La realtà virtuale potrebbe essere un prezioso alleato, diventando nei prossimi anni un ulteriore canale di distribuzione per i blockbuster hollywoodiani.
di Andrea Chirichelli
Chiunque legga, anche solo saltuariamente, la nostra quotidiana copertura del boxoffice nostrano e internazionale, sa che negli USA le cose paiono andare più che bene, all'apparenza. Lo scorso anno il boxoffice americano ha fatto segnare un nuovo record, con ben 11,3 miliardi di dollari incassati in soli biglietti. Eppure, l'atmosfera all'ultimo CinemaCon, una quattro giorni che si è conclusa la settimana scorsa a Las Vegas e organizzata come ogni anno dalla National Association of Theatre Owners, non è stata delle migliori. È vero, gli incassi aumentano, ma solo perché tra 3D (in netto declino) e IMAX, il costo dei biglietti viene "dopato". In termini di meri biglietti staccati infatti, il 2016 non è stato certo un anno record, tutt'altro. Così si prova a ricorrere ai ripari, in tutti i modi possibili, per evitare una pericolosa stagnazione.
La notizia più clamorosa è che sei delle "sette sorelle" di Hollywood, ossia tutti gli Studios tranne Disney (ovvio, lei non ne ha bisogno, per ora), vorrebbero accorciare la finestra che separa la release di un film al cinema rispetto a quella della sua disponibilità in "home video" (che oggi vuol dire Blu Ray ma soprattutto servizi in streaming).
Qualora accadesse davvero, sarebbe un evento storico per il cinema americano e mondiale, che da tempo immemorabile ha fissato questo periodo in 90 giorni.
Giusto qualche tempo fa Sean Parker, l'inventore di Napster, aveva pensato ad un servizio, chiamato "The Screening Room", che avrebbe permesso agli utenti, pagando una cifra più alta rispetto a quella di un classico biglietto cinematografico, di vedersi il film a casa propria in contemporanea con la release nelle sale. L'idea per ora è rimasta lettera morta, ma solo perché gli Studios stanno pensando a qualche alternativa meno drastica.
Il grande nemico, che potrebbe diventare un prezioso alleato, è la realtà virtuale, che a conti fatti fino ad oggi ha venduto poco nelle sue varie incarnazioni casalinghe (Oculus, Playstation VR), ma che nei prossimi anni potrebbe diventare un ulteriore canale di distribuzione per i blockbuster Hollywoodiani. Un altro problema è la fatica di creare nuovi franchise, visto che quelli "storici" (Star Wars, Bond, etc.) non possono essere "munti" a cadenza annuale per lungo tempo e bisogna dar loro tempo di riposare (vedi Jurassic Park, che dopo tre episodi era rimasto senza benzina ma che World ha rifatto il botto). A conti fatti, dopo averci provato col fantasy in tutti i modi possibili (fallendo miseramente), l'unico franchise hollywoodiano "nuovo" di un certo spessore è risultato essere Fast & Furious, che dal quinto episodio è esploso, diventando una macchina da dollari.
Da non sottovalutare nemmeno il problema delle sale, tenuto in gran conto dagli operatori d'oltre oceano. I cinema dovranno diventare sempre più comodi, avveniristici e avvolgenti e si prevedono grandi investimenti in impianti sonori di qualità e schermi in altissima definizione. Anche cibo e bevande, infine, diventano di cruciale importanza: Coca e popcorn non bastano più, tant'è che in alcuni cinema stanno per essere lanciati "frozen" (frappè ghiacciati) al gusto di Coca+Jack Daniels o Bacardi. Presto vedremo Star Wars XX su uno schermo 16k, spaparanzati su un divano ergonomico ed in mano un cocktail alcoolico? Le strade che portano al cinema sono infinite...