Palermitana, classe 1994, diplomata all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma, ha esordito al cinema ne Il traditore di Bellocchio.
di Ilaria Ravarino
Palermitana, classe 1994, dopo l'esordio a soli dieci anni in teatro e il diploma all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma, Ada Nisticò ha proseguito la sua formazione di teatro in teatro fino all'incontro con il cinema, avvenuto nel 2019, con il film Il traditore (guarda la video recensione) di Marco Bellocchio: il suo primo ruolo su grande schermo è quello di Alessandra Buscetta.
La prima volta su un palco: quando?
Avevo tre anni e ho fatto finta di svenire nella macchina di mamma. Sono rimasta immobile per un'ora, fingendo di non riprendere coscienza. Mamma prima si è preoccupata da morire, poi ha capito: sua figlia avrebbe fatto l'attrice.
La prima volta su un palco vero?
Avevo dieci anni, sul palco del Teatro Garibaldi di Palermo con Shakespeare salvato dai ragazzini. Interpretavo una serie di personaggi, molti dei quali maschili. È stato divertentissimo.
La prima volta che hai recitato fuori da un palco?
Mamma aveva un ristorante a Palermo, e io a dieci anni mi occupavo dei vini. Sapevo tutto a memoria e con la sua complicità mi spacciavo per sommelier. Un giorno, mentre mescevo i vini per una degustazione, mi ha notato un regista, seduto al tavolo vicino: è così che sono finita al Garibaldi.
Il tuo cavallo di battaglia ai provini?
Ho portato spesso il personaggio di Cassandra dell'Agamennone di Pier Paolo Pasolini e quello di Suzanne di "È solo la fine del mondo" (di Jean-Luc Lagarce, ndr). Mi pare che restituiscano alcuni aspetti della mia personalità, piuttosto sfaccettata. Da piccola dissi a papà: voglio essere polifonica.
Qual è il ruolo per cui potrebbero riconoscerti per strada?
Ho avuto un piccolo ruolo ne Il traditore, direi quello.
C'è una cosa che sai fare bene, e che vorresti fare in un film?
Sono sempre stata molto sportiva, ho fatto di tutto: capoeira, palestra, boxe. Il mio sogno sarebbe interpretare un personaggio alla Million Dollar Baby, il film di Clint Eastwood.
Cosa non deve mancare nel tuo camerino?
Un cestino di frutta e tanta acqua. Mi piace mangiare bene.
Sul set o sul palco ti senti sicura se...
... se ho preparato bene il lavoro e se c'è un ambiente accogliente e di ascolto reciproco.
A chi porteresti il caffè sul set pur di vederlo recitare?
Joaquin Phoenix. Lo vorrei bere insieme a lui, il caffè..
Qual è il film che, se lo vedi iniziato in tv, non puoi smettere di guardare?
Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto. Amo tutto quello che fa Lina Wertmüller.
Il film di cui cambieresti il finale?
Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, perché vorrei che l'amore vincesse su tutto, superando anche le barriere sociali.
Serata a casa, Netflix & chill: cosa guardi? Cosa ordini?
Un documentario esoterico, perché mi piacciono i film che esplorano mondi invisibili. È raro che ordini qualcosa, perché mi rilassa cucinare: mi preparerei una bella zuppa di lenticchie.
Un personaggio del cinema con cui passeresti una serata?
Amélie Poulain (da Il favoloso mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet, ndr). Me ne andrei in giro a Parigi con lei, a fare regali e sorprese alle persone.
Protagonista di un film di genere: quale?
Un film storico in costume, anche un fantasy. Vorrei interpretare un'amazzone guerriera, forte fuori e delicatissima dentro.
Se non facessi l'attrice come ti guadagneresti da vivere?
Farei qualcosa di creativo, nella natura, insieme ai bambini.
Chi può dirti che stai sbagliando?
Mia madre.
Da chi vorresti sentirti dire che sei brava?
Da una persona sconosciuta, cinica e freddamente critica. Ne conosco tantissime.
Gli ultimi tre brani ascoltati sul telefono?
Tutto l'universo obbedisce all'amore di Franco Battiato, Eu e Água di Maria Bethania e True To Myself di Ziggy Marley.
Dopo questa intervista che farai?
Vado a lavorare la mia cavalla, Morgana, la mia compagna di viaggio da un anno. È una puledra che ancora non si può montare e la sto domando.