Titolo originale | Que d'amour! |
Titolo internazionale | Just Love! |
Anno | 2013 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Valérie Donzelli |
Attori | Gérard Giroudon, Alexandre Pavloff, Léonie Simaga, Noam Morgenstzern, Suliane Brahim Pierre Hancisse. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 dicembre 2019
Recitare fino al punto di perdersi.
CONSIGLIATO SÌ
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Silvia vorrebbe conoscere l'uomo a cui è promessa e decide di fare la conoscenza del suo pretendente camuffandosi dalla sua serva Lisette che a sua volta si spaccerà per la sua padrona. Dorante a sua insaputa ha la stessa idea e si presenterà sotto le sembianze del suo servo Arlecchino che indossa invece gli abiti del suo padrone. Ma una volta camuffate, le coppie non faranno altro che soccombere al loro stesso inganno fino al punto di smarrirsi.
Presentato al Festival di Locarno in prima mondiale Que d'Amour è il nuovo lavoro di Valerie Donzelli. Regista, attrice e sceneggiatrice, la Donzelli ha un tratto audace e spigliato, rivelato nel precedente La guerra è dichiarata, un film dove ha coraggiosamente raccontato la grave malattia del figlio di 18 mesi. Il nuovo film si ispira ad un'opera di Marivaux e conserva il sapore di una piéce teatrale riagganciandosi al filone degli equivoci e dei travestimenti (che ha precedenti antichissimi, da Menandro e Plauto fino a Shakespeare e Feydeau, per non citare Mozart e Rossini in musica) . Il film ha il carattere di un'idea, un abbozzo di favola. È un esperimento fresco e divertito ma rischioso nel cinema per il suo sapore di déja vu teatrale, di albergo del libero scambio con scenografie da sipario e personaggi troppo caratterizzati (indossano un ingombrante scudo disegnato con merletti o papillon a seconda dei ruoli) nonostante l'appannaggio da film muto con cartelli su fondo nero e chiusura a iride continua e snervante. L'unico punto di coraggio è il sovvertimento del cliché della dama bianca con la governante di colore: qui è appunto l'aristocratica Silvia, promessa sposa di Dorante, ad avere la pelle scura. Senza essere un film commerciale, Que d'amour non è nemmeno un film di nicchia o una commedia d'autore. Difficile definirne un pubblico per questa vaghezza di fondo, questa polverosa promiscuità che lo rendono l'embrione di un film e la salma di uno scialbo teatrino. Sarà per il fatto che il film è stato commissionato, come ammette la stessa regista all'anteprima mondiale, ma preferivamo la Donzelli dietro una cinepresa più sentita. Per neofiti del teatro o turisti del cinema.