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Factory Girl, la prima musa di Andy Warhol

La "povera bambina milionaria" Edie Sedgwick e gli altri protagonisti della Factory.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Edie Sedgwick, la Superstar

venerdì 16 novembre 2007 - Approfondimenti

Edie Sedgwick, la Superstar
Cresciuta in una famiglia benestante nella campagna di Santa Barbara, Edie Sedgwick si trasferisce a New York nel 1964 dove conosce il re della pop art Andy Warhol e i suoi "quindici minuti" di fama. La giovane ereditiera viene totalmente sopraffatta dal mondo dell'artista e la Factory - il luogo dove Warhol dipingeva, viveva e intratteneva i suoi amici - diventa la sua seconda casa. Dopo le brevi e casuali apparizioni in Vinyl - la personale versione di Warhol del romanzo "Un'arancia a orologeria" di Burgess Anthony - e Horses, la Sedgwick attira l'attenzione del regista, che decide di realizzare una serie di film ispirati alla "povera bambina milionaria". Nei corti sperimentali del filmmaker la protagonista si sveglia, ordina caffé e succo d'arancia, si trucca, parla al telefono, si cambia d'abito e racconta alla macchina da presa come ha sperperato la sua intera eredità in soli sei mesi. A distanza di trentasei anni dalla sua scomparsa per una overdose di barbiturici, Edie Sedgwick torna sul grande schermo (reicarnata in Sienna Miller) in Factory Girl. Il film del documentarista George Hickenlooper mescola realtà e finzione riesumando la scena newyorkese dell'epoca e i gloriosi e un po' vanesi anni della Factory attraverso l'ascesa e la caduta della Superstar, la prima musa di Andy Warhol.

La Factory della musica
Erano gli anni '60 e la controcultura americana era rappresentata da molti dei personaggi della letteratura e della musica che frequentavano la Factory, da Truman Capote a Bob Dylan, che ebbe una relazione con Edie (si dice che per conoscere la vera Edie Sedgwick basta ascoltare "Just Like A Woman" di Dylan), da Allen Ginsberg a Lou Reed. Andy Warhol fu un grande sostenitore della nascente scena musicale newyorkese e divenne il produttore dei Velvet Underground, affiancando ai quattro musicisti Nico - cantante tedesca di sua conoscenza - e trasformando le loro esibizioni dal vivo in vere e proprie performance artistiche conosciute come "The Exploding Plastic Inevitable". La celebre banana realizzata da Warhol per l'album d'esordio dei Velvet Underground & Nico avrebbe fatto storia quanto la zip dei jeans di "Sticky Fingers" dei Rolling Stones. Come Edie Sedgwick, anche Nico partecipa ad alcuni film dell'eccentrico artista e ottiene anche un piccolo ruolo ne La dolce vita di Federico Fellini. In Factory Girl la chanteuse è raffigurata come antagonista della "povera bambina milionaria", colei che segnò la fine dell'amicizia tra Warhol e la sua prima musa.

Jean-Michel Basquiat e Keith Haring
È stato soprannominato il James Dean dell'arte moderna per essere riuscito ad arrivare in cima all'olimpo della pop art in brevissimo tempo e, altrettanto velocemente, a scomparire dalle scene. Fu Andy Warhol a comprare le prime opere del giovane Basquiat, ma ci sarebbero voluti degli anni prima che il re della pop art gli aprisse le porte della sua Factory. Nella New York in pieno fermento artistico degli anni '80 conosce e stringe un'amicizia che sarebbe durata fino alla fine dei suoi giorni con Keith Haring. Mentre Jean-Michel Basquiat partecipa al film-documentario di Edo Bertoglio, Downtown 81, è postumo il documentario sulla vita del maggiore rappresentante della cultura di strada, The Universe of Keith Haring di Christina Clausen. Nonostante siano scomparsi da tempo - Andy Warhol è morto nel 1987, Basquiat nel 1988 e Haring nel 1990 - e nonostante si sia chiuso un capitolo di importanza storica della scena newyorkese, il re della pop art e i suoi "allievi" sono rimasti immortali grazie alle loro opere. Al contrario di Edie Sedgwick. Dopo aver messo sottosopra New York con le sue t-shirt a righe e le calze nere, gli occhi definiti da uno spesso eye-liner, Edie si è guadagnata solo quei quindici minuti di fama, sintetizzati nel film di Hickenlooper che la riporta in vita. «Mi domando se la gente si ricorderà di noi» confida Andy Warhol/Guy Pearce alla sua Factory Girl. «Quando saremo morti?» chiede lei. «Sì». «Io credo che la gente parlerà di come tu abbia cambiato il mondo». «Mi chiedo cosa diranno di te...».

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