Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia, Palestina, Libano |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Tarzan Nasser, Arab Nasser |
Attori | Hiam Abbass, Maisa Abd Elhadi, Manal Awad, Mirna Sakhla, Dina Shuhaiber Victoria Balitska, Nelly Abou Sharaf, Wedad Al Naser, Reem Talhami, Huda Al Imam, Raneem Daoud, Sameera Asir, Raya Khatib, Tarzan Nasser. |
MYmonetro | 2,92 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 5 aprile 2016
Il film è stato presentato alla 68a edizione del festival di Cannes nella sezione Semaine de la Critique.
CONSIGLIATO SÌ
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Striscia di Gaza oggi. Il salone di bellezza di Christine è frequentato da numerose clienti,molte delle quali costrette a una lunga attesa per diversi motivi, tra cui anche la discontinua erogazione dell'energia elettrica. Tra loro ci sono una donna divorziata, una religiosa osservante, una dipendente da psicofarmaci, una giovane in procinto di sposarsi, una donna incinta prossima a partorire. All'esterno la situazione diviene progressivamente sempre più tesa.. Una famiglia ha rubato una leonessa dallo zoo di Gaza e gli uomini di Hamas hanno deciso non solo di recuperarla ma di sistemare con le armi pendenze pregresse.
Sin dalle prime inquadrature dell'opera prima dei fratelli Nasser la memoria dello spettatore va a quel piccolo gioiello di cinema al femminile che è Caramel della libanese Nadine Labaki. Il luogo in cui si svolge la vicenda è analogo (un salone di bellezza) e le protagoniste sono ancora una volta la proprietaria, le lavoranti e le clienti. Le analogie però si fermano qui. Perché Degradé non deve nulla a Caramel se non l'idea di partenza perché in questo caso il clima che si respira e anche la novità dell'analisi del contesto danno origine a un'opera del tutto autonoma e anche coraggiosa.
Il microcosmo femminile che agisce all'interno del non amplissimo spazio consente di delineare psicologie e modalità di relazione diversificate che sottolineano, perché ancora ce n'è purtroppo bisogno, come la condizione femminile nel mondo musulmano non possa venire facilmente catalogata in una sorta di monodimensionalità. Ognuna di loro la vive in modo diverso anche se su tutte pesa la presenza e l'ottusità di un universo maschile incapace di comprendere perché troppo impegnato a giocare tragicamente con le armi. L'ombra di Israele pesa (e non potrebbe essere altrimenti) su questi territori ma ciò che il film denuncia con coraggio sono anche le lotte tra fazioni all'interno della realtà palestinese su cui domina il partito di Hamas che sembra capace di governare solo se ha le armi in pugno.
Dal momento in cui dall'esterno viene tirata giù la saracinesca ("per proteggervi") e fuori infuria un combattimento tra palestinesi contro altri palestinesi il piccolo mondo femminile rischia di implodere quasi che le tensioni accumulate non avessero altra via di sfogo che imitare, seppur disarmate, le dinamiche degli uomini all'esterno. Come la leonessa le donne rischiano di essere considerate come prede da tenere in gabbia o come un trofeo da esibire. Ciò che veramente sono e desiderano non conta.