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Scorsese torna sul ring ed è pronto a dirigere Jamie Foxx nei panni di Tyson

Il rinomato regista firmerà un film sulla leggenda del pugilato Mike Tyson.
di Pino Farinotti

sabato 18 luglio 2020 - News

La notizia è importante, così come i personaggi coinvolti, protagonisti assoluti nei loro campi: Martin Scorsese, regista, Mike Tyson, pugile. Dopo Jake La Motta in Toro scatenato, Scorsese racconterà Tyson. L’uomo certo si presta. É perfetto per il cinema, in tutte le chiavi, professionale, privata, “gossip”, incidenti di percorso, amori, violenze, sostanze. Il ruolo è stato affidato a Jamie Foxx. Che Tyson sia uno dei più grandi “massimi” della storia non c’è dubbio, che vanti primati tutt’ora imbattuti – fu il campione del mondo più giovane- è un dato. Le classifiche lo collocano al primo posto alla voce “il più violento”. Accusato di violenza sessuale finì in prigione dove, seguendo le orme di un altro fenomeno, Alì, si convertì all’Islam.
 

Il problema maggiore per Scorsese saranno le sintesi, le omissioni, ma certo le saprà risolvere. E non c’è dubbio che il film si prenoti come grande successo al botteghino. 
Pino Farinotti

E non c’è dubbio che il “movimento” non mancherà di tracciare paragoni e contrappassi col precedente Raging Bull (Toro Scatenato), appunto, del 1980 che ottenne otto nomination all’Oscar e la statuetta per Robert De Niro che fornì la sua più indensa e dolorosa performance: è storia che Robert, per perdere e poi riprendere peso, tanto, rischiò la vita. Di rimbalzo quel film incrociava un altro grandissimo, il nero Sugar Ray Robinson - Johnny Barnes l’attore- che le classifiche considerano il più grande “medio” di sempre, certo più grande - ma meno filmabile - di La Motta, che battè cinque volte su sei incontri. Jake La Motta innesca un altro contrappasso, che ci riguarda, perché il 12 luglio del 1950, al Mison Square Garden, battè il nostro Tiberio Mitri, idolo italiano, personaggio decisamente glamour: era bello e aveva sposato Fulvia Franco miss Italia, e aveva fatto l’attore in film importanti come La grande guerra.

Nel 2011 la Rai gli dedicò la miniserie Tiberio Mitri - Il campione e la miss, con Luca Argentero. Si narrava soprattutto la vicenda umana, e quella fine tristissima, forse cercata, sotto le ruote di un treno. I campioni portati sullo schermo sono molti. Tre sono Rocky, anche se uno è finto, quello di Stallone, ma due sono veri, Graziano (Paul Newman) e Marciano (Tony Lo Bianco). Poi c’è James Braddock (Cinderella Man, con Russell Crowe).Indimenticabile è Errol Flynn che nel 1942 diede corpo e volto a James Corbett, che nel 1892 divenne campione del mondo battendo l’anziano, eroico John Sullivan. Corbett, “elegante come un ballerino” fu un inventore di boxe. E poi, naturalmente, il più filmato, Clay-Alì che ha ispirato ben cinque film.

Ricordiamo il più completo, Alì, diretto da Michael Mann con Will Smith, dove si racconta la parabola privata sempre clamorosa del pugile amico di Malcom X, obiettore di coscienza e simbolo dei musulmani neri. Tornando a noi: nel 2008 Renzo Martinelli ha firmato Primo Carnera - The Walking Mountain, che raccontava la vita del primo campione del mondo italiano. Altra storia di realizzazione eroica, di ascesa e tramonto. Fanno male le immagini dell’incontro con Max Baer che nel 1934, sempre al “Madison” tolse il titolo all’italiano. Carnera finì al tappeto, e si rialzò, 12 volte. Nessuno sport si addice al cinema come il pugilato.


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