Anno | 1960 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Alberto Lattuada |
Attori | Jean-Paul Belmondo, Pascale Petit, Massimo Girotti, Lilla Brignone, Emilio Cigoli Elsa Vazzoler, Hella Petri. |
Tag | Da vedere 1960 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 7 aprile 2015
CONSIGLIATO SÌ
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Rita Passi è una suora novizia che sta per prendere i voti ma una lettera anonima ricevuta dal vescovo fa sì che l'alto prelato incarichi don Paolo di indagare sulla vocazione della ragazza. Dai colloqui che il sacerdote ha con Rita emerge una profonda rivalità tra lei e la madre che vede al centro motivazioni economiche e sentimentali.
Alberto Lattuada mutua dal romanzo di Guido Piovene (datato 1941) solo il plot di base ignorando di fatto (tranne che per la missiva anonima iniziale e per una lettera che Rita scrive nel sottofinale) la struttura epistolare che aveva consentito allo scrittore di elaborare i differenti punti di vista nei confronti di quanto accaduto. Lo stesso teatro dell'azione viene spostato in avanti rendendolo, con Lambretta e Flaminia, coevo agli spettatori. Questa scelta sembra rivelare quanto il regista sentisse come ancora attuale l'intrecciarsi di tensioni spirituali e di desiderio di affrancamento economico collegati a una complessa rivalità madre-figlia. L'azione si svolge in un Veneto che sta passando dalla dimensione agricola a una nuova realtà di cui ancora non si definiscono i contorni. Al centro sta Rita, con il suo volto angelico quando è circondato dal velo monacale e con la straordinaria capacità di raccontare a se stessa e agli altri la realtà così come le risulta più comodo.
A farne le spese sono tutti coloro che entrano in contatto con lei, a partire dalla madre superiora fino all'austero don Paolo passando per Giuliano, amante della madre e desiderato da lei, convinto di avere in pugno la situazione e destinato a scoprire di essersi sbagliato. Lattuada è affascinato dal gioco delle parti in cui lascia solo ad Elsa Vazzoler (che sembra apprezzare il ruolo) il compito di esplicitare l'arte del raggiro e trova nei protagonisti una convinta adesione.
Il cast rappresenta l'ennesimo esempio di come all'epoca il cinema italiano fosse in grado di coinvolgere attori che andavano al di là del bacino nazionale i quali erano interessati ad esperienze autoriali diverse. In quello stesso anno, tanto per fare un esempio, Jean-Paul Belmondo recitava anche in Fino all'ultimo respiro di Jean-Luc Godard e Pascal Petit veniva da film di Molinaro e Verneuil. Altri tempi.