Il regista è morto a 50 anni in seguito a una lunga malattia.
Con Ambra Angiolini come sua attrice feticcio, questo nuovissimo regista italiano si è imposto nel cinema nostrano, cercando di ritrovare lo stesso graffio letterario di un grande maestro americano della cattivissima risata Neil Simon, ma pucciandolo nel nostro stivale. Avendo alle spalle una raccolta di cortometraggi sospesi tra citazioni al cinema classico e umorismo sempre e comunque, fa esplodere il suo talento non solo sul grande schermo, ma anche in televisione, in rete e persino nella carta stampata, con esilaranti prove d'autore che giocano con oggetti di culto per i cinefili mondiali. Domanda cruciale: le sue opere fanno ridere? Risposta: sì. Merito anche del fido collaboratore Matteo B. Bianchi, prolifico e stimatissimo scrittore dalla penna ironica.
Nel suo stile di ripresa, nel ritmo in cui orchestra le sue pellicole, si sente il peso di una ispirazione che per molti fa parte del passato e che, invece, si rinnova creativamente in gag verbali e visive, ma anche nel lavoro di cesello su grandi interrogativi. Il gioco non si ingrippa, le battute sono esilaranti e scritte bene, mentre fa capolino una punta di politicamente scorretto sinceramente usato per combattere contro le astruserie della vita moderna, le bizzarrie e i deliri della quotidianità.