Titolo internazionale | The World After Us |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Louda Ben Salah |
Attori | Aurélien Gabrielli, Louise Chevillotte, Saadia Bentaïeb, Jacques Nolot . |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | 3,09 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 marzo 2022
Un giovane scrittore incontra una ragazza a Parigi e già sa che è quella giusta.
CONSIGLIATO SÌ
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Labidi è un giovane scrittore che sogna Parigi e il suo primo libro (sulla guerra d'Algeria). A incoraggiarlo sono i genitori e il successo di un racconto breve che si è lasciato alle spalle come Lione. A distrarlo è Elisa, una studentessa che ama perdutamente e per cui sogna in grande. Troppo grande. Abbandonata la chambre de bonne, condivisa col suo migliore amico, per un appartamento che non può permettersi, Labidi ha solo sei mesi per finire il suo romanzo. Fuori intanto piove un mondo freddo e materiale che chiede il conto e non fa sconti.
Il giovane cinema francese non è mai stato più lontano dalla sociabilità frenetica di L'appartamento spagnolo, mai più lontano dalla 'generazione Erasmus' celebrata dalla trilogia di Cédric Klapisch.
Fedele al 'romanzo' francese, quello della « montée » a Parigi, città mostro che si domina o divora, Louda Ben Salah-Cazanas gioca in casa e trasloca il suo protagonista (e la sua formazione) nella grande ville. La Parigi dei debuttanti che sbarcano, dei sognatori venuti da Lione, come Labidi, a 'respirare' l'anonimato della città e a sfidare la vita perché finalmente cominci. Ma Labidi non incarna la giovinezza eterna (e romantica) della tradizione letteraria (Balzac, Flaubert), non appartiene nemmeno a quella grande comunità di ragazze e ragazzi che coabitano in appartamenti disordinati e fumosi, una sorte di entusiasmante laboratorio d'Europa. Il 'provinciale' di Louda Ben Salah-Cazanas è figlio dei tempi, né ricco né povero, né eroe né vittima. Non sa cosa lo spinga a scrivere, non sa di cosa soffre e fatica a uscire dal suo torpore relazionale. Parigi lo disfa a misura del suo avanzare. Confrontato ad altri aspiranti (un vecchio compagno di università), perde fiducia, dubita del suo talento e del suo avvenire. Malgrado l'appartamento col parquet, pagato a colpi di furti e creatività spiccia, malgrado lo smartphone (ammaccato), malgrado il computer e la cena fuori, Labidi è povero. La sua vita è una corsa per la sopravvivenza con lo zaino Deliveroo termico sulle spalle e un cappellino Taittinger calato sulla testa per coprire l'umiliazione davanti a chi è arrivato prima mentre tu ancora pensi a come fare, a come a uscirne, a come scrivere e amare. La tua compagna, tua madre, tuo padre, che muore ogni giorno lontano. E pensare non è facile quando le scadenze non rimano con l'ambizione, quando i metri quadri riducono l'aria e il gesto artistico.
Un dialogo 'di messaggi' notturni, visualizzati sullo schermo, rinforza la dimensione angusta di un appartamento, dove non è possibile bisbigliare senza svegliare il proprio coinquilino. Il protagonista si lascia portare dal flusso della città, dalle sue tentazioni e dalle sue provocazioni, mai sopraffatto veramente perché dotato di uno spirito kamikaze che inquieta e diverte allo stesso tempo. La spirale non è tuttavia meno angosciante, rimandando di un giorno o di un mese affitto e obbiettivi. Ottanta minuti sono sufficienti al regista a dettagliare una generazione urbana precaria e depressa mentre scorre le possibilità e poi infila la scorciatoia, per guadagnare tempo, per guadagnare denaro, per prolungare l'illusione. Debutto vivo e urgente quello di Louda Ben Salah-Cazanas, che cattura l'angoscia della giovinezza nei lembi del décor, in fondo a una via o in un interno sufficiente a fare immaginare il resto. Le Monde après nous è un romanzo moderno e al cuore di un mondo iperconnesso, che ci ricorda, nonostante tutto, che la vita senza applicazioni o geolocalizzazione può ancora 'unire' le persone. Incontrarle come Elisa e Labidi davanti a un caffè e dietro una sigaretta, sposarle con un rito verboso e nessun anello, nessuna 'fede'. Insonni e 'impotenti' nella solitudine ultramoderna, inseguono i sogni che si sono imposti. Come una necessità o nella prospettiva di un'ascensione sociale? Resta da stabilire e lo rivelerà il domani. Il regista trova, forse un po' bruscamente, una via d'uscita ai suoi giovani eroi. Un happy end appeso alle pagine di un nuovo 'capitolo'.
C'è una lunga lista di personaggi che vive nelle storie del cinema, soprattutto francese di questi anni, che, immigrati di seconda generazione dall'area del nord Africa, restano privi di una precisa identità, così diversi dall'essere pienamente francesi e così lontano dall'essere pienamente africani. Questa è la stessa condizione che vive Labidi, interpretato con la giusta incertezza da Aurélien Gabrielli, [...] Vai alla recensione »
Lo sguardo un po' di traverso, ferito e sospettoso, che scorge negli occhi del suo protagonista, è lo stesso che Louda Ben Salah-Cazanas imprime a questo suo film d'esordio, Le monde après nous, presentato alla Berlinale 71 in Panorama. Labidi, il giovane piccolo eroe del film, ha l'aria un po' battuta e sfrontata dei perdenti per destino sociale in cerca di riscatto: studente con ambizioni di scrittore, [...] Vai alla recensione »
Labidi (Aurélien Gabrielli) è un ragazzo come tanti altri: parigino d'adozione (i suoi gestiscono un caffè a Lione), ex studente di lettere, né ricco né povero, realista quanto basta, sognatore part-time, scrittore più per passione ed esigenza che non per vera e propria ambizione. Come ogni poeta che si rispetti, egli condivide un buco di stanza con l'amico e compagno di sventure Alekseï (Léon Cunha [...] Vai alla recensione »