Titolo originale | Something Wild |
Anno | 1986 |
Genere | Commedia, Sentimentale, Thriller |
Produzione | USA |
Durata | 114 minuti |
Regia di | Jonathan Demme |
Attori | Ray Liotta, Jeff Daniels, Melanie Griffith, George 'Red' Schwartz, Leib Lensky, Tracey Walter, Maggie T, Patricia Falkenhain Sandy McLeod, Robert Ridgely, Buzz Kilman, Kenneth Utt, Adelle Lutz, Charles Napier, Jim Roche, John Sayles, John Waters (III), Byron D. Hutcherson, Eleana Hutcherson, Thomas Cavano, Dorothy Demme, Emma Byrne, Dana Preu, Jack Gilpin, Margaret Colin, Gary Goetzman, Mary Ardella Drew, Joseph Lee Davis, James Hurd, Joanna Kitchen-Hurd, Su Tissue, Edward Saxon. |
Tag | Da vedere 1986 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 9 novembre 2018
Una donna dallo spirito libero "rapisce" un agente di cambio yuppie di New York per un fine settimana di avventura. Ma il divertimento prende rapidamente una svolta pericolosa quando fa la sua comparsa l'ex-marito, ed ex-detenuto, di lei. Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Golden Globes,
CONSIGLIATO SÌ
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Charles, agente di cambio di New York, incontra per caso una ragazza, Lulù, dalla quale viene letteralmente rapito e coinvolto in un'avventura folle. Nonostante dichiari di avere moglie e figli (in realtà sono trascorsi nove mesi da quando si è separato dalla moglie) e di dover tornare al lavoro, Charles viene dapprima portato in un motel e "quasi" violentato, poi viene coinvolto in una rapina e, infine, presentato alla madre di Lulù come suo nuovo marito. Charles, superato lo smarrimento iniziale, è convinto di trovarsi coinvolto in una specie di gioco; e quando Lulù lo trascina ad una cena di suoi ex compagni di liceo continua a stare al gioco di lei. Ma alla cena entra in scena Ray Sinclair, ex marito di Lulù, un violento lasciato dalla moglie durante i cinque anni trascorsi in carcere...
Charlie Driggs vive a New York una vita noiosa fino a quando non incontra Lulu, una giovane donna disinibita che lo convince a seguirla in un week-end di sesso, alcool e stravaganze. Affascinato e sedotto dalle grazie e dalle manette di Lulu, Charlie si rivela sorprendentemente brillante, intraprendente e trasgressivo. Qualche chilometro, motel e ristorante dopo Charlie scopre che la seduttrice in black sta dissimulando la sua vera identità, quella di Audrey Hankel, cresciuta in Pennsylvania con una madre fintamente ingenua e un marito poco raccomandabile. Ray Sinclair, uscito di galera e deciso a "riconquistare" il cuore di Audrey, intralcia i due amanti in ogni modo e con ogni mezzo. Sarà l'inizio di una fuga on the road che si concluderà a New York.
Negli anni Ottanta il cinema di Jonathan Demme è colorato di colori vivi e primari, le sceneggiature sono brillanti ed estroverse, la musica traboccante di esotismo e allegria, i personaggi eccentrici e stravaganti. Al centro di Qualcosa di travolgente, come di Una vedova allegra ma non troppo, c'è un personaggio alle prese col suo processo di trasformazione. Una storia di redenzione complicata da virate improvvise che fanno scartare il registro del film: dal comico al sentimentale, dal sentimentale all'action, dall'action al thriller. Charlie è un imbranato con villetta suburbana e una Ford Station Wagon, Lulu è una trasgressiva con appartamento in stile multietnico nell'East Side e un libro di Frida Kahlo. La storia in apparenza è semplice: il pavido Charlie dovrà liberare il represso che c'è in lui trasgredendo con l'impulsiva Lulu. Ma il tono scanzonato del film e l'ostentata volontà di un lieto fine non impediscono di contare i momenti non rari in cui il discorso di Demme si fa esplicitamente politico (vedi il racconto di Ray sugli afroamericani e sulle rapine ai negozianti). Perchè il suo cinema, fin dagli esordi, si vuole politico, "femminista" e impegnato su alcune specifiche cause umane e sociali. Questa intenzione si può leggere soprattutto nei suoi protagonisti, emarginati verso cui Demme esibisce una spiccata solidarietà e simpatia. Il personaggio di Lulu, una "travolgente" Melanie Griffith, interpreta alla perfezione la volontà dell'autore, aprendosi ai contatti e alle relazioni umane, deprecando il razzismo (legge Winnie Mandela), non curandosi delle apparenze, trasgredendo i comportamenti conformisti.
Resta però un dubbio sul senso del disubbidire di Lulu/Audrey: l'impulsività femminile può essere accettata fino a un certo punto, limite entro il quale il maschio ragionevole (il Charlie di Jeff Daniels) deve ricondurla ed esorcizzarla attraverso la morte del vero ribelle: il cattivo Ray di Liotta. Rimossa la trasgressione e inibita l'emotività di Lulu, il principio femminile viene integrato e temperato dentro un abito elegantemente borghese. Questa volta è Charlie a invitarla a salire sull'auto, a prendere il volante e a guidarla nella vita. Da soggetto "travolgente" Lulu diventa oggetto del desiderio conteso tra due uomini, da forza liberatrice a "bellezza" salvata dall'eroe virile. I conti non tornano, il riscatto femminile nemmeno.
Il thriller sembra sceneggiato per mettere alla prova le abilità di recitazione degli attori. Psicopatici o 'disturbati' che tornano sulla retta (la Griffith), persone razionali e dalla vita 'organizzata' che invece vanno 'fuori di senno' ( Daniels) e psicopatici che restano tali (Ray Liotta). Ne esce fuori un film che si lascia ricordare prevalentemente [...] Vai alla recensione »
Vi sono film come “Forrest Gump” in cui una scena dà la svolta a tutto il film. Lì è il comizio improvvisato da Forrest davanti la folla;qui, invece, è la scena della rimpatriata degli ex-compagni. Anziché fare come in “Rachel sta per sposarsi”, dove usava il digitale(bene) e tecniche “Da teatro”(Maluccio) qui Demme fa centro disegnando nella scena che ho citato una sceneggiatura con personaggi come [...] Vai alla recensione »
Questo film è del 1986, ma non sente affatto il peso del tempo. Rivisto a distanza di 36 anni conserva per intero la sua freschezza. Niente a che fare con la paccottiglia propinata negli ultimi tempi dalle piattaforme streaming, che si sono inventate produttrici di storie (il più spesso) copia-incolla. Jonathan Demme, scomparso nel 2017, sapeva bene come fare cinema e incollare la gente alla poltrona. [...] Vai alla recensione »
Uno dei film più divertenti degli anni 80. Insolito nella trama e nella morale proposta. Buona la recitazione la regia e la musica.