Un’esploratrice senza tempo si aggira per le strade e i ponti di una Firenze riconoscibile e spiazzante allo stesso tempo. L’immagine manifesto del Festival dei Popoli, realizzata con l’ausilio di un software di intelligenza artificiale generativa, pone in primo piano una figura di donna e sullo sfondo la città che lo ospita e lo accoglie da sessantacinque anni a questa parte.

Quasi 90 film in programma dal 2 al 10 novembre nei cinema La Compagnia e Astra, oltre la metà dei quali diretti da donne. Tantissime le anteprime assolute e nazionali, ospiti di calibro internazionale e un lungo viaggio che si apre con Paolo Cognetti e il suo Fiore mio, musiche di Vasco Brondi: un diario affettivo della sua relazione con la montagna per capire dove stiamo andando e con quali persone al nostro fianco. 
 

Cinema al tempo presente per raccontare il mondo che ci circonda: il dramma in presa diretta della Striscia di Gaza con gli occhi di chi è sotto le bombe nella prima mondiale di To Gaza di Catherine Libert, Fred Piet e Hana Al Bayaty; l’assalto a Capitol Hill nel gennaio 2021 in Homegrown di Michael Premo – in programma alla vigilia del voto presidenziale americano. Ma anche l’emergenza dei migranti in Save Our Souls di Jean-Baptiste Bonet, girato a bordo di una nave di SOS Mediterranée tra il salvataggio e lo sbarco in Italia, e quella ambientale e sociale provocata dai massicci investimenti economici della Cina in Africa raccontata in Made in Ethiopia di Xinyan Yu e Max Duncan.

Il rapporto dei più giovani con il virtuale in Real di Adele Tulli e Cyborg Generation di Miguel Morillo Vega, ma anche l’ironia di Il complotto di Tirana di Manfredi Lucibello, con la bufala ordita ai danni del celebre fotografo Oliviero Toscani in occasione di una Biennale d’arte, e quella di Paolo Ruffini protagonista di Vergemolino, storia di un piccolo paese di campagna in cui da 50 anni si tiene uno speciale concorso di poesia improvvisata. 
 

Come sempre non manca la musica: tra gli appuntamenti imperdibili della sezione Let the Music Play, Things We Said Today di Andrei Ujica, sullo storico concerto tenuto dai Beatles allo Shea Stadium di New York nel 1965, e Going Underground di Lisa Bosi, sui mitici Gaznevada, capostipiti del punk e poi eroi dell’italo disco, storia acida di ragazzi folli e del passaggio epocale tra i Settanta e gli Ottanta. Ma ci sono anche Vinicio Capossela protagonista di Natale fuori orario di Gianfranco Firriolo e il folgorante Soundtrack to a Coup d’Etat di Johan Grimonprez, sul colpo di stato in Congo al ritmo sincopato della musica jazz.

L’ambiente, la crisi climatica e i diritti umani al centro della sezione Habitat che si apre con il vincitore del Sundance A New Kind of Wilderness di Silje Evensmo e le rivelazioni della nuova sezione competitiva Discoveries con The Stimming Pool, realizzato da un collettivo di artisti e artiste neurodivergenti, e il sorprendente My Sextortion Diary di Patricia Franquesa, un avvincente docu-thriller in prima persona con la regista ricattata da un hacker che la minaccia di diffondere le sue immagini più intime. 

E ancora: Dahomey di Mati Diop, premiato con l’Orso d’oro alla scorsa Berlinale, l’irriverente Albert Serra che presenta il suo nuovo film Afternoons of Solitude, dedicato alla corrida, la celebre scrittrice francese Christine Angot per la prima volta dietro la macchina da presa con A Family, Alice Rohrwacher e Pietro Marcello che dialogano sul futuro del cinema del reale italiano. 

Vi aspettiamo a Firenze per la 65° edizione del Festival dei Popoli!