nasce vecchio e ringiovanisce fino a morire da neonato.
La critica da fare: e' un film che non dice assolutamente nulla. Ci si sarebbe aspettati un qualche discorso sensato, una abbozzo di discussione, una qualunque cosa. Niente. Il nulla pneumatico. Il suo "curioso caso" è ininfluenete. Resta un senso a metà tra l'ammirato (per la dolcezza della storia) e il fastidio (per l'insulsatezza del film). E' un film sentimentale d'amore realizzato bene. Tutto quì, un po' poco per il regista di Fight Club, Seven e Panic Room.
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Davanti a film del genere non si sa che dire...
Fincher è un Ottimo regista che ci ho donato una buona prestazione.
Regia impeccanile, fotografia magnifica, tutto curato in ogni dettaglio.
La trama: Benjamin nasce vecchio e ringiovanisce fino a morire da neonato.
La critica da fare: e' un film che non dice assolutamente nulla. Ci si sarebbe aspettati un qualche discorso sensato, una abbozzo di discussione, una qualunque cosa. Niente. Il nulla pneumatico. Il suo "curioso caso" è ininfluenete. Resta un senso a metà tra l'ammirato (per la dolcezza della storia) e il fastidio (per l'insulsatezza del film). E' un film sentimentale d'amore realizzato bene. Tutto quì, un po' poco per il regista di Fight Club, Seven e Panic Room...
trascurabile. peccato.
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atlante
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lunedì 27 luglio 2009
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perfetto melodramma,ma non solo...
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film che tocca i sentimenti e commuove,un melodramma che riflette su vita e morte,un film importante con uno strepitoso brad pitt meritevole dell'oscar e girato con grande maestria da fincher
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tritticone
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lunedì 20 luglio 2009
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capolavoro!!!
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Grande Pitt, grande Fincher, che ci regalano un film bellissimo dalla storia originale
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il secco
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giovedì 16 luglio 2009
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una nuova vita per ben
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Come non vedere nella vita di Benjamin Button, e nel suo tempo che va all’incontrario, l’artificialità e l’illusorietà del tempo che ci circonda. Questo tempo scientifico che appare ai nostri occhi come una serie d’ istantanee, ma che nella memoria e nel mondo individuale e spirituale si presenta come un continuum che abbraccia il passato, il presente e il futuro (H. Bergson).
La dicotomia fra tempo soggettivo e quello esterno è presente anche in B. Button; egli vive interiormente la vita di un uomo normale ed esteriormente la vita di un uomo che è destinato a nascere vecchio e a diventare giovane. Il paradosso insito nella sua vita, simboleggia l’assurdità della vita stessa e del tempo, che in realtà non si fa conoscere e beffa l’uomo, facendolo morire prima del dovuto, oppure, come in questo curioso caso, facendolo nascere quasi già sul punto di morte.
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Come non vedere nella vita di Benjamin Button, e nel suo tempo che va all’incontrario, l’artificialità e l’illusorietà del tempo che ci circonda. Questo tempo scientifico che appare ai nostri occhi come una serie d’ istantanee, ma che nella memoria e nel mondo individuale e spirituale si presenta come un continuum che abbraccia il passato, il presente e il futuro (H. Bergson).
La dicotomia fra tempo soggettivo e quello esterno è presente anche in B. Button; egli vive interiormente la vita di un uomo normale ed esteriormente la vita di un uomo che è destinato a nascere vecchio e a diventare giovane. Il paradosso insito nella sua vita, simboleggia l’assurdità della vita stessa e del tempo, che in realtà non si fa conoscere e beffa l’uomo, facendolo morire prima del dovuto, oppure, come in questo curioso caso, facendolo nascere quasi già sul punto di morte. Ma il dramma interno di Benjamin non è tanto quello di non sapere se da un momento all’altro portà morire, che in fondo è il dramma di ogni uomo; quanto quello di non poter vivere una vita normale; ed è proprio questo il punto di vista dell’intero film e quindi anche quello dello spettatore, che identificandosi con il protagonista si chiede “ Cosa succede adesso? Che farebbe un bambino se dovesse nascere vecchio e diventare giovane? Come può dare un senso alla sua vita?
Eppure la sua assurda vita avrà un senso, il suo handicap in fondo non gli impedirà di vivere le passioni di un uomo normale; compresa quella di un amore difficile ma non impossibile. La protagonista che culla nella commovente sequenza Benjamin, oramai bambino e in punto di morte, fa pensare alla figura della Grande Madre, forza salvatrice e distruttrice che media fra l’umano e il divino; divinità che è connessa ai culti legati al ciclo morte-rinascita. Forse a B. Button spetterà ancora una vita e più serena.
Come quasi per ogni film di Fincher, fra i quali Alien3 (1992), Seven (1995), The Game (1997), Fight Club(1999), Il curioso caso di Benjamin Button per la sua trama (novella di Francis Scott Fitzgerald 1922), rappresenta una storia innovativa nel mondo cinematografico, anche se si possono notare dei legami con la pellicola di F.Ford Coppola dal titolo Un’altra giovinezza, 2007; il cui tema del ringiovanimento è ripreso in parte da Fincher.
B. Button è un racconto onirico, una favola espressionista ed arcana, in cui lo spettatore può perdersi in assoluto piacere.
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vittorio
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lunedì 6 luglio 2009
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particolare ed intenso!
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Film non per tutti!! Molto particolare, con una storia che ti lascia quasi sorpreso....
Una vita tutta da vivere, storie d'amore che si intrecciano e un finale splendido!!
Un autentico inno alla vita...
Da vedere!!
[+] inno alla vita ???
(di elisabeth)
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