Anno | 2003 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Canada |
Durata | 52 minuti |
Regia di | Julie Perron |
Attori | Julie Perron, Lucie Aubrac, Raymond Aubrac, Catherine Vallade-Aubrac, Jean-Pierre Aubrac Jacques Brenu. |
MYmonetro | 2,68 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 ottobre 2013
La storia della militante antifascista che, durante l'occupazione nazista, ha fondato il giornale e il movimento clandestino Libération.
CONSIGLIATO NÌ
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Simbolo della resistenza contro l'occupazione tedesca della Francia, Lucie Aubrac (1912 - 2007) si racconta alla macchina da presa di Julie Perron, cineasta del Québec che decide di seguirla nella sua attività di storica e di testimone. Che tenga una conferenza per un gruppo di studenti oppure sieda sul divano di casa sua, questa straordinaria donna di ottantanove anni continua a ribadire l'importanza di resistere all'ingiustizia e di creare un mondo migliore.
Nell'avvicinare un simbolo dell'anti-nazismo tout court, la regista canadese sceglie un approccio frontale che si dimostra da subito perfettamente in linea con le eccezionali qualità comunicative di Lucie Aubrac; un'eroina che ha ispirato romanzi e film, saggi e persino un fumetto americano, capace di discutere di amore e libertà, di guerra e amicizia con la semplicità della persona comune. Originaria di una famiglia di viticoltori, durante l'occupazione nazista ha fondato il giornale e il movimento clandestino Libération, scegliendo di rimanere sempre in prima linea: per per ben due volte ha salvato il marito Raymond Samuel, un ingegnere ebreo, dai nazisti, insieme ad altri quattordici prigionieri. Ma Lucie de tous les temps non racconta questa rocambolesca e appassionante storia che ha già ispirato un film di Claude Berri con Carole Bouquet e Daniel Auteuil dall'indicativo titolo Lucie Aubrac - Il coraggio di una donna, preferendo focalizzarsi sulla natura ancora volta al futuro di una protagonista fuori dall'ordinario: in qualche modo è come se la carica resistente di un tempo continuasse a trovare vita in un dialogo con l'altro visto come il proseguimento di un'educazione alla libertà portata avanti con la sola forza della parola. E proprio qui sta il senso primo della militanza di Lucie, nel cercare cioè di trasmettere la propria fiducia nel genere umano a chiunque incontri per strada. Anche per caso, come è accaduto alla regista Julie Perron, conosciuta una mattina in un ascensore parigino.
Contenuto in un minutaggio forse troppo limitato, è un lavoro che riesce a ritrarre con una certa grazia una donna naturalmente eroica, rinunciando dall'inizio a presentare l'aspetto più noto e avventuroso della sua esistenza. Un buon uso dei materiali d'archivio a disposizione - solo poche fotografie e qualche scheggia di filmato inframezzano la narrazione - avrebbe certamente arricchito un documentario affascinante, ma troppo spoglio.