Tom Mix è molto malato. Quelle guance piene, quel rotondetto mento tenorile, quelle folte sopracciglia su di uno sguardo in fondo mansueto, stanno forse per irrigi dirsi, per spegnersi. Tornano le sue gesta da un passato che già sembra assai lontano, era il cow-boy della pampa, o il galante ranchero fra un assalto e l'altro alle corriere di passaggio, generoso pirata della prateria, Buffalo Bill in seconda. Lanciato dal suo pugno infallibile il lazo sempre aveva volute eleganti; i suoi calzoncioni a imbuto, come tromboni rovesciati di vecchi briganti, sempre avevano frange variopinte, non importa se di cuoio o di tela cerata; il suo amplissimo cappello a pan di zucchero, sempre candido, senza la minima ammaccatura, chi sa quante premure gli costava, con il furtivo aiuto di specchietti sempre troppo piccoli per ospitare quell'himalaya di feltro; e quando Tom si alzava in arcioni, larghe tendendo le staffe istoriate, e si poneva una mano ben distesa dinanzi alla fronte, quasi non gli bastasse, a scrutare l'orizzonte, la tettoia di quel sombrero: si poteva essere certi che lui solo aveva veduto l'ultimo insidioso strisciare, per la prateria, di Aquila Nera e dei suoi indiani. (Verne, nella prima fila di poltrone, accavallava le gambe, stiamo a vedere se va proprio a finire così; mentre Salgari, nella seconda fila, dimenticava i suoi prediletti oceani).
Quando Tom Mix venne a Parigi, vi sbarcò con attorno al collo il suo immenso fazzoletto, sul capo il cappellone, in pugno le redini del suo Tony; ed entrambi, ogni mattina, ritrovavano la loro pampa al Bois de Boulogne, un ruscello doveva diventare un guado, un'aiuola un'oasi, un viale una carovaniera: Ma se n'era poi quasi subito ripartito, con un ultimo tinnire dei suoi speroni dorati su gli stivaloni di vernice; e in breve un altro silenzio, forse: definitivo, si era disteso sulle sue penultime gesta. Imitatore di William Hart e precursore di Douglas, le sue imprese avevano avuto grosse magniloquenze da operetta è facili abilità da giocoliere. Era giunto al cinema dal circo, parve che il film sonoro dovesse farlo tornare alle piccole arene cosparse di pula e di segatura; ora giunge la triste notizia, è prossima la sua fine. Ma Tom Mix non avrebbe mai dovuto conoscere il biancore silente di una clinica. Un giorno, un giorno assai lontano, sarebbe dovuta sopravvenire la sua scomparsa in una sua ultima galoppata, invano inseguita da un plotone di vecchie macchine da presa: verso uno sconfinato orizzonte di cartone, il lazo sempre roteante sul capo, e in pugno le redini di Tony, nell'ultima avventura l'ultimo fedele.
(1931)
Da Film visti. Dai Lumière al Cinerama, Edizioni di Bianco e Nero, Roma, 1957