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La notte non aspetta: la giustizia applicata a Los Angeles

David Ayer e James Ellroy uniscono la loro conoscenza sulla città di LA per un film crudo e violento.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Los Angeles stories

mercoledì 25 giugno 2008 - Incontri

Los Angeles stories
Si dice che ogni artista, che sia scrittore, musicista o regista, racconti sempre la stessa storia. Se poi queste storie sono ambientate nello stesso luogo e si muovono sugli stessi binari il detto assume sembianze reali. Nel tentativo di fare chiarezza sulla morte della madre - uccisa nel 1958 a El Monte, a poche miglia da Los Angeles - James Ellroy ha sfornato una serie di libri noir in cui confluiscono tutta la sua angoscia e le ossessioni derivanti dall'omicidio irrisolto. David Ayer (vent'anni più giovane dell'autore di The Black Dahlia) ha invece sfruttato le sue conoscenze militari e gli anni vissuti sulle strade di Los Angeles per indirizzare consapevolmente il proprio ruolo e la propria carriera nel cinema, fornendo prima le coordinate per il poliziesco Training Day, di cui ha scritto la sceneggiatura, e poi la direzione di Harsh Times - I giorni dell'odio, il suo esordio alla regia. "La polizia è un'organizzazione paramilitare e la strada è un'arena che conosco e capisco. Aveva senso metterle insieme. Mi affascina il fatto che ci siano delle persone che sono legalmente autorizzate a mettere in pratica la violenza; i poliziotti hanno la licenza di uccidere, ovviamente secondo dei parametri molto rigidi e restrittivi" aveva detto Ayer ai tempi di Harsh Times, ma lo stesso discorso sembra valere anche per La notte non aspetta, film drammatico sulla criminalità di Los Angeles tratto da un soggetto di James Ellroy. Quelle di Ellroy e Ayer sono due generazioni a confronto, due scuole di pensiero, due vite parallele che si sono incrociate e hanno dato vita a un'opera sulle complessità insite nell'applicazione della legge, nel potere e nella corruzione.

Due sensibilità affini separate da epoche diverse
David Ayer: Sono affascinato dalla corruzione dei membri delle forze dell'ordine e a ciò che può accadere psicologicamente a qualcuno cui viene affidato il compito di applicare un potere potenzialmente mortale in nostro nome. Permettere a una persona di poter eliminare una vita umana significa fornirgli un potere incredibile ed io volevo esplorare il cambiamento che chi esercita la violenza, anche se per conto del prossimo, deve affrontare a livello psicologico. James capisce molto bene la psicologia della polizia e dell'applicazione della legge, mentre quello che fornisco io è la mia comprensione di come sia strutturata la polizia in questo momento. Unendo l'incredibile storia romanzata di Ellroy e i suoi ampi scenari con la mia comprensione profonda di ciò che avviene nelle strade di Los Angeles ogni giorno, si finisce per avere un quadro sicuramente ricco, inserito in un ambiente assolutamente realistico.

Personaggi complessi inseriti nella Los Angeles moderna
Keanu Reeves: Ero incuriosito dal livello di violenza che circondava il mio personaggio e dalle conseguenze drammatiche che questa situazione ha sulla sua vita. Il detective Tom Ludlow può essere visto come qualcuno che uccide in nome della legge o che invece si fa giustizia da solo. A livello drammatico c'è un caro prezzo da pagare ed io ero interessato a capire come avrebbe funzionato. Da attore, quando interpreto un ruolo mi limito a fingere come richiesto dal copione, ma immaginare questo mondo come pieno di violenza può risultare inebriante. La violenza è una forza primordiale ed esprimerla fornisce una strana illusione di controllo. Ludlow si scatena e utilizza la violenza per ottenere la verità, ma come dice qualcuno nel film, "il sangue non lava via il sangue". Ed è vero. Alla fine la violenza non cambia nulla.

Non importa quanto lontano ti sia spinto, c'è sempre un modo per tornare indietro
David Ayer: Quello che rende interessante la storia, a mio avviso, è che ci sono delle sfumature in questi personaggi e ognuno ha una parte grigia. La notte non aspetta è un thriller urbano, quindi tutti sono un po' corrotti, ma sono dell'idea che la vita reale non sia poi tanto differente da quella trasposta sul grande schermo. Nessuno si sveglia e pensa di essere cattivo. Dal punto di vista di queste persone, si sono trovate in situazioni che sono andate al di là del loro controllo e alle quali stanno cercando di sopravvivere. Il film è strutturato come una tragedia e dà l'impressione di essere lo scenario di un incidente ferroviario, ma mostra anche un incredibile atto di redenzione. Il messaggio è che non importa quanto lontano ti sia spinto, c'è sempre un modo per tornare indietro.

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