Anno | 2007 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Catherine Breillat |
Attori | Asia Argento, Roxane Mesquida, Yolande Moreau, Claude Sarraute, Michael Lonsdale . |
MYmonetro | 2,50 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ryno de Marigny sta per sposare la casta Hermangarde. in citta' pero' si mormora che non abbia mai abbandonato la sua vecchia amante: la Vellini. Al Box Office Usa Une vieille maitresse ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 289 mila dollari e 35,2 mila dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Il giovane seduttore Ryno de Marigny sta per sposare la giovane Hermangarde, una ragazza dalle elevate virtù che fa parte dell'aristocrazia parigina. Circolano però fondate voci sulla fragilità di una simile unione. Si dice infatti che De Marigny continui a frequentare la Vellini, una donna priva di scrupoli e ricca di passione dalla quale in un recente passato ha anche avuto una figlia poi deceduta.
Questo è il plot iniziale del nuovo film di Catherine Breillat ispirato a un romanzo di Jules Barbey d'Aurevilly. Breillat continua (con grande coerenza, le va riconosciuto) il suo viaggio attraverso le dinamiche attraverso cui la sessualità si esprime. Se spesso ha privilegiato la contemporaneità questa volta viene attratta dal XIX secolo e dalle sue pruderie sociali finalizzate a elevare un falso perbenismo a 'morale' comune e riconosciuta. L'epoca in cui il romanticismo trionfava sembrerebbe prestarsi a meraviglia. La regista ha, per sua stessa dichiarazione, rinunciato questa volta all'eccesso visivo. Niente falli finti su cui discettare o Rocco Siffredi e i tormenti e piaceri della penetrazione. Grazie alla contrapposizione 'bionda' (purezza) e 'mora' (passione senza freni) offerta da Roxane Mesquida e Asia Argento mette in scena un confronto che passa sì sotto le lenzuola ma attraversa ancor più le coscienze e la società. Perché le vicende dei tre protagonisti assumono le forme della narrazione (quella del pettegolezzo e quella del ricordo) la quale non coinvolge solo i singoli ma l'intero sguardo di un mondo pronto al giudizio in quanto timoroso dei sentimenti più ardenti. Breillat però è come frenata dal film 'in costume'. È come se cercasse di essere all'altezza sia del testo letterario che di una sua messa in scena che pare volersi collocare tra il sontuoso kitsch e il rohmeriano controllo. Ne risulta un film in cui i personaggi (tranne forse il femmineo e al contempo virile protagonista maschile) appaiono troppo moderni rispetto alle battute che devono pronunciare.
Un romanzo di formazione libertino inscritto nelle ossessioni breillattiane più riconoscibili. Donne assolute e maschi che oscillano tra l'aut aut kierkegaardiano. La Breillat con gli anni ha accentuato l'aspetto ideologico del suo cinema trascurandone le potenzialità di sguardo, ma le sue ossessioni sono genuine e carnali. In questo senso Asia Argento, per quanto costretta in un ruolo che la riduce [...] Vai alla recensione »
The first time you see the courtesan called La Vellini, she’s stretched out on a divan and wearing a smile, or perhaps a scowl. It’s hard to tell with this woman, whose lips restlessly tremble and twist with rage and pleasure. She’s dressed like the supine subject of Goya’s painting “The Clothed Maja,” which, like its sister image, “The Nude Maja,” was condemned as indecent by the Spanish Inquisition. [...] Vai alla recensione »
The heaving bosom, the siren glare and the fated embrace have been reclaimed with thrilling sensuality in Catherine Breillat's "The Last Mistress," the French filmmaker's bid to put aside the extreme sex of her most notorious work ("Romance," "Anatomy of Hell") and indulge instead in the extreme cinematic pleasures of a well-told yarn of merciless desire.