
Titolo internazionale | Us in the U.S. |
Anno | 2013 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Carlo Vanzina |
Attori | Vincenzo Salemme, Ambra Angiolini, Ricky Memphis, Anna Foglietta, Giovanni Vernia Maurizio Mattioli, Andrea Pittorino, Paolo Bessegato, Daniela Piperno, Ruth Barrie, Marco Belocchi, Bruce Bennett (II), Federico Ciommo, Christopher Dalbey, Federico Fazioli, Antonio Fiorillo, James La Motta, Tiziano Lepone, Katie Luddy, Mateo Lynch, Andy McDermott, Rachel Marie Mortenson, Lucio Patané, Claudio Piano, Francesca Tomassoni, Charlene Tucker, Nicki Zwiesler. |
Uscita | giovedì 3 gennaio 2013 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,16 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 marzo 2014
Cinque personaggi scoprono di avere un padre in comune. Riceveranno però l'eredità solo se esaudiranno l'ultimo suo desiderio. In Italia al Box Office Mai Stati Uniti ha incassato nelle prime 5 settimane di programmazione 5,5 milioni di euro e 2,1 milioni di euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO NÌ
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Cinque fratelli che non sanno di esserlo, un viaggio in America per spargere le ceneri del padre che ha sedotto e abbandonato le loro madri e mettere così le mani su una cospicua eredità. La trama del nuovo film dei fratelli Vanzina è uno di quei canovacci a colpo sicuro che usano gli sceneggiatori di mestiere per non correre rischi, soprattutto se in quel quintetto trovi attori come Vincenzo Salemme e Ricky Memphis, in gran forma, e hai la fortuna di valorizzare il bel talento comico di Anna Foglietta o la maturazione artistica di Ambra Angiolini.
E sono proprio gli attori la parte migliore di quest'opera, nonostante un Giovanni Vernia che si conferma non tagliato per la carriera cinematografica (la sua imitazione di De Niro verrà ricordata come una delle trovate più urticanti della storia del cinema). A loro aggiungiamo anche Maurizio Mattioli che con la sua partecipazione, breve ma irresistibile, ci regala forse i momenti più divertenti del film.
Un film, questo, che appare di sicuro più vitale delle ultime produzioni vanziniane, grazie, probabilmente, anche alla presenza come cosceneggiatore di Edoardo Falcone (sodale, in scrittura, anche di Massimiliano Bruno), che sembra aver dato loro nuova linfa e una maggiore coerenza narrativa rispetto all'estemporaneità degli ultimi anni.
Eppure il difetto di fondo dei loro ultimi vent'anni - dal loro secondo viaggio in America, per intenderci, Sognando la California (1992) e quel piccolo grande gioiello che è Il pranzo della domenica (2003) escluso - riemerge prepotente. Guardando la regia di Carlo e percorrendo la scrittura di Enrico, è inevitabile sentirsi fuori tempo, non riuscire ad appassionarsi a storie che senti vecchie, lontane. Lo stile è quello di un cinema che non c'è più, la partitura narrativa è faticosa pur nella brevità del film, l'insieme di gag hanno un sapore di già visto, anche la coralità appare forzata. E qui è inevitabile chiedersi perché nessuno di noi si stancherebbe mai di rivedere, ancora adesso, Vacanze in America o Sapore di mare, Yuppies - I giovani di successo o Eccezzziunale...veramente (e persino Amarsi un po') ma poi non riesce a lasciarsi catturare da questo sentimentalismo comico degli ultimi due decenni.
La risposta, forse, sta in una minore cura dei particolari (il fuso orario inesistente tra Ambra, in America, e la sua psichiatra Daniela Piperno, in Italia, entrambe al telefono di notte non è determinante ma, di sicuro, dà fastidio) e in un'armonia inesistente tra le varie parti in commedia che, invece, prima, era il punto di forza delle storie vanziniane. E per sentirsi e rendersi moderni non bastano le ammiccanti citazioni alla commedia americana moderna (Parto col folle e Una notte da leoni su tutti) o ai classici di un tempo (Intrigo Internazionale che incontra... il grande e compianto presidente della Roma Franco Sensi!), la patina di un cinema (sor)passato non va comunque via.