L’arte è, senza dubbio, l’ingrediente segreto e magico, dei lavori di Tarkovskij. Un’ikebana. Sacrificio si apre con un lungo primo piano dedicato ad un dipinto di Leonardo da Vinci \ Adorazione dei Magi /. Primo piano, che termina su di un albero. E’ un alloro che sovrasta i presenti, quasi a proteggere la trionfale, nativa sacralità. La stessa cam sorprende, appena dopo ed in riva al mare, Alexander un po’ in affanno ed alle prese con un albero da piantare. Alexsander \ Erland Josephson / è il protagonista del film. Perché Tarkovskij sceglie questo dipinto? A parte lo sviscerato amore per l’Arte; mi par di capire, che il profondo meditare, gli innumerevoli studi, le vicissitudini che precedono l’inizio dei lavori del famoso dipinto, ben si accostano al carattere di Alexander. Il nostro, è professore di Estetica, giornalista, saggista, attore, sceneggiatore e critico teatrale. Le incessanti riflessioni finiscono col togliergli il piacere del sorriso.
Alex si rivolge al figlioletto, che non può rispondergli per i postumi di un intervento alla gola, raccontandogli … “C’era una volta, molto tempo fa, un vecchio monaco che viveva in un monastero ortodosso. Si chiamava Pamve, e un giorno piantò un albero secco sul pendio di una montagna. Così, di punto in bianco; e poi disse al suo giovane allievo, un monaco di nome Ioann Kolov, di innaffiare l’albero, tutti i giorni, finché non fosse diventato verde. Comunque, ogni mattina presto, Ioann riempiva un secchio d’acqua e usciva. Si arrampicava su per il pendio della montagna, e innaffiava l’albero secco. E poi la sera, quando era già scesa l’oscurità, faceva ritorno al monastero. Continuò a fare così per tre anni; finché un bel giorno, salendo sulla montagna, non vide che tutto l’albero era ricoperto di gemme fiorite. Dì pure quello che vuoi, ma, un metodo, un sistema, ha il suo valore. Sai, a volte, io mi dico… che se ogni giorno, esattamente alla stessa ora, uno compisse la stessa azione, come un rituale, nello stesso identico modo, sistematicamente, ogni giorno alla stessa identica ora, il mondo cambierebbe. Si, qualcosa cambierebbe, senz’altro cambierebbe. Uno, potrebbe alzarsi al mattino diciamo… alle sette in punto, andare in bagno, prendere un bicchiere d’acqua dal rubinetto, e gettarlo nella tazza del water, soltanto questo.
Dopo il passaggio di un aereo supersonico e le news di radio e televisione che annunciano la guerra nucleare, la paura lo schiaccerà fino al “crack intellettuale”, e l'atto votivo, sacrificale, descritto dal titolo ne è l’estrema esasperazione. All’interno della “casa sacrificale”, l’angoscia, il terrore, prendono il sopravvento a dimostrazione di quanto l’uomo sia lontano dal cercare la pace vera, interiore, spirituale, oltre che materiale. Devi proprio Amarlo Tarkovskij per stare dietro alla sua “lenta” espressività, ai suoi segni o simboli che volutamente lasciano lo spettatore a combattere con la propria ratio. Un film amorevolmente geopolitico che invia alla casta russa e non solo, sottili e questa volta velocissimi, segnali d’amore. Un Amore, per la Patria e rivolto all’Eterno, che il politico proprio non sa che farsene.
Il messaggio, nonostante gli anni trascorsi, è senz'altro contemporaneo. Chi ha orecchi per intendere, non si immerga nel solo “tempo politico e attuariale”, quello “Tarkovskijano”, è, non solo prezioso, la sua vita ne è testimonianza, ma stipato di Umanità.
хорошее зрение
buona visione
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