sir charles spencer chaplin
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venerdì 2 settembre 2022
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l''esordio folgorante di daniel day
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Film clamoroso a cui darei non meno di 4.5 su 5; Daniel alla sua prima clamorosa interpretazione di una clamorosa carriera merita l'Oscar a mani basse; come se non bastasse la madre fa a sua volta una performance di un'intensità mostruosa premiata con l'Oscar. È incredibile come questo film sia sempre rimasto di nicchia, ma forse questa cosa lo rende ancora più speciale.
Ci ha messo secoli ad uscire in dvd, altra cosa surreale.
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venerdì 2 settembre 2022
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l''esordio folgorante di daniel day
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Film clamoroso a cui darei non meno di 4.5 su 5; Daniel alla sua prima clamorosa interpretazione di una clamorosa carriera merita l'Oscar a mani basse; come se non bastasse la madre fa a sua volta una performance di un'intensità mostruosa premiata con l'Oscar. È incredibile come questo film sia sempre rimasto di nicchia, ma forse questa cosa lo rende ancora più speciale.
Ci ha messo secoli ad uscire in dvd, altra cosa surreale.
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balunzen
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venerdì 14 febbraio 2020
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non ci sto!
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balunzen
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venerdì 14 febbraio 2020
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non ci sto!
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Non ci sto, per vari motivi.Gli Oscar a Day-Lewis e alla Fricker(soprattutto a quest'ultima)sono esagerati.La regia è fredda, scolastica,e questa biografia ne risente negativamente:è poco approfondita, poco coinvolgente.Ho apprezzato molto di più il francese "Lo scafandro e la farfalla"
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rongiu
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giovedì 23 agosto 2018
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buoni libri, bei dipinti e tanto tanto coraggio.
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“Il mio piede sinistro” è un film fantastico per molte ragioni, la più importante è che ci dà un'immagine così completa della vita di quest'uomo. Non è un film affabile, anche se ispira affabilità. È la storia di un uomo testardo, difficile e dotato, che ha saputo interpretare il suo quotidiano, brillantemente; lasciandoci dei buoni libri, dei bei dipinti e soprattutto l’esempio del suo coraggio.
Proviamo ad immaginare in modo serio, come sarebbe scrivere col nostro piede sinistro. Un disastro! Giusto. Ma, se fosse l’unica parte del corpo su cui è totale il controllo, sarebbe lo stesso? Non credo, perché è l’unica risorsa che abbiamo per poter comunicare con la restante parte del mondo, grazie a Dio.
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“Il mio piede sinistro” è un film fantastico per molte ragioni, la più importante è che ci dà un'immagine così completa della vita di quest'uomo. Non è un film affabile, anche se ispira affabilità. È la storia di un uomo testardo, difficile e dotato, che ha saputo interpretare il suo quotidiano, brillantemente; lasciandoci dei buoni libri, dei bei dipinti e soprattutto l’esempio del suo coraggio.
Proviamo ad immaginare in modo serio, come sarebbe scrivere col nostro piede sinistro. Un disastro! Giusto. Ma, se fosse l’unica parte del corpo su cui è totale il controllo, sarebbe lo stesso? Non credo, perché è l’unica risorsa che abbiamo per poter comunicare con la restante parte del mondo, grazie a Dio. Questa è la storia di Christy Brown, nato in una famiglia numerosa, povera ma premurosa. A parer dei medici, Christy irrimediabilmente ritardato perché nato con una paralisi cerebrale, tra lui ed il suo corpo, niente sintonia, solo rivolta. Ma… un giorno, con il suo unico pezzo semovente, il piede sinistro, prese un pezzo di gesso e scrisse una parola sul pavimento. Tutti restarono a bocca aperta tranne la madre di Christy, che aveva sempre creduto di sapere cosa stava succedendo.
Coraggioso e determinato, ecco chi è e cos’è la storia di Christy Brown. La storia di una canaglia, di un ubriacone irlandese, malvagio e handicappato. “Il mio piede sinistro” (My Left Foot) di Jim Sheridan è la storia della vita di Christy, basata sulla sua autobiografia e sui ricordi di coloro che lo hanno conosciuto. Minuscolo e attorcigliato, un barbone sbrindellato, sbracalato che, pur con diagnosi infausta diventò un poeta, un romanziere, un pittore ed un cronista lirico. Niente male, accidenti! E… del genio, aveva tutte le innate intemperanze, una su tutte? - difficilissimo conviverci - ed il film lo ratifica in modo chiaro nella sua frizzante overture.
Jim Sheridan – regista – probabilmente, preoccupato che confondessimo “Il mio piede sinistro” per uno di quei lacrimosi docudrammi televisivi, effettua una straordinaria manipolazione filmica. È nel backstage della biblioteca di una grande casa di campagna, dove sarà presto presentato per ricevere un premio che conosciamo il nostro Christy. Christy non è solo, gli fa compagnia una pinta di whisky nascosta nella tasca della giacca. La vita di Christy ha il suo iniziale trionfo, probabilmente, fin dai suoi primi giorni di vita. Suo padre, venuto a conoscenza dell’handicap, entra nel pub locale per bere birra scura. Il locandiere chiede se lo farà ricoverare in un istituto; con amorevole freddezza di stile, risponde: “Devo crepare prima che un figlio mio sia rinchiuso in un istituto.”
Christy è interpretato nelle prime scene da Hugh O'Conor e dai suoi anni adolescenziali in poi da Daniel Day-Lewis. I dei due attori, si alternano senza soluzione di continuità, in un’unica performance; dando alla vita di Christy , armonia e vigore. C'è una scena in cui i fratelli di Christy ed altri bambini del vicinato giocano a calcio in strada, lo storpio Christy, per nulla considerato tale, nel ruolo di portiere, difende la sua rete deviando la palla con la testa. Grandi risate ed applausi tutt'intorno, tutto diventa sempre più chiaro; questo bambino è protetto solo dall’amore della famiglia ma allevato senza bozzoli ne armature. La vita è dura, non gli regalerà niente, è lui ci si deve assuefare. Altre scene di gioco rafforzano nelle quali sono coinvolti anche i fratelli, rafforzano questo obiettivo.
Il suo romanzo Down all the Days scritto 13 anni dopo “My left foot” e gli altri suoi scritti raccontano la vita di strada di Dublino percepita con una tale chiarezza che è stata resa possibile solo perché allevato dalla strada. Lo stesso dicasi come pittore. Dublino è percepita come un grande palcoscenico sul quale le persone si muovono con intima familiarità. Ostinato ed arrogante, si è rifugiato nel whisky per scappare dal suo corpo ingabbiato. Come tutti gli uomini, ha fortemente desiderato l'amore. Alla fine una donna entrò nella sua vita, un'infermiera che divenne sua moglie e lo amò fino alla fine, ma a quel punto la felicità di Christy è stata condizionata dall’alcool.
“Il mio piede sinistro” è un film fantastico per molte ragioni, la più importante è che ci dà un'immagine così completa della vita di quest'uomo. Non è un film affabile, anche se ispira affabilità. È la storia di un uomo testardo, difficile e dotato, che ha saputo interpretare il suo quotidiano, brillantemente; lasciandoci dei buoni libri, dei bei dipinti e soprattutto l’esempio del suo coraggio. Non è da tutti.
Ed ora…
Mettetevi comodi, buona visione e soprattutto non dimenticate i pop-corn.
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craziebimboneticavaliersisto
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giovedì 14 giugno 2018
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storie e sorprendenti situazionni, bel film.
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descrive cotale film la storia inconcepibile di un
disabile privo delle abilità utili alla cose generiche,
coi piedi risolve quel problema, (parla è incredibile,
parla parla e appariscente per niente), che per molte
persone sarebbe insormopntabile, il mio
piede sinstro... è un film intenso e di piacimento assoluto
forse un pò irriverente e non fanatsy action che meriterebbe quel
pubblico, che tal volte si ripropone per il divertimento,
però, con molte molte finezze, non lo
troverete mai... il mio piede sinistro, non un film
disattendente, di sorprendente divertimento.
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stefano capasso
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sabato 7 maggio 2016
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amore e valori etici per costruire la resilienza
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Nei primi anni 30 a Dublino in una famiglia umile nasce l’ennesimo bambino, Christy. Il piccolo ha una lesione celebrale che lo rende di fatto storpio e ritardato.
Così almeno credono i suoi genitori e i suoi tanti fratelli fin quando Christy con il suo piede sinistro, l’unico arto in grado di controllare, riesce a comunicare con i familiari.
Da quel momento cambia la vita del bambino, che viene accolto e rivalutato nel gruppo dei pari e all’interno della sua stessa famiglia.
Un film molto bello e commovente di Jim Sheridan, tratto dalla vera storia di Christy Brown, che parla di resilienza, della capacità di trovare una maniera per continuare ad esistere nel mondo, cambiando la prospettiva.
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Nei primi anni 30 a Dublino in una famiglia umile nasce l’ennesimo bambino, Christy. Il piccolo ha una lesione celebrale che lo rende di fatto storpio e ritardato.
Così almeno credono i suoi genitori e i suoi tanti fratelli fin quando Christy con il suo piede sinistro, l’unico arto in grado di controllare, riesce a comunicare con i familiari.
Da quel momento cambia la vita del bambino, che viene accolto e rivalutato nel gruppo dei pari e all’interno della sua stessa famiglia.
Un film molto bello e commovente di Jim Sheridan, tratto dalla vera storia di Christy Brown, che parla di resilienza, della capacità di trovare una maniera per continuare ad esistere nel mondo, cambiando la prospettiva. È indispensabile l’amore, in questo caso della famiglia e degli amici, che aiuta nei progressi e che insieme ai valori morali che tutti esprimono costituiscono gli elementi fondanti di uno sviluppo sano degli individui.
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filippo catani
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mercoledì 15 gennaio 2014
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provare a vivere nonostante tutto
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Chrysty Brown nasce con una serie di problemi fisici e sarà quasi completamente paralizzato. L'unico arto che riesce a controllare pienamente è il suo piede sinistro con il quale non solo imparerà a scrivere ma anche a dipingere.
Un film forte e struggente su un personaggio che non si è mai arreso. Nonostante tutte le sue problematiche è meravigliosa la scena in cui, tra mille difficoltà, riesce infine a scrivere la parola mamma. Un altro aiuto fondamentale arriva a Chrysty da parte della famiglia che non lo lascerà mai solo nemmeno un attimo; ottimo è il rapporto con i fratelli e soprattutto con la madre. La donna era stata capace di dare alla luce tredici figli e mandava avanti la famiglia con pazienza e dedizione facendo i salti mortali nei momenti di ristrettezza economica.
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Chrysty Brown nasce con una serie di problemi fisici e sarà quasi completamente paralizzato. L'unico arto che riesce a controllare pienamente è il suo piede sinistro con il quale non solo imparerà a scrivere ma anche a dipingere.
Un film forte e struggente su un personaggio che non si è mai arreso. Nonostante tutte le sue problematiche è meravigliosa la scena in cui, tra mille difficoltà, riesce infine a scrivere la parola mamma. Un altro aiuto fondamentale arriva a Chrysty da parte della famiglia che non lo lascerà mai solo nemmeno un attimo; ottimo è il rapporto con i fratelli e soprattutto con la madre. La donna era stata capace di dare alla luce tredici figli e mandava avanti la famiglia con pazienza e dedizione facendo i salti mortali nei momenti di ristrettezza economica. Se già la storia è commovente di per se con l'aggiunta dell'inizio della storia d'amore con la sua infermiera, cosa dire di Daniel Day Lewis. E' praticamente perfetto nel rendere sullo schermo un personaggio difficilissimo da interpretare ma che lui riesce a rendere alla perfezione con una interpretazione che gli è valsa giustamente un Oscar. Insomma un film tratto da una bellissima storia vera e che ci insegna a non arrendersi mai nella vita anche quando terribili disgrazie sembrano abbattersi su di noi senza lasciarci speranze. Una menzione in chiusura anche per la Fricker che interpreta il ruolo della madre di Brown.
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shiningeyes
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mercoledì 20 febbraio 2013
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toccante e umano
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Commovente e drammatica la prima pellicola di Jim Sheridan, il cui ci mostra comunque la possibilità di riscatto da parte dei non-abili, raccontandoci questa storia vera e toccante. Il film riesce anche a non soffrire di eccessivi pietismi e scorre veloce, senza andare troppo sul sentimentalismo, grazie ad una eccellente sceneggiatura. Day Lewis è splendido nella sua difficile parte, riesce a mostrare la frustrazione e la voglia di essere trattato come una persona normale del vero Christy Brown con uno studio mirato ed perfetto del personaggio interpretato; Oscar meritatissimo. Ma è tutto il cast a funzionare: la madre Brenda Fricker è immensa nell'impersonare la forte figura della madre, e devo dire che non sfigura per niente in confronto a Day Lewis; Oscar meritato anche per lei.
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Commovente e drammatica la prima pellicola di Jim Sheridan, il cui ci mostra comunque la possibilità di riscatto da parte dei non-abili, raccontandoci questa storia vera e toccante. Il film riesce anche a non soffrire di eccessivi pietismi e scorre veloce, senza andare troppo sul sentimentalismo, grazie ad una eccellente sceneggiatura. Day Lewis è splendido nella sua difficile parte, riesce a mostrare la frustrazione e la voglia di essere trattato come una persona normale del vero Christy Brown con uno studio mirato ed perfetto del personaggio interpretato; Oscar meritatissimo. Ma è tutto il cast a funzionare: la madre Brenda Fricker è immensa nell'impersonare la forte figura della madre, e devo dire che non sfigura per niente in confronto a Day Lewis; Oscar meritato anche per lei. Le altre figure del cast, nonostante compaiano poco, sono decisamente funzionali e incastonate bene nel film, in cui esso, spicca la Shaw nel suo ruolo di psicologa di Christy. Poi c'è da notare un ottimo montaggio, che sa usare per bene i vari flashback ed è decisamente esplicativo nella storia dura e dolorosa di Brown; e la notevole sceneggiatura è perfettamente combaciata nel montaggio, anche se a volte si potrebbe dubitare nella veridicità di alcune scene.
In toto si può dire che, "Il mio piede sinistro" è un film ottimo e umano, nel quale chi lo guarda può prendere spunto su come sia possibile raggiungere degli obiettivi anche essendo menomati, grazie alla forza di volontà e di mente.
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ruspa machete
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sabato 18 agosto 2012
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bellissimo.
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Inizialmente ero indeciso se dare 4 o 5 stelline a questo film, però spero nel mio piccolo che, facendo aumentare lievemente la media, qualcuno sia incentivato a vedere questo film, perchè indipendentemente dal voto è importante che la gente veda questi film.
Pellicola di un'intensità unica, con delle performance disumane di Daniel Day-Lewis e Brenda Fricker, per una storia vera e bellissima.
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