Titolo originale | Dance Me to My Song |
Anno | 1998 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Australia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Rolf De Heer |
Attori | Rena Owen, Heather Rose, Joey Kennedy, John Brumpton . |
MYmonetro | 2,41 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 8 luglio 2014
Una ragazza tetraplegica subisce i maltrattamenti di Madeleine, l'assistente sociale a cui è affidata. Incontra Eddie e se ne innamora al punto che Ma...
CONSIGLIATO NÌ
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Una ragazza tetraplegica subisce i maltrattamenti di Madeleine, l'assistente sociale a cui è affidata. Incontra Eddie e se ne innamora al punto che Madeleine cerca di sedurlo per affermare la propria 'normalità'. Ma l'amore di Eddie vince. Film molto duro di un regista abituato a choccare il pubblico. La protagonista ha scritto il film e questo, quando la mostra nuda, può scatenare reazioni psicologiche che vengono dal profondo. Il problema però non sta qui né, tantomeno, in una rivendicazione della vita sessuale degli handicappati. Sta nel lieto fine posticcio e zuccheroso che Rolf de Heer dice voluto dalla Rose ma che rischia di essere davvero 'osceno'.
Quanta ignoranza di un mondo che vorrebbe solo essere conosciuto traspare dalle recensioni di questo film. Se solo foste capaci di porvi in una posizione di ascolto, curiosità ma soprattutto rispetto, non usereste le parole che avete usato. Mi domando perchè il finale venga definito "zuccheroso", forse perchè il protagonista torna dalla ragazza disabile, avendo capito di essere legato a lei? Forse [...] Vai alla recensione »
Non si può accusare Rolf de Heer, australiano, già regista del terribile e grottesco Bad Boy Bubby premiato a Venezia nel 1993, di avere disonestamente o morbosamente sfruttato una giovane donna handicappata: Dance Me to My Song (Fammi ballare la mia canzone) è stato scritto ed è interpretato dalla cerebrolesa trentenne Heather Rose, paralizzata e inabile dalla nascita.
Julia, la protagonista del film , è una paraplegica senza il controllo dei propri arti: non può usare le gambe per camminare, ed è costretta ventiquattr'ore al giorno su una sedia a rotelle elettrica, che può direzionare con la pressione di una manopola. Non può neanche parlare, non usando le proprie corde vocali almeno: anche in questo caso le viene in aiuto la tecnologia, con un inquietante sintetizzatore [...] Vai alla recensione »