Anno | 1924 |
Genere | Grottesco |
Produzione | Francia |
Durata | 22 minuti |
Regia di | René Clair |
Attori | Jean Börlin, Inge Frïss, Francis Picabia, Man Ray, Marcel Duchamp, Erik Satie . |
Tag | Da vedere 1924 |
MYmonetro | 3,13 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Un esperimento di 22 minuti. Una serie di sequenze che non hanno una connessione logica.
CONSIGLIATO SÌ
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Un esperimento di 22 minuti. Una serie di sequenze che non hanno una connessione logica. Immagini legate e slegate che vogliono rappresentare, fra le tante interpretazioni, il valore dell'immagine fine a se stessa, staccata, appunto, da ogni contesto narrativo. Il tutto caricato da simboli ed esternazioni visionarie. Ecco le "immagini": una ballerina barbuta, una partita a scacchi interrotta da un getto d'acqua, il personaggio di un cacciatore del Tirolo eliminato dal suo inventore, il funerale di quest'ultimo in un carro trainato da un cammello ripreso prima al rallenty poi accelerato. La bara cade, ne esce il morto-prestigiatore che fa sparire tutti i personaggi. È il manifesto cinematografico del dadaismo. Il contesto è quello della scomposizione: erano gli anni degli esperimenti di Joyce e di Strawinski. I nomi del "cast" sono significativi: grandi artisti dell'avanguardia di allora, celebratissimi, come i "pittori" Picabia (che firmò anche la sceneggiatura), Duchamp e Man Ray, e il compositore Erik Satie. Il giudizio in stelle non avrebbe ragione di essere, è una pura indicazione.
Concepito come intermezzo del balletto "Relàche" di Picabia(che lo sceneggiò)e Satie(che lo musicò),un cortometraggio di influenza surrealista,i cui episodi fanno il verso all'astratto e alla comica,legati fra loro da nessi analogici e casuali.Non al livello di Bunuel,ma assurdo e irriverente quanto basta a renderlo godibile,e documento di un'epoca in cui il cinema [...] Vai alla recensione »
Interessante esperimento dadaista firmato René Clair. Il film ha una struttura formale estremamente peculiare, sia per quel che riguarda le immagini che per la celebre colonna-sonora, composta nientemeno che dal grande compositore Erick Satie. La pellicola è un breve cortometraggio che appare, almeno ad un primo sguardo, completamente privo di narrazione.