Lesser Evil

Karen Maxim, stilista di grido, viene aggredita e violentata. La polizia indaga senza apparente successo. In realtà lo stupratore, oltre ad essere un maniaco, è anche il testimone chiave di un processo a terroristi islamici. In cambio dell'aiuto l'FBI gli ha garantito impunità. Sola contro tutti, riuscirà Karen ad ottenere giustizia?
Rispondere alla domanda può essere arduo, vista la difficoltà ad arrivare alla fine del film. Thriller prodotto solo per la tv, Lesser Evil, questo il titolo originale che significa "male minore" ed è certo più attinente dell'arbitrario Testimone pericoloso, è un mal assortito amalgama di scene e dialoghi stereotipati.
La carne al fuoco, in compenso, è tanta. Si vuole esplorare l'universo femminile con le sue due facce: la forza di una donna di umili origini che raggiunge il successo e, al contempo, la fragilità che subentra dopo aver subito una violenza. Non mancano, poi, altri riferimenti alla società moderna, dal terrorismo alla droga fino al mondo della moda. Lo sguardo, però, è solo di superficie e funzionale ad una regia che si trascina stanca. Basterebbe una trovata un po' sopra le righe per dare vitalità alla storia; il guizzo, tanto atteso, giunge solo nel finale. Peccato per i 90 minuti precedenti..
Guardiamo comunque al bicchiere mezzo pieno: nobilita il film (anche se non evita gli sbadigli) la gradevole interpretazione di Alison Eastwood, figlia di Clint, nel ruolo di Karen. 