Titolo originale | Play it Again, Sam |
Anno | 1972 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Herbert Ross |
Attori | Diane Keaton, Woody Allen, Jerry Lacy, Tony Roberts, Susan Anspach, Jennifer Salt Joy Bang, Viva, Susanne Zenor, Diana Davila, Mari Fletcher, Michael Greene, Ted Markland, Susanne Zenor, Humphrey Bogart. |
Tag | Da vedere 1972 |
MYmonetro | 3,47 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 28 ottobre 2013
Un critico cinematografico occhialuto e complessato viene abbandonato dalla moglie. La separazione non lo guarisce dai complessi, anzi.
CONSIGLIATO SÌ
|
Un critico cinematografico occhialuto e complessato viene abbandonato dalla moglie. La separazione non lo guarisce dai complessi, anzi. Tanto più che nelle sue fantasie non manca mai di confrontare la propria squallida realtà con le imprese cinematografiche del suo idolo Humphrey Bogart. Ma alla fine lo aspetta la sua notte da leone: va a letto con la bella moglie di un amico e potrebbe persino portargliela via del tutto. Ma come il Bogart di Casablanca avrà la forza d'animo di rinunciare a lei per non rovinare un matrimonio.
Allan Felix è al cinema è sta assistendo commosso alla sequenza di chiusura di Casablanca. Quando si riaccendono le luci e gli altri si alzano, lui resta seduto a fissare lo schermo. Siamo in agosto, Allan è un critico cinematografico che è stato appena lasciato dalla moglie per "insufficienza di risate" nella loro vita coniugale. È depresso e il suo psicoanalista è in ferie. Gli resta però una coppia di amici, Linda e Dick, che cercano di aiutarlo presentandogli delle ragazze. Al primo incontro Allan è così teso da risultare estremamente goffo benché abbia ricevuto i preziosi consigli di Humphrey Bogart materializzatosi nel suo appartamento per indurire il suo carattere. I risultati ottenuti non lasciano sperare molto. Abborda una ragazza in un museo che non può dargli appuntamento per il sabato sera perché per quel giorno ha deciso di suicidarsi. Tenta in un locale da ballo un approccio con una bionda sensuale che lo allontana definendolo "sgorbio". Si trova con una ninfomane che gli illustra tutti i piaceri del sesso ma che fugge al suo primo tentativo un po" troppo "attivo'. Anche quando le cose sembrano avere preso la via giusta, c'è sempre il fallimento in agguato: i due finiscono in un locale in cui due nerboruti malviventi portano via con sé la ragazza lasciando lui pieno di lividi.
Solo Linda, costantemente impegnata a fargli da chaperon, riesce a parlargli e a comprenderlo. Dick è sempre molto preso dal suo lavoro di broker di Borsa e Allan e Linda finiscono, quasi inavvertitamente, per ritrovarsi sempre più vicini. Finché una sera in cui Dick è fuori città, si dichiarano l'amore reciproco. Il mattino dopo li trova felici ma con sensi di colpa. Nel frattempo Dick è tornato improvvisamente a casa e, non trovando Linda, la crede impegnata con chissà quale "macho'. Nel momento in cui la rivede le conferma il suo amore. Allan sa che con lei non ha dovuto imitare Bogart; è stato finalmente naturale. Cerca di contattarla per telefono ma lei, tutta presa dalla discussione con Dick, non può ascoltarlo. Decide allora di raggiungerla a casa e scopre che si è recata all'aeroporto. È ormai intenzionato a chiudere la storia come in Casablanca, riconsegnando la donna dei suoi sogni all'amico che ne è il marito. In fondo è quello che Linda ha già autonomamente deciso. I due partono e Bogart si complimenta con Allan che, subito dopo, si allontana mentre si sente la musica di As Time Goes By.
"Il segreto sta nel non essere te ma me" "I miei genitori non hanno mai divorziato sebbene io li scongiurassi". Queste due battute possono essere utilizzate come elementi rivelatori del work in progress alleniano. Da un lato il ritorno delle tematiche familiari e di un'immagine estremamente fragile, quando non prevaricatrice, delle figure parentali e della stabilità della coppia. Dall'altra l'esplicitazione di una ricerca della propria identità (che era già stata accennata nell'iperattività di Virgil e nell'improvvisata politicizzazione di Fielding) ma cui trova una prima esplicazione nel rapporto che intercorre tra lo spettatore e il cinema quale oggetto del suo desiderio. "Quando ce ne stavamo seduti in quei cinema, pensavamo che ciò che vedevamo sullo schermo fosse reale. Non pensavi, beh, è così che vanno le cose nei film. Pensavi, beh, io non vivo in quel modo, vivo a Brooklyn in una misera casa, ma nel mondo esistono molte persone che hanno una casa come quella, fanno equitazione, incontrano donne bellissime e trascorrono le serate ai cocktail. È soltanto un altro modo di vivere. Poi questa idea viene confermata dal fatto che leggi i giornali e vedi che ci sono persone che vivono una vita diversa, e pensi che la loro vita sia diversa in modo completamente positivo, diversa e felice come nei film. È una cosa così schiacciante e non sono mai riuscito a superarla. E conosco molte altre persone che non sono mai riuscite a superarla". Allan Felix è un critico che "ama " il cinema e lo ha trasformato in un modello ideale con cui confrontare la propria vita. L'esito non può che essergli sfavorevole finché non avrà trasformato la sconfitta in vittoria. Perché la rilettura del finale di Casablanca sposta gli accenti. Se nell'originale è Rick che compie il grande gesto di riconsegnare Ilsa al marito (e l'aneddotica ci ricorda che l'affascinante ambiguità della Bergman era in realtà frutto dell'incertezza degli sceneggiatori sull'esito finale della vicenda) qui la decisione è già presa. Allan (siamo nel 1972 e non nel 1941) non può "decidere" per Linda. È lei che ha scelto, pur soffrendo, di tornare con Dick. A lui non resta che "liberarsi" del fantasma di Bogart sapendo bene però di non poter fare altrettanto con il Cinema. La sua strada di cinefilo proseguirà solitaria. Anche noi, come spettatori, abbiamo mutato collocazione rispetto allo schermo. Non siamo più lì a guardare un uomo che a sua volta guarda un film. L'intermediario è venuto a mancare: siamo soli davanti all'opera cinematografica. Allen però non si limita a costruire una parziale rilettura rovesciata del finale di un cult movie. Innerva il film (pur affidandone la regia a Ross) di un'ampia serie di rinvii al cinema lavorando sul tema del sogno e dell'immaginario in genere. Se Louise "agisce" nei pensieri di Allan con un'autonomia che lui le "costruisce" (cosa fa un regista se non dare vita a personaggi che agiscono come lui vuole?) il suo ex marito si irrita per i viaggi in Chopper che lui si è immaginato. Quando poi la reincontra davvero la realtà è decisamente piatta e banale. Allen pone qui con forza il problema del rapporto sogno-realtà identificando il primo con la forma cinematografica. La divertente sequenza in cui Allan si immagina le possibili reazioni di Dick al suo rapporto con Linda è una summa di letture basate su parametri di genere, ivi compreso il suicidio nell'Oceano che tornerà in Interiors nonché nel finale di Tornando a casa (1978) di Hal Ashby.
Provaci ancora Sam consente poi a Woody di consegnarci una sorta di catalogo femminile ideale che va dalla donna verbalmente spregiudicata (quanto pronta a ritrarsi nella realtà) fino all'intellettuale con fantasie di morte. Chi può essere, in definitiva, la donna ideale per Allan Felix? La donna del migliore amico e migliore amica lei stessa. Cioè quanto di più "vicino" e, al contempo, di "lontano" possa esistere ma anche un punto di snodo per passare da un'autorappresentazione eterodipendente (Bogey) a un'assunzione di responsabilità diretta. Diane Keaton diventa così, in quella mescolanza di realtà e rappresentazione che è il cinema di Allen, un elemento a lungo determinante. Se Linda può partire Diane è destinata a rimanere a lungo e, comunque, a ritornare.
PROVACI ANCORA, SAM disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€6,99 | – | |||
€6,99 | – |
questo film a mio avviso è il migliore della geniale opera cinematografica di woody allen-e non che non apprezzi capolavori come"manhattan","io e annie"o"hanna e le sue sorelle"-ma in questo film vi trovo una completezza strepitosamente unica:che allen sia molto interessato a temi filosofici sulla vita di stampo essenzialistico non è certo una novità,come del resto non è una novità che questi temi [...] Vai alla recensione »
Dopo anni di matrimonio, un uomo si ritrova improvvisamente abbandonato a sè stesso. Lunga sarà la strada per imparare a rimettersi in gioco e soprattutto capire che essere sè stessi è sempre meglio che puntare su alti stereotipi da film. Un buon film, divertente e a tratti tragi-comico. Allen nei panni del protagonista icarna perfettamente l'uomo bruttino e impacciato, [...] Vai alla recensione »
Sam vive con il mito di Humprey Bogart in Casablanca,e con il suo lavoro di critico cinematografico.Appena divorzia si sente perduto e si rifugia nei psicofarmaci.I sui due amici Linda e Dick tentano di fargli conoscere una nuova ragazza ma senza buoni risultati.E se fosse Linda la sua donna perfetta?peccato che e' la moglie del suo migliore amico Dick.
Allan Felix è un imbranato critico cinematografico di San Francisco, appena mollato dalla moglie che in lui trova solo difetti. L'amica Christie, trascurata dal marito agente di borsa, si impegna per trovargli una nuova ragazza. Ma i risultati sono alquanto disastrosi. Il diavolo poi ci mette la coda, facendoli innamorare. Il povero Allan non sa cosa fare, tormentato dal fantasma di Humphrey [...] Vai alla recensione »
Certe opere, letterarie, musicali, pittoriche, scultoree, teatrali, filmiche, sono certamente universali, in quanto incarnano caratteristiche umane di sempre: come in Skakespeare"King Lear"è esempio di certe modalità di dominio, come nell'"Avare"molièriano, così in Allen(non a caso anche autore teatrale e questo"Play It Again, Sam"&egrav [...] Vai alla recensione »
“Suonala ancora, Sam”, recitava la celebre frase del film Casablanca. Il film che ha consacrato Humphrey Bogart come divo e poi leggenda di Hollywood, figura della quale è rimasto poco altro che un banale clichè al quale un Woody Allen a “caccia di donne” nella pellicola cercherà di appellarsi ed imitare, suo malgrado, goffamente.
Per me rimarrà tra i migliori films di Allen in assoluto, insieme a Io e Annie, Manhattan e Broodway Danny Rose. Questo, tra i citati, è forse il più divertente, magari anche quello più rivolto a fare cassetta, ma, di sicuro, si spendono volentieri un paio di orette in sua compagnia. Bello il doppio binario con Casablanca; molto buoni gli interpreti (la Keaton in [...] Vai alla recensione »
Davvero complimenti! Woody Allen ha colto nel segno, inutile girarci attorno. Ma oltre a essere una semplice, brillante, divertente, irresistibile e intelligente commedia, "Provaci ancora Sam" è la dimostrazione di come si riusciva in passato a realizzare qualcosa di veramente valido con una buona sceneggiatura, ottimi attori, tanta passione e un pizzico di genuina e autentica ingenuit&agra [...] Vai alla recensione »
Un capolavoro,il finale parodia di casablanca,Woody allen comincià con questo film a entrare nella storia della comicità Una continuita di battute che anche se vecchie fanno sempre ridere,una commedia sentimentale che tratta anche la vera vita di woody allen e questo film anticipa il divorzio di woody allen con diane keaton e un capolavoro che nella storia della comicità cinematografica sarà per sempre [...] Vai alla recensione »
Una delle più brillanti e divertenti commedie interpretate da Woody Allen, straordinaria collezione di gags verbali e visive, arricchite dalla geniale trovata del "fantasma" di Bogart (interpretato da un sosia) che ogni tanto appare per dare consigli al timido protagonista su come conquistare le donne. Allen attinge a piene mani alla tradizionale commedia americana introducento alcuni dei temi a lui [...] Vai alla recensione »
Commedia brillante e sentimentale, genere di cui oggi si abusa. Allen è bravissimo nell'esporre con chiarezza il concetto dello sfigato autoironico. La giovane Diane Keaton è una bellezza rara.
Non è una recensione e nemmeno un commento al film, ma semplicemente uno sfogo contro i traduttori dei titoli che ancora una volta dimostrano la loro idiozia, se ce n'era bisogno. Chi ha visto il film sa che il titolo originale è una citazione di Casablanca; verrebbe allora il dubbio che i traduttori non abbiano visto il film (non del tutto improbabile), ma credo che [...] Vai alla recensione »