Match Point |
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Un film di Woody Allen.
Con Jonathan Rhys Meyers, Scarlett Johansson, Brian Cox, Emily Mortimer, Matthew Goode.
continua»
Drammatico,
durata 124 min.
- USA, Gran Bretagna 2005.
uscita venerdì 13 gennaio 2006.
MYMONETRO
Match Point
valutazione media:
3,44
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Match point parte 1...di RobinsonFeedback: 0 |
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sabato 11 febbraio 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Match Point è un film che indaga, con grandissima lucidità e un respiro angosciato più che ironico, sull'importanza della fortuna (intesa come trovarsi nel posto giusto al momento giusto, o viceversa) nei destini degli individui. Allen vuole smontare il pensiero comune, fortemente radicato nelle società competitive, che ciascuno sia artefice del proprio destino, che i migliori alla lunga emergano e i peggiori vadano a fondo, e che se ciò non succede è a causa di qualche ingiustizia. Il film mostra come persone alla fine normali vedano la propria vita, e la loro stessa identità, prendere svolte decisive in base ad eventi, opportunità ed incontri in gran parte imprevisti e fortuiti. I protagonisti del film sono quasi passivi rispetto ai giochi del destino, la loro unica scelta è iniziale: aderire o non aderire all'opportunità che si sta presentando. A quel punto il destino, e l'inerzia sociale, cominciano a lavorare per loro, per cui la loro attinenza al ruolo diventa del tutto secondaria (il protagonista gradualmente si rivela un mediocre consulente finanziario e un pessimo marito, e dopo un po' non finge nemmeno più di credere a ciò che fa, ma nessuno lo mette mai seriamente in discussione, lui a quel punto E' le posizioni che occupa). Ecco, la grandezza dell'ultimo Allen è la piena comprensione che il destino individuale funziona non a episodi e prove isolate, ma genera spirali positive e negative, dalla cui inerzia è quasi impossibile sottrarsi. Quando il protagonista imbocca una spirale positiva, fa pochissimo per alimentarla. Anzi, come un moderno Raskolnikov -il riferimento a Dostoevky è costante- si sente in colpa e prima inconsciamente, poi sempre più consapevolmente, vorrebbe essere smascherato, e lascia continuamente tracce della propria "colpevolezza" (le continue telefonate all'amante, le assanze sul lavoro, la dozzinalità cruenta dell'omicidio). Ma la spirale del successo si dimostra autoconsistente: un'opportunità chiama l'altra, e la crescente considerazione -e posizione sociale- di cui gode lo mettono al riparo da tutto. L'esatto contrario accade alla bionda, che a un certo punto imbocca la spirale negativa che la trascina a fondo al di là dei propri demeriti (è rappresentata come la copia al femminile di lui, nelle origini e storie individuali, nelle vicende, nelle debolezze: è solo meno cinica, un po' più vera, e questo aprirà le crepe in cui si incuneerà violentemente il destino).
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