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Ultimo aggiornamento lunedì 15 maggio 2017
Durante una vacanza un bambino appena nato viene rapito. Viene incolpata la madre che forse è innocente. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, 4 candidature a Golden Globes,
CONSIGLIATO SÌ
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Lindy Chamberlain e suo marito Michael, un pastore avventista del settimo giorno, trascorrono, coi loro tre figli, una vacanza in campeggio nei pressi di Ayers Rock. Una sera, quando la madre torna alla tenda, la piccola Azaria di appena nove mesi è scomparsa, con tutta probabilità rapita e uccisa da un dingo. Dopo estenuanti ricerche e il ritrovamento parziale degli indumenti della bambina, i coniugi saranno vittime del pregiudizio di un'opinione pubblica e di una stampa sensazionalistica che li considera colpevoli.
Firmato da Fred Schepisi - tra i protagonisti, insieme a Peter Weir (Picnic ad Hanging Rock, L'ultima onda), Philip Noyce, George Miller, Bruce Beresford, del rinnovamento della cinematografia australiana che lungo gli anni settanta l'avrebbe lanciata a livello internazionale, una nouvelle vague che senza programmi o manifesti si è contraddistinta per una produzione eterogenea e ricca, composta di film in costume, di indagine sociale, passando per opere di esplorazione del passato o ancora sulle radici culturali e identitarie -, Un grido nella notte prende spunto da un fatto di cronaca.
Schepisi - futuro autore di importanti successi come l'adattamento del bestseller di John le Carré, "La casa Russia" o di "Sei gradi di separazione", ma anche di The chant of Jimmie Blacksmith (1978), un film di denuncia sui maltrattamenti degli aborigeni - sullo sfondo dello scenario naturalistico mozzafiato di Uluru -Ayers rock, imponente massiccio roccioso, simbolo dell'Australia e luogo sacro della mitologia aborigena del dreamtime (era del sogno), adotta un registro narrativo teso a stringersi intorno ai suoi protagonisti, al dramma di una coppia di genitori, increduli e impotenti di fronte al clamore che il caso della scomparsa della propria figlia suscita, gettando qui e là, con efficacia, indizi su di una società fondamentalmente razzista e chiusa. Storia di un tragico errore giudiziario, il film "registra" senza apparente enfasi il succedersi degli eventi, l'accanimento progressivo da parte dei mass media e il suo potere nefasto nel seguire le fasi dell'inchiesta e successivamente del processo. Meritata la palma cannense come migliore interprete femminile a Meryl Streep.
Da un fatto di cronaca avvenuto qualche anno fa. Durante una vacanza, una bambina australiana appena nata è rapita da un cane selvaggio e (probabilmente) sbranata. Nessuno la vede più. La polizia non crede alla versione della madre e pensa che la piccola sia stata uccisa dalla stessa. La donna è processata e, dietro la spinta dell'opinione pubblica, condannata. Qualche tempo dopo, viene fatta una scoperta che avvalora la sua versione. La donna è rilasciata.
UN GRIDO NELLA NOTTE disponibile in DVD o BluRay |
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€8,25 | – | |||
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Il film riproduce un noto processo in cui Lindy Chamberlain è imputata di aver ucciso la propria figlia scomparsa da una tenda durante un campeggio nei pressi di una località turistica dell’ Australia,con lei è imputato il marito Michael per favoreggiamento. Come succedeva in America negli anni ’50,leggi “Processo ai Giudici”di M. Mankiewicz,ed ora anche in Italia,mi riferisco ad alcuni processi [...] Vai alla recensione »
"A Cry in the Dark"(Fred Schepisi, 1988, dal romanzo di John Bryson, ispirato, però, alla vicenda reale di Lindy Chamberlain)è soprattutto un film sul potere dei mass-media e su come anche una giuria popolare(e in parte la magistratura togata)possa venir influenzata da pregiudizi che i mass-media, volenti nolenti, ma in genere"costretti"propagano.
Tratto da una storia vera, il film narra la vicenda di una coppia di coniugi australiani che perdono la loro figlia perchè uccisa da un dingo mentre erano in campeggio. L'eccentricità della coppia, il loro ossessivo stare sotto i riflettori e la stravaganza della donna fanno sì che i giornali scandalistici finiscano per occuparsi del caso.