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Meno male che Marilyn c'è

Dal nuovo "Pieraccioni" forse un'altra buona notizia.
di Pino Farinotti

Un modello di cinema attuale
Suzie Kennedy . Interpreta Marilyn nel film di Leonardo Pieraccioni Io & Marilyn.

lunedì 14 dicembre 2009 - Focus

Un modello di cinema attuale
Venerdì prossimo sarà distribuito nella sale Io & Marilyn, il nuovo film di Pieraccioni. Mercoledì sarò all'anteprima, tuttavia ho visto il materiale, il trailer e il regista impegnato nel tour promozionale. Ne so già abbastanza. E poi conosco la cifra del toscano, che è buona, a mezza strada fra il prodotto (natalizio vacanziero, De Laurentiis/De Sica insomma) e il film. Non voglio recensire il film, intendo recensire... Marilyn. Da molti anni Pieraccioni, magari con ispirazione disuguale, è comunque una garanzia, grazie anche allo sceneggiatore Veronesi. La loro formula si mantiene su un equilibrio, ribadisco, che evita il volgare e riesce anche a sottrarsi, spesso, allo "scontato". Certo i codici e i modelli inevitabili del cinema attuale, comico e non, ci sono tutti, a cominciare dalla coppia gay, a sua volta garanzia di riso e sorriso e anche di partecipazione.

Promemoria
La novità è Marilyn. Buona idea, opportuna, come indicazione, promemoria, estetica, deterrente. Ciò che ci assedia dagli schermi, quello grande e quello piccolo, lo sappiamo. Per cominciare commemorazioni, magari buone nelle intenzioni ma tristi e abusate nella forma, che spaccano invece che compattare, forse sarebbero opportune nella discrezione, magari nel silenzio, piuttosto che in piazza; memorie di terroristi e micce corte; e poi D'Addario eroina coccolata e poi Corona eroe conteso e coccolato. E poi i tribunali con assassini orrendi, anche loro coccolati. E i talk violenti come le piazze. E poi quei politici deprimenti: tutti. In tutto questo arriva la figura bianca e bionda di Marilyn Monroe. Un po' di bella memoria, di sogno, di sentimento senza rabbia, di sortilegio che va comunque a pescare bene nella nostra coscienza, perché Marilyn, così com'era, così com'è, mette d'accordo tutti, di ogni età e di tutti i tempi. Lei ha rispetto di te, sta dalla tua parte, ti guarda e ti fa credere importante anche se sei semplicemente tu, uno dei tanti, uno dei tutti. E poi il sesso: una femmina morbida e arrapante, e univoca, e non è poco. Quel sorriso, quel sedere, quel seno: che bel rifugio. Quando Pieraccioni la invoca e se la trova in casa, agisce per tutti noi. Bianca&bionda come in quella famosa sequenza di Quando la moglie è in vacanza, con la corrente d'aria che le solleva la gonna. Una scena che nel film viene ricostruita: una magnifica piccola cellula degli anni cinquanta trasportata da noi adesso, come se il segnale Marilyn, il suo simbolo vivo e felice, scegliessero di favorirci: "so che avete dei problemi, ma eccomi qua, quel che posso fare lo faccio, sono virtuale ma contate su di me."

Sogno
Il meccanismo del sogno, della delega dei problemi e delle angosce aveva già funzionato negli anni settanta quando Woody Allen scrisse la pièce Provaci ancora Sam, portata sullo scherno dal regista Herbert Ross. Woody, critico cinematografico in crisi col lavoro e abbandonato dalla moglie, cerca conforto nel fantasma di Rick&Bogart, il protagonista di Casablanca, l'uomo-eroe per eccellenza. Si confronta con lui, gli chiede indicazioni, gli svela nevrosi e fallimenti. E Bogart lo affianca, col suo impermeabile, con la sua sicurezza, cerca di guidarlo, ma a Woody le cose semplici che fa Humphrey non riescono. Anche perché se approcci una donna e sei Allen è una cosa, se l'approcci e sei Bogart è un'altra cosa. Nel film Io&Marilyn, il protagonista Gualtiero chiede soccorso alla "presenza" dopo essersi reso conto che è l'unico e percepirla. Anche Gualtiero deve recuperare la moglie, che se n'è andata con un domatore da circo. I consigli di Marilyn sono utili. In un certo senso anche la Monroe deve qualcosa a Pieraccioni, che la rappresenta bella e felice, perfetta, mentre sappiamo che Norma Jean era triste anzi, disperata. E conosciamo (forse) la sua fine. Il suo modello si è impossessato di lei e si è proposto secondo il versante bello&felice, che poi è quello che tutti vogliamo utilizzare. E il modello Marilyn si presta, è già qualcosa. Una boccata d'aria fresca in questa atmosfera inquinata.

Filone
Chissà se nascerà un filone. Chissà se nelle sale saremo magari soccorsi da un James Dean. Una ragazza lo evoca e se lo trova in casa, si parlano, si rapportano con una certa disinvoltura, perché anche James tanti anni fa era anche lui un giovane complicato e arrabbiato, ma con una cattiveria sotto controllo e senza cocaina. Oppure penso a un Totò. Potremmo chiedere un consiglio su un programma televisivo, o un film da vedere. Assisterebbe ai grandi fratelli, ai programmi che ho citato sopra. E mi sembra di vederli quegli occhi, quella faccia di napoletano bonario e arguto, che stenta a capire. Non gli basterebbe il suo "oppebbacco". Dovrebbe reperire un altro avverbio, o un'altra frase.
Cominciamo col ritrovare Marilyn.

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