Anno | 1999 |
Genere | Azione |
Produzione | Tailandia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Danny Pang, Oxide Pang Chun |
Attori | Pawalit Mongkolpisit, Premsinee Ratanasopha, Patharawarin Timkul, Pisek Intrakanchit, Korkiate Limpapat Piya Boonnak. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 21 gennaio 2010
Kong vive a Bangkok ed è un killer professionista sordomuto che opera al servizio di un boss locale. La difficile infanzia lo ha reso carico di rabbia che cerca di sfogare negli omicidi commissionatogli. In Italia al Box Office Bangkok Dangerous ha incassato 819 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Kong è un killer ma non per scelta: nato sordomuto e sottoposto in tenera età a ogni genere di bullismo, non poteva che impugnare la pistola e trovare una via nell'odio. Finché nella sua vita entra Fon, una giovane farmacista che aiuta Kong a ritrovare se stesso e a conoscere un lato di sé fin lì ignorato.
Bangkok Dangerous è il biglietto da visita con cui i fratelli Pang - in seguito autori di The Eye - hanno deciso di presentarsi al pubblico a cavallo dei due millenni. Il film giusto, il film furbo. Anche troppo furbo; sorretti da una tecnica non comune, infatti, i Pang raccolgono, sotto forma di quasi-videoclip estetizzante, i cliché più consolidati del noir di Hong Kong (i duelli con doppia pistola e il killer innamorato del John Woo di The Killer, i freezeframe e i neon abbacinanti del Wong Kar-wai di Angeli perduti, i killer senza speranza che si ribellano al loro boss del Johnnie To di A Hero Never Dies) fino ai modelli stessi del cinema di Hong Kong (l'armonica morriconiana dei flashback in bianco e nero, l'astrazione dell'assassin(i)o alla Suzuki).
Attitudine sopra le righe e mano pesante, sempre e comunque, specie quando si tratta di calcare sulle immagini clou: la cruda rozzezza delle scene action è quella del cinema thai, ma la presunzione è tutta dei Pang, impegnati a celebrare il cinema che hanno amato e che li ha formati. E quale ambientazione migliore di una Bangkok selvaggia e senza pietà - benché non manchi una capatina a Hong Kong - dove la vita conta meno di una manciata di baht e gli hitmen non si fermano di fronte a nulla?
Ecco così la parabola del killer perfetto, una macchina da guerra che non parla né sente, un alienato dal sangue gelido, un meccanismo splendidamente oliato nei cui ingranaggi si infilano amore e amicizia. Pur essendo un noir a tutti gli effetti, il meglio sta nelle tenere sequenze melò tra Kong e Fon, in cui Danny e Oxide Pang finalmente mettono a freno la loro smisurata ambizione e la debordante cinefilia per limitarsi a raccontare di come il killer impari ad essere ascoltato e a capire che qualcuno può interessarsi a lui; a intuire che non si vive di sola morte, ma che si può vivere di solo amore.
Kong, nato sordo e sbeffeggiato da tutti, diventa un killer , cecchino infallibile, dopo l'addestramento di joe. Ad affidare loro gli incarichi è la ex di joe stesso, che però ha smesso di fare il sicario a causa di una pallottola nella mano; i problemi si accavallano quando la donna rifiuta le avance di un boss eviene violentata: joe decide di vendicarla; nel frattempo Kong [...] Vai alla recensione »
Per il 90 % del film si vede solo sangue e gente che muore atrocemente, una vera strage.. Forse solo se amanti dello splatter potreste amarlo. Il fascino del Killer Muto è quello che salva il tutto..
Non si può dire che sia brutto o fatto male, anzi, ma certo è pesante. Ed è uno dei rarissimi casi in cui ho preferito il remake (quello recentissimo e probabilmente più famoso da noi con Cage per capirci) all'originale. Poca azione, poco intrattenimento, ritmi lenti. Molto essenziale invece ma è normale per un asian movie.