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Ultimo aggiornamento martedì 2 novembre 2021
Dal regista Alan Taylor, il prequel dell'innovativa e pluripremiata serie HBO I Soprano. In Italia al Box Office I molti santi del New Jersey ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 102 mila euro e 70,7 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Nel 1967, "Hollywood Dick" Moltisanti rientra da un viaggio in Italia con una nuova moglie e la presenta a suo figlio Dickie Moltisanti. Tra i due scatta immediatamente una scintilla, che porterà a un aspro conflitto quando il padre inizierà a maltrattare la giovane donna. Dickie è poi una sorta di mentore per Anthony Soprano, figlio di Johnny che però finisce in galera per alcuni anni. Johnny inoltre è un presenza difficile anche quando è in famiglia, sempre in litigio con la moglie Livia, cosa che spinge Anthony a guardare fuori di casa per un modello maschile. Dickie ha inoltre un amico afroamericano, Harold, ma la loro amicizia si interrompe quando quest'ultimo deve lasciare il New Jersey. Quando tornerà anni dopo la situazione sarà molto cambiata e con Dickie si creerà un rapporto di tensione.
Prequel della serie I Soprano, I molti santi del New Jersey è un gangster movie che racconta mafiosi italoamericani dalla vita piccolo borghese, travolta dal mondo che cambia intorno a loro.
Siamo naturalmente dalle parti di Quei bravi ragazzi di Scorsese, evocato anche da Ray Liotta tra i protagonisti, ma il periodo coperto dal racconto è più ridotto - tra fine anni Sessanta e inizio anni Settanta - e il registro è meno iperbolico. C'è una gran colonna sonora di brani del tempo, ma non c'è il ritmo scatenato di Scorsese perché, come già nei Soprano, lo sguardo di David Chase sulla mafia è rivolto soprattutto alla famiglia, alle interiorità dei personaggi e alla comunità che si forma tra loro.
I molti santi del New Jersey è uno studio linguistico e antropologico sul mondo che ha preceduto i Soprano: ne contiene in nuce gli elementi e pure molti protagonisti ancora giovani, ma li mostra nel loro "momento di gloria", quando erano eleganti e sfacciati di fronte alla legge.
Si tratta del resto del periodo che nella serie veniva rimpianto come una sorta di età dell'oro e non a caso questi sono anche gli anni della formazione di Anthony, poi più noto come Tony, che assiste alle esplosioni di violenza del padre Johnny, alla madre bisognosa di cure che rifiuta di considerare, e alla prima crisi di un mondo che gli sembrava intramontabile. Johnny finisce in galera, Hollywood Dick pure esce di scena e, verso la fine del film, aumentano le sparatorie e i morti. Inoltre il quartiere di Newark dove vivono inizia a cambiare volto con il diffondersi della comunità afroamericana. Che ovviamente, sulla scia di quello che hanno fatto gli italiani e altre etnie prima di loro, vanta intraprendenti individui decisi a uscire dalla povertà con la criminalità.
Il film non è interessante solo in quanto prequel, anzi si regge benissimo sulle proprie gambe e nella parabola di Dickie, che crede di essere migliore e dei suoi compari rozzi e razzisti, ma non riesce a uscire dalla loro ombra, non c'è solo il crepuscolo di un'era che contiene i semi della propria fine. C'è la tragedia umanissima della difficoltà di sfuggire a quello che siamo, a come siamo stati forgiati.
Nei passaggi più originali del film, Dickie cerca di redimere una violenza commessa visitando e portando conforto allo zio in carcere, che sembra dotato di una saggezza tanto sopra le righe da dare un tono quasi onirico a queste sequenze. Non c'è dunque una psicanalista come Jennifer Melfi a mettere Dickie di fronte a se stesso, ma c'è una figura fantasmatica dalla filosofia zen e dalla passione per il jazz, musica nera per eccellenza. La presenza degli afroamericani, dove Harold è quasi un coprotagonista, è poi un forte elemento di differenza rispetto a I Soprano e allarga il film a riflessioni sulla società e il suo trattamento delle minoranze etniche, mettendone due a confronto in periodi diversi della loro parabola.
I fan andranno in solluchero per Livia interpretata da Vera Farmiga, per lo zio Junior con le fattezze di Corey Stoll, così come per le versioni più giovani del terzetto di aiutanti di Tony: Silvio Dante, Pussy Bompensiero e Paulie.
Ha poi un fascino tutto suo il giovane Michael Gandolfini nel ruolo che fu di suo padre James, che rivive letteralmente nella carne del figlio come in una sorta di trasmigrazione. Chase e il suo regista Alan Taylor riescono però ad andare oltre il fan service raccontando un protagonista che nei Soprano veniva solo nominato e il cui arco narrativo è compiuto e dolente a un livello profondo, dal valore universale.
I MOLTI SANTI DEL NEW JERSEY disponibile in DVD o BluRay |
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Film-prequel della serie di culto "I Soprano",dalla quale recupera qualche episodio(la scoperta del piccolo Tony che il padre usa le gite al luna park come copertura per gli affari o l'aneddoto dello sparo nella chioma di Livia).La storia è concentrata su Dickie Multisanti,padre di Christopher,la cui voce narrante(in originale dell'interprete di Christopher Michael Imperioli)scandis [...] Vai alla recensione »
La pellicola si apre con Christopher Moltisanti, che, dalla sua tomba (fu ucciso da Tony Soprano nella serie), narra la sua storia. Partendo dal padre, Dickie Moltisanti, che controllava un quartiere del New Jersey, dividendosi i traffici coi cugini Johnny e Junior.Quando il padre di Dickie torna dall'America con una bella donna di Ariano Irpino, loro terra di origine, tra i due scatta una tensione [...] Vai alla recensione »
I Molti Santi del New Jersey permette di inquadrare il vero tema del film: l’educazione di Tony Soprano. E quindi la costruzione di un personaggio che sappiamo già essere destinato a una tormentata complessità, con il rapporto con i genitori e il suo collocamento nel mondo criminale. È fanservice, d’accordo, ma anche la reale ragione d’esistere di un film che [...] Vai alla recensione »
Questa storia sulle origini dei Soprano, su Dickie Moltisanti, zio e mentore di Tony Soprano, cade in una terra di nessuno a metà strada tra una riunione di famiglia disfunzionale e una festa mascherata a tema "il tuo gangster televisivo preferito". Indubbiamente è divertente, ma questo movimentato mosaico delle figure che hanno contribuito alla formazione del giovane Tony Soprano (Michael Gandolfini, [...] Vai alla recensione »
I soprano" finì nel 2007 con una dissolvenza in nero, lasciando orfani gli affezionati spettatori di una serie Hbo così straordinaria che Netflix se la sogna ( allora un copione doveva passare tanti esami, non era immaginabile avere come missione aziendale "un titolo nuovo al giorno, quale che sia"). Finì con qualcuno che spegneva la luce, o forse sparava a Tony Soprano, o forse c' era una bomba al [...] Vai alla recensione »
Dopo aver distrutto i confini tra cinema e serialità televisiva, l'ecosistema dei Soprano arriva in sala con un film prequel dell'intera storia, I molti santi del New Jersey, quasi come se David Chase volesse chiudere il cerchio della sua personale idea di Complex TV. Eppure I molti santi del New Jersey non sembra rendersi conto della complessità del medium con cui vuole dialogare.
Ci sono serie tv che sembrano film, e film che, ahimè, sembrano serie tv. Appartiene a questa seconda categoria I molti santi del New Jersey, gangster movie e prequel del telefilm I Soprano, di cui nessuno probabilmente sentiva davvero il bisogno. Il problema non è tanto nel cast più che valido, composto da attori ormai da anni sulla scena hollywoodiana, anche con ottimi risultati.
Se siete degli appassionati della serie tv I Soprano, questo è un film che non dovreste perdere. Si tratta, infatti, di un «prequel», essendo ambientato negli anni Sessanta, quando Tony Soprano (Michael Gandolfini, figlio dello scomparso James) era solo un giovinetto. Il suo mentore è Dickie Moltisanti (Alessandro Nivola), che lo prepara ad affrontare lo spietato mondo del crimine organizzato.
Un sequel no, mai (forse): niente che venga dopo il più memorabile e ambiguo finale della storia della tv. Un prequel, però, sì, David Chase lo immaginava per I Soprano: una origin story su come Tony, figlio di un tizio «in lista d'attesa per un trapianto di personalità» e di una madre anaffettiva (Vera Farmiga, che porta in Livia un po' di Norma Bates) è diventato l'uomo che conosciamo.
Quando in un gangster movie - terminologia antica, ma di questo parliamo - il momento migliore è quello in cui non compaiono i protagonisti maschili ma due donne e per di più non criminali, forse c'è qualcosa che non torna. Ed è un passaggio cruciale che dona spessore e reale interesse a I Molti Santi del New Jersey, prequel de I Soprano di David Chase, capolavoro della serialità e apogeo della quality [...] Vai alla recensione »