“Il mio piede sinistro” è un film fantastico per molte ragioni, la più importante è che ci dà un'immagine così completa della vita di quest'uomo. Non è un film affabile, anche se ispira affabilità. È la storia di un uomo testardo, difficile e dotato, che ha saputo interpretare il suo quotidiano, brillantemente; lasciandoci dei buoni libri, dei bei dipinti e soprattutto l’esempio del suo coraggio.
Proviamo ad immaginare in modo serio, come sarebbe scrivere col nostro piede sinistro. Un disastro! Giusto. Ma, se fosse l’unica parte del corpo su cui è totale il controllo, sarebbe lo stesso? Non credo, perché è l’unica risorsa che abbiamo per poter comunicare con la restante parte del mondo, grazie a Dio. Questa è la storia di Christy Brown, nato in una famiglia numerosa, povera ma premurosa. A parer dei medici, Christy irrimediabilmente ritardato perché nato con una paralisi cerebrale, tra lui ed il suo corpo, niente sintonia, solo rivolta. Ma… un giorno, con il suo unico pezzo semovente, il piede sinistro, prese un pezzo di gesso e scrisse una parola sul pavimento. Tutti restarono a bocca aperta tranne la madre di Christy, che aveva sempre creduto di sapere cosa stava succedendo.
Coraggioso e determinato, ecco chi è e cos’è la storia di Christy Brown. La storia di una canaglia, di un ubriacone irlandese, malvagio e handicappato. “Il mio piede sinistro” (My Left Foot) di Jim Sheridan è la storia della vita di Christy, basata sulla sua autobiografia e sui ricordi di coloro che lo hanno conosciuto. Minuscolo e attorcigliato, un barbone sbrindellato, sbracalato che, pur con diagnosi infausta diventò un poeta, un romanziere, un pittore ed un cronista lirico. Niente male, accidenti! E… del genio, aveva tutte le innate intemperanze, una su tutte? - difficilissimo conviverci - ed il film lo ratifica in modo chiaro nella sua frizzante overture.
Jim Sheridan – regista – probabilmente, preoccupato che confondessimo “Il mio piede sinistro” per uno di quei lacrimosi docudrammi televisivi, effettua una straordinaria manipolazione filmica. È nel backstage della biblioteca di una grande casa di campagna, dove sarà presto presentato per ricevere un premio che conosciamo il nostro Christy. Christy non è solo, gli fa compagnia una pinta di whisky nascosta nella tasca della giacca. La vita di Christy ha il suo iniziale trionfo, probabilmente, fin dai suoi primi giorni di vita. Suo padre, venuto a conoscenza dell’handicap, entra nel pub locale per bere birra scura. Il locandiere chiede se lo farà ricoverare in un istituto; con amorevole freddezza di stile, risponde: “Devo crepare prima che un figlio mio sia rinchiuso in un istituto.”
Christy è interpretato nelle prime scene da Hugh O'Conor e dai suoi anni adolescenziali in poi da Daniel Day-Lewis. I dei due attori, si alternano senza soluzione di continuità, in un’unica performance; dando alla vita di Christy , armonia e vigore. C'è una scena in cui i fratelli di Christy ed altri bambini del vicinato giocano a calcio in strada, lo storpio Christy, per nulla considerato tale, nel ruolo di portiere, difende la sua rete deviando la palla con la testa. Grandi risate ed applausi tutt'intorno, tutto diventa sempre più chiaro; questo bambino è protetto solo dall’amore della famiglia ma allevato senza bozzoli ne armature. La vita è dura, non gli regalerà niente, è lui ci si deve assuefare. Altre scene di gioco rafforzano nelle quali sono coinvolti anche i fratelli, rafforzano questo obiettivo.
Il suo romanzo Down all the Days scritto 13 anni dopo “My left foot” e gli altri suoi scritti raccontano la vita di strada di Dublino percepita con una tale chiarezza che è stata resa possibile solo perché allevato dalla strada. Lo stesso dicasi come pittore. Dublino è percepita come un grande palcoscenico sul quale le persone si muovono con intima familiarità. Ostinato ed arrogante, si è rifugiato nel whisky per scappare dal suo corpo ingabbiato. Come tutti gli uomini, ha fortemente desiderato l'amore. Alla fine una donna entrò nella sua vita, un'infermiera che divenne sua moglie e lo amò fino alla fine, ma a quel punto la felicità di Christy è stata condizionata dall’alcool.
“Il mio piede sinistro” è un film fantastico per molte ragioni, la più importante è che ci dà un'immagine così completa della vita di quest'uomo. Non è un film affabile, anche se ispira affabilità. È la storia di un uomo testardo, difficile e dotato, che ha saputo interpretare il suo quotidiano, brillantemente; lasciandoci dei buoni libri, dei bei dipinti e soprattutto l’esempio del suo coraggio. Non è da tutti.
Ed ora…
Mettetevi comodi, buona visione e soprattutto non dimenticate i pop-corn.
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