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Prosegue la rassegna L'eterna illusione, arrivano le commedie di Mitchell Leisen e Preston Sturges

Fino al 31 dicembre al cinema Quattro Fontane una selezione di opere che sapevano mediare lo spettacolo con la qualità.
di Pino Farinotti

lunedì 20 novembre 2023 - Evento

Prosegue la rassegna L'eterna illusione iniziata con una ricca selezione di titoli di Ernst Lubitsch. Ora propone fino al 31 dicembreal cinema Quattro Fontane di Roma (e fino al 22 gennaio al cinema Anteo di Milano), una rassegna di lungometraggi di Mitchell Leisen e Preston Sturges.

Al cinema americano appartengono autori che potremmo definire registi-artisti generali. Trattasi di giganti senza i quali il cinema, e neppure una parte di cultura, non sarebbero gli stessi. Alludo a gente come Capra, Kazan, Huston, Welles, Ford, e ad americani acquisiti come Lubitsch, Hitchcock, Wilder. Grandi artisti dunque.
Ma il cinema hollywoodiano presentava registi, che non avranno posseduto il dono dei citati, ma realizzavano opere che sapevano mediare lo spettacolo con la qualità.
Di questa fascia fanno parte Mitchell Leisen e Preston Sturges. Era il tempo, gli anni trenta e quaranta, quando si facevano film grandi e belli. Le varie Major avevano trovato dei registri identitari e si confrontavano volentieri fra di loro. Ciascuna presentava un carattere riconoscibile e portatore di successo. In quei decenni la gente correva al cinema. La televisione non era ancora stata inventata. 

Mitchell Leisen (1898-1972) fu il classico cineasta della prima epoca, c’era ancora il muto e a Hollywood lavorò come costumista e scenografo di DeMille e Lubitsch e non c’è dubbio che qualcosa gli insegnarono. Nei primi anni trenta, quando la parola aveva preso possesso del cinema, cominciò a dirigere. Uomo attento e colto, possedeva un innato senso dello stile, e si impegnava per dare alle sue opere un tocco di estetica e di splendore, riuscendo a compensare la scarsa qualità del materiale che le case gli assegnavano.
In quegli anni Leisen dirette alcuni dei titoli che possono essere considerati dei classici della commedia americana. Grazie anche agli interpreti che la Paramount gli assegnava, divi come Carole Lombard, Barbara Stanwyck, Don Ameche, Fred MacMurray e, nientemeno, John Barrymore, considerato allora, e magari anche dopo, il più grande attore americano.
Nel 1935 Leisen firma I milioni della manicure. Una giovane estetista è ben decisa a sposare un uomo ricco. Finalmente le capita l’occasione buona col figlio di un industriale. È lui stesso però che le comunica il suo prossimo matrimonio con una ricca ereditiera a causa del fallimento dell’industria paterna. Ciò non impedisce ai due giovani di innamorarsi.

La signora di mezzanotte, del 1939 è nobilitato dalla presenza di Don Ameche, -principe delle storie leggere, scelto da Lubitsch per quel capolavoro che era Il cielo può attendere- e da John Barrymore. Le trame spesso si assomigliavano. La ballerinetta Eva Peabody è incaricata di sedurre un giovane divenuto amante di una ricca signora. Riuscirà nell’intento e poi sposerà un taxista.

In Ricorda quella notte, del 1940 un magistrato si innamora di una bella ladra, e vorrebbe salvarla dal carcere. Ma lei, per amore, vuole espiare. Lo sposerà a pena scontata; è il titolo che trasformò in divi Fred MacMurray e Barbara Stanwyck.

La qualità di Preston Sturges (1898- 1959) presenta una dimensione importante: è stato sceneggiatore e regista, e inventore di cinema. Con una cospicua base di teatrante, una dimensione sempre visibile nei suoi lavori. Inventore: gli si deve il cosiddetto narratage, un racconto a incastro di due narratori dalle idee opposte, - certo, c’è qualcosa di Pirandello- che mettono a nudo i pregi e i difetti, in amore, dei protagonisti. Preston inserì quella che allora era una novità, la voce fuori campo. E pare che lo stesso Orson Welles ne fosse molto colpito, tanto da usarla nel suo Quarto potere. Come sceneggiatore e regista Sturges, - da non confondere col suo omonimo John che fra gli altri ha diretto due “superwestern” come Sfida all’OK. Corral e I magnifici sette. – ha sempre cercato in sceneggiatura e regia, di non essere convenzionale. Ha rivelato grande inventiva nelle trovate e originalità nella direzione delle storie e degli attori. Oltre a una ironia tattile allora pochissimo praticata. Questa sua originalità, possiamo chiamarla così, lo rese sgradito ai produttori che cominciarono a boicottarlo. Allora si scelse un socio potente, Howard Hughes, ed ebbe la possibilità di riprendere a lavorare secondo la sua attitudine. Titoli ricordabili di quel periodo, gli ultimi anni quaranta e primi cinquanta, sono Infedelmente tua, e L’indiavolata pistolera.

Per Preston Sturges hanno dichiarato una vera passione i Coen, che lo ritengono il loro vero maestro. Non è un endorsement da poco. I fratelli omaggiano Sturges in Fratello, dove sei? che evoca il capolavoro identitario di Sturges, I dimenticati (1941), che fa parte della rassegna L’eterna illusione, la commedia americana dal 1932 al 1949. La vicenda: per realizzare un film sugli emarginati, un famoso regista si traveste da vagabondo e gira gli Stati Uniti. Finisce per essere arrestato e rinchiuso in prigione: a fatica riesce a dimostrare la sua identità e a trarsi d’impaccio. La voglia di girare il film gli è passata. Protagonisti Veronica Lake e Joel McCrea, al meglio delle loro possibilità. Nel 2000 l’American Film Institute ha inserito I dimenticati nella classifica delle migliori commedie americane.

In quello stesso 1941 il regista firma Lady Eva, un altro titolo di successo, un altro classico che si aggiunge alla sua filmografia. I protagonisti sono Barbara Stanwyck e Henry Fonda. Un’adescatrice di professione approfitta dei sentimenti che ha suscitato in un giovane per invitarlo a giocare a poker col padre baro. Sta per confessargli la verità perché si è innamorata, ma lui, che l’ha scoperto da solo, la lascia. Mesi dopo la tenace ragazza riesce a farsi sposare presentandosi sotto mentite spoglie. Poi gli dice tutto. Non può mancare l’happy end.

L’anno dopo, il nuovo impegno si intitola Ritrovarsi. E come sempre non manca la qualità. La giovane moglie di un architetto si reca a Palm Beach per divorziare perché la coppia è in difficoltà economiche e lei non vuole essere di peso al marito. Durante il viaggio le capitano molti guai ed equivoci, ma alla fine tutto si aggiusta: il divorzio non si farà. Anche questo titolo, come I dimenticati, viene inserito dall’ American Film Institute nella classifica delle migliori commedie.


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