EMANUELA MASTROPIETRO
Il pubblico delle pellicole a luci rosse la conosceva con il nome d'arte di Karen Lancaume o con quello smaccatamente fasullo d'Angel Paris. Ma per interpretare il personaggio di Nadine, una delle due eroine maledette di 'Baise moi-Scopami', film hard d'autore che nel 2000 fece gridare allo scandalo prima la Francia (dove fu censurato) e poi l'Italia, Karen Bach aveva rinunciato agli pseudonimi: di quel film, di quel ruolo, che le aveva procurato un'immediata notorietà internazionale, l'attrice francese andava fiera. Non sapeva, allora, che sarebbe stato l'ultimo.
Dopo quasi 5 anni di silenzio, il nome di Karen è riapparso sui giornali. Con titoli più discreti, a una sola colonna, titoli a mezza voce, come si conviene per l'annuncio di un suicidio. Nella notte tra il 28 e il 29 gennaio, Karen si è tolta la vita con un'overdose di medicinali. È morta a Parigi, in un appartamento del 14° arrondissement, che un amico le aveva prestato per il week-end. È stato lui a trovarla, rientrando nella tarda serata di domenica. Di suo, in quella casa, Karen ha lasciato un flacone di shampoo, le scatole, vuote, dei medicinali che ha ingerito, e un breve biglietto d'addio per i genitori. Spesso vestita di nero, sobria, con una voce profonda, aveva appena compiuto 32 anni.
Karen Bach veniva dalla provincia, dalla campagna intorno a Lione. 'Era una delle persone più dolci e gentili che abbia mai incontrato', testimonia la regista di 'Baise moi', Virginie Despentes, nel suo blog (http://www.20six.fr/Despentes ), dove rivela, due giorni dopo il suicidio di Karen, il profondo legame che le univa, nato durante la lavorazione del film.
'Karen diceva che il sogno della sua vita era diventare una donna di casa, una madre di famiglia -ricorda la regista di 'Baise-moi' - La prima volta non le ho dato molto credito. Poi, conoscendola meglio, ho capito che diceva sul serio. Non facciamo sempre quello che desideriamo davvero'.
Ad allontanare Karen Bach da Lione, da una famiglia borghese, dai suoi studi di commercio, è un uomo. Karen lo ama, e lo sposa. Ma la storia d'amore sprofonda presto in un mare di debiti. Per fare un po' di soldi, lui le propone di partecipare, in coppia, a dei film porno: 'Solo qualche film, e sempre insieme'.
Le cose vanno diversamente. Il divorzio mette fine al matrimonio ma non alla carriera hard di Karen. Tra il 1996 e il 1999 girerà una trentina di pellicole, da Hotdorix a American girl in Paris, da Exhibition 99 alla Mantide religiosa. Nel 1999, decide di voltare pagina e di abbandonare il cinema a luci rosse. La sua strada incrocia quella di Virginie Despentes. La scrittrice, sei anni dopo l'inaspettato successo del suo scandaloso 'Baise-moi', vuole che il romanzo diventi un film. Con la co-regista, Coralie Trinh Thi, ex pornostar, è alla ricerca delle due attrici che incarneranno Manu e Nadine, le protagoniste del libro. Due ruoli scomodi. Il film promette d¹essere esplicito quanto il romanzo: stupri, sesso estremo, omicidi a raffica, droga. La scelta cade su Raffaëla Anderson (Manu) e su Karen Bach (Nadine). Come Karen, anche Raffaëla viene dall'hard-core. E' l'inizio di un'avventura, non solo cinematografica: Virginie, Coralie, Raffaëla e Karen , le 'Baise-moi girls', come si erano battezzate, diventeranno inseparabili. O quasi.
Nel blog di Virginie Despentes riaffiorano i ricordi. Quelli, per esempio, della presentazione di Baise-moi al festival di Locarno: 'La voce di Karen, quando io e Coralie siamo arrivate in ritardo a un dibattito. C'erano due mila persone nella sala. La voce di Karen. La mattina, c'eravamo ritrovate per la nostra prima conferenza stampa, duecento persone blindate d'odio. Non avremmo mai dovuto farlo. Non lo sapevamo, prima di farlo. È sempre 'troppo tardi'. La voce di Karen, quel giorno. Non potere difendere quello che si ama'.
Dopo le polemiche, la censura in Francia, le critiche feroci, il dibattito sul porno d'autore, i riflettori, inevitabilmente, si spengono. La celebrità di Karen si rivela effimera. Il cinema a luci rosse non la interessa più, si aspetta altri ruoli. Che però non arrivano. Due anni nella capitale francese, poi la decisione di tornare in famiglia, dai suoi, in campagna. Con Parigi, e tutto quello che la metropoli rappresenta, ha chiuso. Ma il legame con le amiche di 'Baise-moi' non è spezzato. 'A novembre rivela Virginie Despentes- mi ha mandato le prime pagine del libro che aveva cominciato a scrivere. Era l'unica di noi quattro che non avesse ancora fatto un libro. Mi era sembrato giusto che anche lei cominciasse il suo tanto più che nessuna di noi ha ancora raccontato 'Baise-moi' per intero. 'Voleva raccontare la sua storia, per intero'.
Gli ultimi quindici giorni di Karen sono ricostruiti con emozione, come un mosaico, tassello dopo tassello, nel blog della scrittrice. Dopo due anni d'assenza, Karen torna a Parigi. È ospite di un'amica. Ma non si fa viva con il gruppo di 'Baise-moi'. Venerdì 28 gennaio, si trasferisce nell'appartamento lasciato libero da un amico, partito per il week-end. Vuole restare sola, probabilmente ha già deciso di farla finita: porta con sé solo un flacone di shampoo e il suo necéssaire. I libri, i cd restano nella casa dell'amica che l'aveva ospitata fino a quel momento. 'Una bambina radiosa'. scrive Virginie Despentes Tra tutto quello che ho letto, quello che la rappresenta meglio è ancora il ritratto di Marilyn scritto da Truman Capote'.
Da L'Espresso, 18 Febbraio 2005