Match Point |
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Un film di Woody Allen.
Con Jonathan Rhys Meyers, Scarlett Johansson, Brian Cox, Emily Mortimer, Matthew Goode.
continua»
Drammatico,
durata 124 min.
- USA, Gran Bretagna 2005.
uscita venerdì 13 gennaio 2006.
MYMONETRO
Match Point
valutazione media:
3,44
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sofocle, Shakespeare, Dostoesvskji, Allendi HowlingfantodFeedback: 7986 | altri commenti e recensioni di Howlingfantod |
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giovedì 5 maggio 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Chris il protagonista fedifrago cita Sofocle dicendo ”non veder mai la luce, questo forse è il più grande dono” Un afflato shakespeariano del protagonista visitato dai fantasmi delle sue vittime, la sua amante Nola (la bellissima Scarlett Johansson) e la sua casuale vicina di casa anche lei uccisa dal fedifrago e questo riassume forse quello che è per potenza, contenuti, complessità forse uno dei migliori Woody Allen “impegnati” o drammatici, per me forse il migliore in assoluto. Il film ha come forza centripeta il tema del senso di colpa, l’inestinguibile colpa di Chris che ha ucciso la sua amante Nola conosciuta nell’ ambiente dell’ alta aristocrazia inglese, perché lei ora che aspetta un figlio da lui non vuole tenere più nascosta la relazione mandando all’ aria tutti i progetti del bel Chris il quale è ora parte integrante di quell’ aristocrazia, lui Irlandese e cattolico, avendo spostato la sorella del suo allievo al circolo del tennis. La didascalia iniziale con la palla che tocca il nastro e nel tennis non si sa se va di qua o di là dal campo, cosa che determinerà, se la vittoria o la sconfitta è la metafora su una vita dominata dal caso, dal fato, dal destino di dei indifferenti alle umane sorti ed il film è pervaso da questo antico sentimento che fa assomigliare il film strutturalmente a una tragedia classica nello snodo finale del delitto, dell’ espiazione della colpa nello snodo che porta l’indagine alla ricerca dell’ assassino che non sarà scoperto, della verità che per un caso, lo stesso che fa sì che una pallina da tennis caschi di qua o di la dal nastro, proprio per un caso non sarà trovata. In un film tanto stratificato di contenuti un po’ noir, un po’ tragedia, un po’ dramma anzi melodramma visto il tema passionale di fondo e il continuo accompagnamento lirico di famose arie di opera funzionali alla narrazione, Allen mostra ancora e se ce ne fosse bisogno il suo genio e la sua versatilità, nel rendersi capace di rendere ed interpretare registicamente diversi generi, i citazionismi letterari, il delitto e castigo di Dostoevskji che legge Chris e che qui diventa delitto senza castigo, se non fosse quello dell’ anima, il richiamo nei dialoghi scarnificati ad un certo cinema anni 50, le tinte fosche dell’ ossessione in un vero thriller psicologico, fino alle suggestioni di una vera tragedia di stampo classico declinata ai giorni nostri sull’ alta borghesia britannica. In una qualche istanza infatti questa superba prova è anche allo stesso tempo una lucida, impietosa e stilizzata analisi dal genio Alleniano dei vizi soprattutto e delle virtù dell alta borghesia (si sarebbe detto una volta) con la quale il nostro si diverte come il gatto con il topo sezionandola con il suo sguardo limpido, profondo e feroce, lo sguardo di un grande narratore, di un grande regista.
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